USA e Italia. Perchè la diseguaglianza porta al declino
Salari, sanità e scuola. Il caso americano e quello italiano
La vicenda dei dazi ha messo in luce quella debolezza degli Stati Uniti di cui avevano parlato alcuni esperti ma che a lungo era stata occultata dall’élite (e dal mainstream che imperversa sui nostri media). Il motivo era convincere che la globalizzazione (avviata nel 1999) avesse arricchito tutti, gli occidentali e prima di tutto gli americani.
Ha arricchito di certo e in modo enorme una esigua minoranza di occidentali (senza precedenti storici), ma immiserito una buona metà dei suoi cittadini (europei e americani). Lo si vede non solo dalla modestia dei salari reali, ma dal restringersi dei tre pilastri dello “Stato sociale” che integravano il salario: una casa accessibile, una sanità gratuita, buone pensioni (in Italia “retributive”, cioè calcolate in base agli ultimi stipendi e quindi più alte delle attuali che usano il metodo contributivo). Dopo poveri e operai, ora a soffrire è anche gran parte della classe media.
Trump deve fare i conti con tre fattori di debolezza prodotti proprio dall’iper libero scambio:
1. alto debito pubblico,
2. alto deficit commerciale,
3. poca manifattura (8milioni; l’Italia da sola ne ha 4 milioni e 368mila). Per questo si svaluta Re dollaro, nonostante le mattane e i dazi di Trump. L’Europa (non la Cina) lo fa più forte di quel che è e la sua ricetta per rifare “grande” l’America (dazi, re industrializzare gli Stati Uniti, avere la leadership tecnologica sui principali settori, togliere ai poveri per dare ai ricchi, disfarsi degli immigrati) è molto complicata e da “bullo” quando vuol far pagare i costi ai suoi alleati.
Più complicato è farli pagare ai nemici (Cina, Russia) perché hanno “le carte” (come Trump usa dire) per contrastarlo: la Cina ha materie prime e rare che, se non acquistate, fermano parte della produzione tecnologica e militare americana, la Russia non si può vincere con armi convenzionali ma solo nucleari e ha immense risorse prime che si vorrebbero condividere. Per questo vuol far affari con la Russia, cambiando rispetto a Biden, la politica estera e sperando che la “leva” degli accordi & affari la allontani (almeno un po’) dalla Cina.
Un modello basato sulla diseguaglianza e le privatizzazioni
Ciò che non è cambiato da Biden è il modello interno degli Stati Uniti basato su disuguaglianza e privatizzazioni.
Anzi il Big Beatifull Bill prende ai poveri per dare ai ricchi, facendo altro debito pubblico. L’idea di Trump è finanziarlo coi dazi che nei primi 2 mesi hanno generato per gli USA 40 miliardi aggiuntivi, coi quali spera di finanziare i tagli delle tasse a ricchi e benestanti e aumentare i salari. L’Europa che non sa che pesci pigliare probabilmente accetterà “quello che passa il convento”.
Se guardiamo i salari USA del 2023 per macro settori professionali si nota che il 26% degli americani ha un salario mediano (50° percentile) attorno e sotto i 35mila dollari (30mila euro) che per gli Stati Uniti sono bassi salari.
Gli occupati nella manifattura (production) si son contratti del 30% dal 1999 (da 12,6 a 8,8 milioni), nonostante sia cresciuta l’occupazione globale (+19%).
E’ cresciuta la classe media (da 25 a 40 milioni) che ha un salario mediano da 78mila dollari in su.
Ci sono poi 11-12 milioni di clandestini (illegali) che fanno molto del “lavoro sporco” con salari bassi non contabilizzati e che danno una mano non da poco all’economia legale, al punto che alla domanda di Gallup “sono una buona o cattiva cosa gli immigrati?”, il 79% dice che sono ok, mentre era di questo parere positivo solo il 52% nel 2002.
Occupati e salari (a prezzi costanti) dal 1999 al 2023 per macrosettori in USA
Il nuovo volto dell’America e dell’Italia
Oggi l’America è diventata più disuguale, arrabbiata e divisa (chi ha fiducia nelle Istituzioni americane come Congresso, le grandi aziende di Business, Banche, Corte suprema, stampa, magistratura, militari, scuole pubbliche, Chiesa, è sceso in modo costante dal 48% del 1979 al 28% del 2025).
