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Fin da bambini abbiamo tutti sogni o aspirazioni un po’ particolari: “Da grande vorrei fare la cantante, l’astronauta, la ballerina, l’attore…”. Chi non ha mai pronunciato una frase simile? Poi cresciamo e tendiamo a riporre i sogni che mirano alto nel famoso cassetto.
Valentina, nata a Ferrara nel 1997, ha detto: “Da grande vorrei fare la scrittrice” e così, a soli diciotto anni vede pubblicato il suo primo libro. Martedì scorso, poco prima della presentazione del suo libro, tenutasi in Biblioteca Ariostea, ci ha concesso una intervista, parlandoci di lei e del suo libro ‘Domani sarà un’altra possibilità. Mañana serà otra possibilidad’.

“Quando scrivo c’è sempre un groviglio che devo andare a snodare e questo avviene soltanto quando mi lascio andare alla bellezza delle parole”. Valentina è molto determinata nonostante l’evidente emozione per la sua prima conferenza. Una ‘penna matura’ come la definisce il suo editore (Faust Edizioni, che ha sede proprio a Ferrara) dato che nel suo libro tratta temi di evidente spessore quali la morte, la tossicodipendenza, la paura di vivere, accentuando così quelle sensazioni tipiche dell’adolescenza per le quali i ragazzi si sentono spaesati, non adatti alle situazioni, in una fase di passaggio e di conflitto dove ‘definirsi’ risulta veramente arduo.

Valentina ha superato questa fase assieme ad Amanda, protagonista del suo libro, nonché una sorta di alter ego. “La sua sofferenza era la mia sofferenza, le sue emozioni erano quelle che in quel momento stavo vivendo io, anche se non ho mai vissuto sulla mia pelle le sue vicende” – si lascia sfuggire un “per fortuna” dato che Amanda, nel romanzo, deve affrontare situazioni notevolmente pesanti.
“Ho iniziato a scrivere a 15 anni, mi piaceva scrivere, ma ovviamente mai avrei pensato di arrivare alla pubblicazione. Era semplicemente un mi piace, lo faccio!”. Un grande incentivo è arrivato da una sua insegnante di lettere delle superiori che ricorda con molto affetto: “Un giorno le dissi ‘Prof, vorrei scrivere un libro’ e lei mi rispose che secondo lei potevo farcela. Anche lei, come me, probabilmente non era troppo convinta, ma le piaceva come scrivevo e questo per me è stato un forte impulso per dire ‘adesso scrivo, poi vediamo come va’ ”

Curioso, il fatto che gli ultimi a sapere della vicenda siano stati i suoi genitori: “Sono andata da mio padre e gli ho chiesto se poteva darmi dei soldi. Giustamente, mi ha chiesto il motivo e io gli ho risposto che dovevo pubblicare il mio primo libro. L’unico ostacolo rimaneva solo far leggere il romanzo ai suoi: “Come gliel’ho detto sono rimasti sconvolti, poi hanno deciso di darmi una mano, ovviamente hanno letto il mio libro e ne sono rimasti entusiasti.”
Lo scrivere risultava molto difficoltoso per Valentina soprattutto nell’ultimo anno di superiori dove, tra esami e studio ha dovuto lasciare il suo libro in stand by concludendolo solo dopo gli esami di stato. Questa mancanza di tempo l’ha allontanata, a malincuore, anche dalla lettura della sua scrittrice preferita Valentina d’Urbano, colei che l’ha fatta appassionare al mondo della scrittura.Il primo libro che porta nel cuore è infatti “Il rumore dei tuoi passi” scritto dall’omonima, ‘divorato’ da lei in soli tre giorni.

Adesso invece, con l’avvenuta pubblicazione, Valentina rivela che la sua paura più grande è quella di puntare troppo sul libro: “Mi sono iscritta all’università qui a Ferrara ma non sto frequentando perché con l’inizio delle presentazioni del mio libro, ho altro per la testa. Ma non vorrei ritrovarmi un giorno, bloccata perché i miei romanzi magari non hanno preso piede e, senza una laurea”
A questo proposito rivela che ‘bolle altro in pentola’, anticipando così la stesura di un nuovo libro anche se non si espone troppo sull’argomento, ammettendo che l’andamento dei suoi scritti cambia svariate volte. “So la storia principale, ma non conosco ancora che piega prenderà”. Ecco perché quando ho iniziato a scrivere ‘Domani sarà un’altra possibilità’ il romanzo doveva terminare con un nuovo amore per la protagonista, cosa che invece alla fine non avviene.”
L’ispirazione per i suoi testi è sempre dietro l’angolo. “Scrivo in camera, a mano, poi trascrivo a computer. Ma sto attenta a tutto quello che ho attorno, anche solo ad una sensazione, perché sono proprio quelle che mi aiutano a scrivere, non tanto i fatti che succedono”

Relatrice alla prima presentazione, è una delle sue professoresse di lettere dell’ultimo anno, la professoressa Crepaldi, che parla di Valentina con particolare stima e ammirazione: “Tantissimi adolescenti scrivono, ma il più delle volte si fermano. In lei c’è stata quella determinazione di passare dallo sfogarsi sul diario personale, al raccontare una storia da condividere. Con Valentina, le nostre parole di insegnanti non sono cadute nel vuoto e oggi, posso vedere il concretizzarsi di un sogno”.
Nei loro messaggi, la docente spesso inseriva citazioni di Svevo, una delle quali è divenuta il promemoria personale di Valentina “Fuori dalla penna non c’è salvezza”.

A quanto pare non è l’unica citazione che la giovane scrittrice abbia seguito alla lettera “la penna mi aiuterà ad arrivare al fondo tanto complesso del mio essere -Altra massima di Svevo-, ecco perché mentre io scrivevo, Amanda rifletteva con sé stessa, e la sua ‘Renaissance’ è stata anche la mia svolta”.
Concludendo, nella speranza che questa giovanissima scrittrice possa continuare ad inseguire i suoi sogni e realizzarli, il suo appello ai suoi coetanei è: “Se credete in qualcosa, seguite il vostro sogno, per quanto possa sembrarvi irraggiungibile” e riguardo al suo appena realizzato, incita: “ Se volete svelare i misteri che avvolgono Amanda… allora leggete il mio libro!”

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Chiara Argelli


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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