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UCRAINA e SUDTIROL :
e se il modello Alto Adige/SüdTirol fosse usato per fare pace?

UCRAINA e SUDTIROL:
e se il modello Alto Adige/SüdTirol fosse usato per fare pace?

La pace in Ucraina non arriverà così presto ma arriverà. Sei mesi fa lo scrissi, perché la “sicurezza” (doverosa per l’Ucraina, ma anche per la Russia) cela temibili ostacoli.
Se infatti attivi l’articolo 5 della Nato o una simil specie (come propone Meloni, uno per tutti, tutti per uno, anche se non sei nella Nato), devi essere sicuro che non ci sia qualche gruppo fondamentalista (in Ucraina o Russia) che non faccia un attentato terroristico di ampia portata, facendo così scattare una guerra totale tra Russia e Nato/USA. Lo teme Trump, fidandosi poco di un’Ucraina ridotta (molto più anti-russa), e della Russia, con cui Trump vuole fare affari.

Nelle guerre c’è sempre una forte componente nazionalista (di “patria”). Scrive Hanna Perekhoda, storica ucraina, in MicroMega (e da noi ripresa), la Russia vuole che in Crimea e Donbass ci siano sudditi di Putin, senza libertà, sottomessi al “progetto globale messianico” della Russia come impero.
E’ vero, ma non è quanto fa Trump con gli americani e fa talvolta la nostra UE, quando, vassalla degli USA, con un accordo sui dazi a nostro danno, delibera un riarmo senza passare dal Parlamento UE? E cosa fa Trump e le democrazie liberali per impedire a Israele di sterminare un popolo?

Lo sterminio nazista degli ebrei era noto solo ad alcuni, ma quello dei palestinesi di Gaza è di dominio pubblico.
Israele spara anche sulla Croce Rossa, neppure i nazisti lo fecero.
E, cara Perekhoda, cosa ha fatto l’Ucraina verso i russofili del Donbass dal 2014 al 2022, se non volerli assoggettare al loro Governo a suon di bombe?

Il diritto internazionale è in crisi perché violato prima di tutto da noi occidentali. Ma ci sono buone pratiche a cui ispirarsi.

L’esempio dell’ Alto Adige/SüdTirol

L’Alto Adige/SüdTirol è oggi una delle più prospere e ricche regioni d’Europa. Ci vivono in pace il 70% di lingua tedeschi, 26% di lingua italiana e 4% di lingua ladina, tutti con una tv regionale, propri costumi. Ci sono voluti però molti anni. All’inizio gran parte della maggioranza tedesca voleva un’autonomia dall’Italia o andarsene in Austria, da cui 300 attentati terroristici di vario tipo. La Politica agì allora in modo intelligente scambiando “sussidi (soldi) per pace”.

I terroristi altoatesini sono stati “sgonfiati” dai connazionali quando hanno capito che i sussidi dell’Italia sarebbero stati maggiori di quelli dell’Austria (che nulla voleva dare).

La pace fu frutto della lungimiranza Politica italiana. Ma qual è il vantaggio dell’Italia nell’aver conquistato con la guerra queste terre? Nessuno, se non il fatto di dire che Sinner è italiano (ma neppure ci paga le tasse). Sarebbe l’Austria a pagare per la tutela delle minoranze e l’Italia non avrebbe le spese aggiuntive per il SüdTirol che, se erano comprensibili 80 anni fa, sono oggi anacronistiche essendo diventata una delle regioni più ricche d’Europa col turismo. Gli italiani in ferie sarebbero benvenuti come lo sono oggi tutti coloro che profumatamente pagano in quei luoghi.

Dopo la fine della guerra in Ucraina

Dopo 3 anni di guerra e la superiorità militare della Russia quale sarebbe il senso di non fare una pace? Zelensky vuole lottare per altri 100 anni…per perdere altri territori (oggi più di ieri e meno di domani)?
Nelle aree occupate dai russi vivono 3,5 milioni e altri 2,5 si sono spostati in Russia. Molti sono anziani ed è gente che avrà bisogno di assistenza. Tutto è distrutto e ci vorranno centinaia di miliardi per ripartire: un costo enorme che grava su chi occupa quelle terre.

L’idea di sconfiggere militarmente la Russia si è dimostrata sbagliata. Si vuole dimostrare che la giustizia vince sulla prepotenza al prezzo di un altro milione di morti ucraini (e russi)? Ma può parlare di giustizia una Nato che ha fatto quasi tutte le guerre negli ultimi 80 anni?
E soprattutto non c’è una via simile al SüdTirol in Ucraina (ma anche in Palestina) se ci fosse davvero una UE autonoma che coopera (coi paesi Arabi per la Palestina) e non prende solo ordini dagli Americani? Questa si, sarebbe vera democrazia e fratellanza e l’inizio di un nuovo mondo al posto dell’assurdo riarmo e delle parole biforcute.

Fatta la pace (seppur cedendo territori e con garanzie di sicurezza), si ape la porta agli aiuti per lo sviluppo dell’Ucraina. A lungo andare, se la Russia è un’autocrazia, ci sarà l’effetto che ebbe la Germania Ovest sull’Est: il crollo dell’URSS. E se l’Europa diventa davvero autonoma e democratica, tra 30 anni anche la Russia potrebbe far parte della UE, spostando la competizione (come nel periodo USA-URSS) dalle armi allo sviluppo vero dei propri cittadini.