Trump è insieme l’esito di una lunga disaffezione e la speranza per metà degli americani. Tuttavia nessun paese piegato da una forte disuguaglianza interna ha una seria prospettiva di prosperità, perché i bassi salari della metà degli occupati associati ad un indebolimento dello stato sociale (che in Usa è già molto debole), minano la “bona vita” sia individuale che delle comunità, portano all’alcolismo, alla droga, al fentanyl e creano le condizioni per la caduta di chi governa.
Un “avviso ai naviganti” che vale anche per l’Italia avviata a coniugare più occupati con bassi salari (verso la piena sottoccupazione) con un welfare sempre più povero, anche perché crescono i bisogni di salute e di formazione dei cittadini.
Il triste destino della sanità pubblica
Per avere un’idea di quello che potrebbe succedere proseguendo a privatizzare la nostra sanità pubblica si deve sapere che negli Stati Uniti, dov’è a pagamento tramite assicurazioni private (ma 70 milioni non possono pagarle), gli occupati nella sanità dal 1999 al 2023 sono più che raddoppiati (da 3 milioni a 7), uno dei maggiori incrementi tra tutti i 22 macrosettori. Anche il salario mediano è aumentato in valore reale del 15,3%, uno dei maggiori (più dei manager) e ciò spiega perché la sanità negli Stati Uniti pesi oggi così tanto sul Pil (18,8%), mentre in Italia è solo il 6% (con 2 milioni e 54mila addetti).
Ma nonostante questo aumento di occupati e di salari (un medico guadagna in media 500mila dollari all’anno) gli Stati Uniti sono l’unico paese al mondo dove è calata la speranza di vita e dove la sanità è costosissima. Questo incremento spiega perché ci sia anche in Italia interesse sulla sanità in quanto stanno crescendo i bisogni di salute nei paesi con molti anziani.
L’Italia è avvertita: senza un incremento rilevante della sanità pubblica assisteremo ai guasti del modello americano anche in Italia.
Scuola, diseguaglianza e immigrazione
La disuguaglianza ha poi effetti negativi su molti aspetti. Non ultimo quello scolastico. Là dove c’è crescente disuguaglianza lo Stato può permettersi, come nel modello americano, di avere molte scuole pubbliche non buone e poche scuole private di qualità per l’élite. C’è però un problema. Se la scuola pubblica non forma buoni tecnici, buoni diplomati e laureati, le multinazionali americane come fanno, visto che il “capitale umano” è ovunque decisivo per la produttività?
Solo nelle professioni della classe media servono 2 milioni di laureati all’anno quando ne escono la metà dalle università americane, per non parlare dei buoni diplomati che non escono dalle scuole americane. Come si è fatto allora?
Si è ricorsi all’importazione dall’estero di buona manodopera. In passato l’emigrazione di buoni lavoratori veniva dall’Europa, Germania, Irlanda (tra cui Albert Einstein, Enrico Fermi, von Braun, l’ideatore del programma spaziale americano). Poi sono arrivati i russi e russi ebrei negli anni ’90 dopo il crollo dell’URSS. Tutti paesi dotati di buone scuole superiori. Più di recente gli immigrati con buoni studi vengono dall’Asia (India, Cina,…). Ecco perché gli Stati Uniti sono un paese di immigrati da sempre e perché crescono demograficamente di continuo (da 150 milioni del 1950 ai 334 del 2024, come se in Italia fossimo passati da 47,5 a 106 milioni).
Ora Trump, spinto dal movimento MAGA, non vuole più immigrati. Ma senza buona immigrazione anche le imprese multinazionali americane andranno in crisi. In tal senso va anche letto lo scontro tra Musk (che pur essendo razzista vuole gli immigrati per le sue imprese e non solo) e la corrente Maga (Bennon,…) che vogliono un paese senza immigrati. Un gigantesco problema per gli Stati Uniti e per Trump, ma è un loro problema.
Poiché sappiamo che la disuguaglianza influenza la spesa nella scuola (più c’è disuguaglianza più la spesa scende) e l’Italia non può permettersi certo di importare laureati e buona manodopera dall’estero (semmai se ne vanno i nostri), varrà la pena discutere come il paese possa stare in piedi spendendo così poco per la sua scuola.
Da qui vengono i futuri problemi del Governo Meloni: senza un forte incremento di risorse nella sanità e nella scuola, il paese è destinato a declinare e influenzare il voto elettorale.
,Cover: focsiv.it – Fonte immagine © Scenari Economici
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