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di Chiara Argelli

Scrivere un articolo non è certo un’impresa semplice: trovare la notizia giusta ed interessare il lettore è la missione di ogni buon giornalista.Ma come si trovano le notizie? E quali sono i piccoli trucchi del mestiere per scrivere un articolo interessante?

Queste e tante altre domande hanno trovato risposta durante l’incontro svoltosi al liceo Ariosto lunedì 5 Dicembre nel corso del quale Daniele Modica, co-direttore del giornale online Ferrararitalia, ha parlato agli alunni interessati al mondo della redazione.Un ciclo di tre appuntamenti pensati e progettati dalla scuola stessa. in collaborazione con Ferrara Italia. Questi incontri non mirano semplicemente a formare nuovi giornalisti, ma hanno come obiettivo principale quello di offrire ai ragazzi i mezzi giusti per poter leggere ed interpretare la realtà che quotidianamente viene fornita dai media.

Tendiamo a fidarci di quello che ci viene proposto e che troviamo scritto, soprattutto se la fonte è attendibile. Ma quante notizie lette, poi sono state smentite? Quanti falsi miti sono stati sfatati?

Durante l’incontro ci si è interrogati sulla veridicità di un articolo, nonché sull’etica del giornalista, che deve riportare la realtà osservata nella maniera più oggettiva possibile, ma pur sempre attraverso i suoi occhi e le sue parole.
Risulta fondamentale la prospettiva che il giornalista sceglie per descrivere una vicenda, che sia di cronaca, sportiva o sociale.
“Tutto ciò che noi inglobiamo nell’articolo, è importante quanto quello che lasciamo fuori e questo vale nel giornalismo quanto nella vita di ognuno di noi. Siamo costretti a fare dei ‘tagli’ ”. afferma Daniele Modica affrontando l’argomento con piccoli spunti di riflessione, immagini e “giochi” che vedono i ragazzi protagonisti. “A volte siamo costretti a incentrare il nostro focus su altro rispetto alla nostra idea iniziale, il giornalista deve capire quale focalizzazione catturerà maggiormente l’attenzione del lettore”.
Assieme al focus, gli altri elementi fondamentali sono il titolo e l’attacco. Entrambi devono convincere e invogliare, ma allo stesso tempo essere esaustivi e contenere le ‘famose cinque W: what, when, who, where, why (cosa, quando, chi, dove e perché).
“Avete presente i gialli? – continua Modica- Ecco, nell’articolo di giornale dovete fare esattamente il contrario! Non tenetevi il più bello per la fine, altrimenti nessuno lo leggerà.” Questi semplici trucchi sono in realtà essenziali e decideranno il destino del pezzo scritto.

Formare i ragazzi su determinati argomenti significa renderli lettori consapevoli ed attenti, oltre che giornalisti in erba.
Alla fine dei tre incontri stabiliti, verrà infatti aperta una “stanza” su Ferraraitalia, dove gli articoli scritti dai ragazzi e considerati più meritevoli, potranno avere il giusto spazio.
Grazie a questa nuova collaborazione, il giornale vuole dare l’opportunità a giovani ragazzi di vedere il proprio nome come firma di un articolo pubblicato e collaborare con una redazione giornalistica.
Questa esperienza sarà utile anche per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro. Un mondo che spesso “chiude le porte in faccia”, che non dà adeguato modo di sperimentare e mettersi alla prova.

Sperando che l’iniziativa possa avere un esito positivo, la redazione vuole ringraziare il Liceo Ariosto per questa collaborazione appena avviata, gli insegnati per il tempo che stanno dedicando al progetto e gli studenti interessati che hanno partecipato al primo incontro con grande attenzione.

Per concludere con le parole del direttore, incitiamo i ragazzi a mettersi in gioco, ma con un piccolo avvertimento “Non potete immaginate che potere immenso ha il giornalista tra le sue mani. L’importante, è che questo potere, non dia alla testa”

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Chiara Argelli


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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