Ursula Von del Layen vuole invece un’Ucraina “porcospino d’acciaio”. Sa che i giovani europei non vogliono più fare la guerra e dunque devono farla gli ucraini, ma col rischio che poi il porcospino d’acciaio voglia farla, come mostra l’attentato al Nord Stream 2 da parte di un graduato dell’esercito ucraino (un sottoposto di Zelensky), mettendo tutti in pericolo (USA inclusi). L‘obiezione è che la Russia vuole attaccare altri Stati europei. Ma è credibile che una Russia in declino demografico che in tre anni di guerra ha conquistato solo il 12% dell’Ucraina, voglia fare la guerra contro 32 eserciti della Nato più l’Ucraina? E comunque, se avvenisse, sarebbe sconfitta anche senza Ucraina nella Nato.

La dimostrazione dell’inutilità delle guerre di conquista di popolazioni ostili ha avuto negli ultimi 50 anni una poderosa conferma. Le superpotenze (USA e Russia), ma anche altri, non riescono a mantenere territori che sono ostili ai conquistatori. In fondo tutte le guerre perdute dagli americani (e russi in Afghanistan) mostrano questo.
Popolazioni (seppur povere e senza forti eserciti) riescono a sconfiggere (prima o poi) superpotenze. Potrebbe succedere anche al potente Israele invadendo la Palestina e trovando il suo Vietnam. Una delle poche eccezioni è il Tibet con la Cina, ma nel complesso vale la regola dell’impossibilità o enorme difficoltà alla conquiste di popolazioni ostili.

Questa regola vale anche per la Russia. Conquisterà le aree russofone e che parlano russo limitrofe al suo territorio, ma non potrà mai conquistare per molto tempo, non dico popolazioni europee, ma neppure l’ovest dell’Ucraina.
In tal senso la scelta della piccola Svizzera di restare paese neutrale e non investire sulle armi è molto più lungimirante di quella che, disgraziatamente, sta facendo l’élite UE, peraltro, sconfessata dalla maggioranza dei suoi cittadini che non la condividono. Per questo non è stata discussa nel parlamento europeo, dimostrando che sulle scelte che contano, la “democrazia” è retorica e che questa élite europea, non solo è succube degli Stati Uniti, ma delle lobby della finanza che conducono la musica (cioè l’economia) da 30 anni.

L’unica pace possibile

Carlo Cottarelli, sempre misurato e prudente, si allinea (Corriere della Sera, 22 agosto 2025) a quello che molti considerano l’”Accordo possibile”:
1. Neutralità dell’Ucraina (non ingresso nella Nato),
2. Garanzie di sicurezza per Ucraina e Russia,
3. Cessioni dei territori russofoni (Crimea e Donbass). Cioè quanto chiede la Russia da sempre (o almeno da Istanbul).

Si dirà: ma così vincono i potenti! Certo, ma è una storia che dura da 80 anni e se la UE vuole un nuovo mondo giusto deve farlo nascere lei per prima, cominciando a diventare autonoma e lottare per questo, non starsene succube del più potente in “comfort zone”, blaterando di ideali mentre briga per far diventare i ricchi sempre più ricchi.

Cottarelli è però giustamente preoccupato che tale accordo (prima viene e meglio è per la stessa Ucraina che è perdente sul campo), dimostri “quanto sia stato sbagliato da parte della UE aver sostenuto per tre anni l’Ucraina e che la via diplomatica era l’unica possibile. Si tratta – dice Cottarelli– di posizioni estreme che non guardano la realtà. La realtà è che Putin non ha vinto, perché, come si è capito dalle sue prime mosse durante l’aggressione, il suo obiettivo era l’asservimento dell’Ucraina al suo volere, la sua trasformazione in uno Stato vassallo, la fine della sua indipendenza. L’eroica lotta del popolo ucraino, col sostegno dell’Occidente, ha impedito di raggiungere questi risultati”.

E’ una povera bugia per non perdere la faccia (e la poltrona) da parte di un intero establishment, che è stata smentita anche dai negoziati di aprile 2022 a Istanbul, sabotati da Inghilterra e Usa, quando si poteva ottenere la pace subito senza un altro milione di morti e feriti (ucraini e russi) e altri 3 anni di guerra e senza cedere territori alla Russia. Il problema è che UE e Italia sono vassalli degli Stati Uniti (come dimostra il recente accordo sui dazi) e non hanno quell’autonomia che farebbe così bene non solo a noi ma al mondo intero, Ucraini e Palestinesi/israeliani inclusi.

Un mondo dove crescono i Brics e da noi gli immigrati ovunque, in SüdTirol e domani in Ucraina, Italia, Stati Uniti e Israele, che dovranno di necessità pensarsi molto diversi da come credono…la storia scava come la “talpa” e chi sbaglia paga (è questione di tempo).

Cover: carta dell’Alto Adige/Sudtirol

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Andrea Gandini

Economista, nato Ferrara (1950), ha lavorato con Paolo Leon e all’Agenzia delle Entrate di Bologna. all’istituto di studi Isfel di Bologna e alla Fim Cisl. Dopo l’esperienza in FLM, è stato direttore del Cds di Ferrara, docente a contratto a Unife, consulente del Cnel e di organizzazione del lavoro in varie imprese. Ha lavorato in Vietnam, Cile e Brasile. Si è occupato di transizione al lavoro dei giovani laureati insieme a Pino Foschi ed è impegnato in Macondo Onlus e altre associazioni di volontariato sociale. Nelle scuole pubbliche e steineriane svolge laboratori di falegnameria per bambini e coltiva l’hobby della scultura e della lana cardata. Vive attualmente vicino a Trento. E’ redattore della rivista trimestrale Madrugada e collabora stabilmente a Periscopio.

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