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Le storie di Costanza /
Alla caccia della VOLPE VERDE. Ritorno a Pontalba

Le storie di Costanza. Alla caccia della VOLPE VERDE. Ritorno a Pontalba

Dopo un mese dalla mia prima presenza in paese e dopo due dalla morte della contessa, tornai a Pontalba. Sia nei bar che nei negozi si parlava ancora del cielo verde sopra la villa il giorno della morte di Maria Augusta, anche se la notizia non faceva più scalpore.

Come tutti gli accadimenti umani, anche i più strani dopo un po’ acquisiscono l’etichetta di ‘passati’ e vengono archiviati come le pagine già lette di un romanzo di racconti, seppur originali. Si erano abituati tutti alla notizia che il cielo era verde sopra Villa Cenaroli il giorno della morte della contessa e, la normalizzazione dell’evento, aveva permesso sia di parlarne sia di dimenticarsene.

La vita degli abitanti di Pontalba procedeva come sempre lenta e curiosa come le sponde del fiume intorno al quale il paese era cresciuto. Il Lungone scorreva, con la sua acqua insidiosa, verso la foce e i pescatori animavano le sue sponde insieme alla vegetazione e alla fauna locale. Un bell’insieme di vita, pensieri, attese e ricordi.

Presi una stanza al Pontalba Hotel, non troppo originale come nome ma adatto al contesto, visto che non esistevano altri alberghi in quel paese e non era necessaria alcuna distinzione da altri posti di pernottamento. Arrivai il 3 marzo, me lo ricordo perché è il giorno del compleanno di mio cugino Armando, e trovai un muro di nebbia fitta e morbida come una cagliata appena fatta. Una poltiglia bianca, densa e impenetrabile.

– Oggi c’è nebbia. Peccato, non si vedono i campi che sono già di un bel verde acceso – così mi disse la signora della reception, una certa Erika dal bel fisico e dalle labbra rosso fuoco. Una ragazza socievole con cui mi intrattenni più volte a chiacchierare. Mi diede una stanza al secondo e ultimo piano dell’albergo. Una bella camera spaziosa con la finestra e il balcone rivolti verso Cominella, la frazione di Pontalba dove è ubicato il santuario di Santa Capellina Assunta.

Appoggiai la mia valigia vicino al letto di ferro e mi sedetti sul materasso per osservare il resto della stanza. Un grande armadio di legno scuro di circa centocinquant’anni e un comodino dello stesso periodo, entrambi verniciati di fresco e ben tenuti. Una scrivania e una sedia di legno laccato e due poltrone ricoperte di un tessuto a strisce color crema e rosa, un tappeto che ricordava il tessuto delle poltrone, uno specchio sopra lo scrittorio.

Il bagno era piccolo, azzurro, con i sanitari e la doccia, un secondo specchio, un asciugacapelli e dei teli di spugna azzurri. Non era un arredamento particolarmente ricercato, ma piacevole e ben tenuto. I teli del bagno erano ripiegati e stirati, le lenzuola del letto tiratissime, il piumino arrotolato verso la parte del letto dove avrebbero potuto riposare i miei piedi.

Sul cuscino era appoggiato un cartoncino con scritto: “benvenuto a Pontalba” e sopra il cartoncino era collocato, un po’ in bilico, un cioccolatino a forma piramidale, assai invitante. Ero di nuovo là. Non so per quale motivo quel posto mi faceva sentire a casa.

Un paese della pianura lombarda, attraversato dal fiume, ricco di vegetazione, con poche case e pochi abitanti, una villa vicino al fiume con un parco magnifico e dei veri Conti che vi abitavano. Tutto lì, un piccolo mondo curioso.

Il mio capo voleva che scrivessi un articolo per TresciaOne sulla morte della contessa Maria Augusta e che indagassi sulla diceria assai bizzarra che dalla sua tomba, il giorno dell’inumazione, fosse uscita una volpe verde. Una vera stranezza, però in paese tanti erano convinti che fosse successo davvero. Si diceva che una volpe verde fosse uscita dalla tomba mentre vi stavano calando la bara per poi dirigersi verso il boschetto vicino, incurante della gente raccolta intorno al feretro per l’ultimo saluto alla morta.

Non solo, la mattina in cui la cameriera aveva trovato la contessa morta, il cielo era diventato verde sopra villa Cenaroli. Ma se per qualche rara congiuntura metereologica può capitare di vedere il cielo verde, una volpe non può diventare improvvisamente verde per poi tornare del suo colore originale.

Quindi perchè Clementina, la cameriera personale della morta, il panettiere e il lattaio avevano visto la volpe di quel colore? era stato lo stato emotivo di quel particolare momento? Forse il cielo verde aveva lasciato nelle loro retine una forte impressione e il colore era stato traslato sulla volpe semplicemente per un fenomeno psichico non del tutto spiegabile, ma nemmeno del tutto sconosciuto, qualcosa che poteva avere a che fare con l’autosuggestione? Ma esistono le volpi verdi? Qualcuno ne ha mai viste?

Il manto delle volpi può essere rossiccio o bianco, non mi risultano malattie volpine che possano alterare questi colori. Però la volpe poteva essersi strusciata in una particolare erba, ci sono erbe che lasciano colore e macchiano. Qui è capitato a tutti di ritrovarsi alla sera con i pantaloni striati di verde. L’animale si era semplicemente rotolato in un’erba particolarmente macchiante?

Insomma, non si sapeva come spiegarsi l’accaduto e il mio capo mi aveva rispedito a Pontalba per indagare. Quando ero stato qui la prima volta, avevo raccolto alcune testimonianze sulla vita di Maria Augusta e diverse persone mi avevano raccontato che il verde smeraldo era il colore preferito della nobildonna, la quale possedeva una magnifica collana di quelle preziose pietre.

Pensando agli smeraldi mi sorpresi a ricordare quando, diversi anni fa, ebbi una fidanzata che mi piaceva particolarmente e per un po’ di tempo pensai di sposarla. Andai in una gioielleria per comprarle un anello con lo smeraldo e scoprii che non avevo i soldi per pagarlo se non facendo un mutuo. Lessi quell’esperienza come un cattivo presagio e dopo un po’, forse condizionato da questi miei retropensieri, interruppi quella relazione che stava cominciando a non convincermi più.

Mentre pensavo alla mia ex che si chiamava Lina e cercavo di mettere in fila le informazioni che avevo già raccolto sull’apparizione della volpe, ero ancora seduto sul materasso della mia stanza d’albergo. Dalla finestra che dava verso Cominella, la nebbia cominciava a diradarsi e si intravvedevano macchie di verde che facevano capolino nel bianco.

Una visione particolare e suggestiva che solo nelle zone d’Italia dove si è avvezzi alla nebbia fitta, si vede. Se ci si concentra sul bianco e la giornata prosegue verso il mezzodì, ad un certo punto compaiono come dal nulla delle sagome prima sfuocate e poi sempre più nitide e si cominciano ad intravvedere piante, case, macchine, persone. Gradualmente le forme si mostrano per quello che sono, emergono dal bianco. Un fenomeno suggestivo e romantico che consiglio come esperienza materiale e spirituale insieme.

Pensando a dove riprendere le mie ricerche per poi scrivere l’articolo sulla morte della contessa, ricordai che mi era stato suggerito da alcuni Pontalbesi con cui avevo parlato un mese prima, di chiedere una spiegazione su quegli strani fenomeni di trasformazione del colore a una certa Costanza Del Re che abitava in via Santoni Rosa e che conosceva Maria Augusta perché era amica di sua figlia Malù.

Mangiai il cioccolatino, feci una doccia veloce, misi un paio di jeans e un maglione di lana nero e scesi nella hall dell’albergo per chiedere a Erika dove e quando trovare Costanza Del Re. Erika mi disse che conosceva Costanza, abitava a poche centinaia di metri da casa sua, in Via Santoni Rosa, la via che ha sull’angolo la forneria di una certa Camilla e che scende verso la parte bassa del paese, dove si ammucchiano le case dei Pontalbesi meno fortunati, perché la zona è a livello del fiume ed è più soggetta ad esondazioni.

La casa di Costanza Del Re rasentava le vecchie mura medioevali di Pontalba. Mi misi in cammino, uscii dall’albergo e mi diressi verso la forneria di Camilla, dove pensavo di fare una tappa prima di andare dalla signora con cui volevo parlare. Da quel che mi aveva detto Erika, il negozio di Camilla e la casa di Costanza erano vicine, una sul cantone della via e l’altra qualche casa più in là, entrando in via Santoni. Di fronte alla Casa dei Del Re c’era quella dei Canali, signori che avevano un’impresa di trebbiatura florida e conosciuta. Mi feci coraggio ed entrai nel negozio.

– Buongiorno – dissi

– Buongiorno – mi rispose una ragazza da dietro il banco. Ecco Camilla, pensai.

 – Mi dica – disse.

Per non sembrare inopportuno comprai una lattina di birra e una confezione di crakers.

Sono un giornalista, sto indagando sugli strani eventi associati alla morte della Contessa Maria Augusta, lei ne sa nulla? –

-Certo, a Pontalba tutti sanno tutto di tutti, bisogna solo discriminare ciò che è vero da ciò che non lo è.

Interessante risposta, come in tutti i paesi del mondo anche qui circolavano sia notizie vere che false e la scommessa giornaliera era quella di riuscire a capire quali appartenevano alla prima categoria e quali alla seconda.

Camilla mi sembrò subito molto consapevole di tutto ciò, il suo lavoro le garantiva un osservatorio di rilievo su quel piccolo lembo di Lombardia. Le dissi della volpe verde e lei mi rispose che alle volpi vedi lei non credeva minimamente e che la gente di Pontalba doveva smettere di inventarsi fesserie. Subito dopo vidi entrare una signora con dei lunghi capelli neri e sentii Camilla dire:

– Ciao Costanza!

‘Ecco Costanza Del Re in persona’ pensai, e mi girai a guardarla. Nonostante la mia decennale esperienza di giornalista e il mio aver registrato eventi e luoghi di ogni genere, rimasi stupito. Gli occhi di Costanza erano di uno strano verde, esattamente come lo era il suo abbigliamento. La giovane era interamente vestita di verde! Io credo alla coincidenza e da quella visione rimasi completamente attratto.

Questo signore che fa il giornalista, vuole informazioni sulla volpe verde – disse Camilla senza aggiungere altro, perché ciò che aveva detto riassumeva ed esauriva il senso della mia presenza.

Costanza si mise a ridere e poi si girò verso di me e mi disse:

– È capitato nel posto giusto, le volpi vedi esistono solo qui e sono bellissime.

Mi chiesi di quali volpi stesse parlando e per un momento mi sembrò una volpe verde pure lei, bella e furtiva. “Questo paese ha davvero qualcosa di strano” pensai, e così facendo mi cadde dalle mani la lattina di birra e feci un fracasso terribile nel negozio… o almeno così mi sembrò quel giorno.

Cover: immagine tratta da https://pixabay.com/it/images/search/free%20image/

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Costanza Del Re

E’ una scrittrice lombarda che racconta della vita della sua famiglia e della gente del suo paese, facendo viaggi avanti e indietro nel tempo. Con la Costanza piccola e lei stessa novantenne, si vive la storia di un’epoca con le sue infinite contraddizioni, i suoi drammi ma anche con le sue gioie e straordinarie scoperte.

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