di Gloria Lanzi
‘Ha un brutto male’ si dice. Per esorcizzare la paura. Per evitare l’effetto che ha chiamare certe patologie con il proprio nome. Come si potesse spegnere in un colpo tutta la problematicità associata a certe malattie, come l’Alzheimer.
La famiglia di L.F. ha guardato in faccia il mostro e lo ha affrontato a lungo, per anni, fino a quando, pochi giorni fa, questo mostro ha ottenuto la sua vittoria. La notte di Natale, intorno alle ore 3.30, in un piccolo paese della campagna bolognese, San Matteo della Decima, al centro tra le province di Bologna, Ferrara e Modena, L.F., pensionata originaria del paese, malata ormai da cinque anni di Alzheimer, è riuscita ad uscire di casa, sfuggendo agli occhi della famiglia. Ad illuminarle la strada gli addobbi natalizi delle abitazioni. Intorno solo silenzio.
L’anziana signora conviveva con la figlia, la quale nella notte aveva sentito la madre alzarsi, ma in un attimo di leggerezza, si è subito riaddormentata. La ricerca disperata è iniziata solamente alle 7.30 del mattino, quando i familiari, essendosi accorti dell’assenza dell’anziana, hanno coinvolto amici e parenti, contattato i carabinieri, e diramato un annuncio tramite la pagina Facebook del paese.
Immediata la risposta delle autorità e di numerosi compaesani. Poi un amico della famiglia ha ritrovato il corpo dell’anziana, lungo un fossato, nei pressi dell’abitazione in cui la signora viveva. E’ bastato poco per capire che ormai ogni speranza era perduta. Affidata la salma alle competenze dei medici legali, ora, la famiglia è in attesa di conoscere nei particolari la causa del decesso. Il paese si stringe nel cordoglio.
Questo è successo a L.F., una dei 600mila malati d’Alzheimer in Italia, vittime di una malattia degenerativa che colpisce prevalentemente gli over 65, e che si riscontra in numero maggiore tra le donne. Una diagnosi temuta ed ancora non completamente conosciuta, che toglie dignità alle vittime. Il malato entra in un percorso senza uscita, sempre in deficit e fatto di perdite; la memoria, l’autonomia, il linguaggio, l’orientamento, non sono più abilità sotto il controllo dal soggetto che si trova a vivere in un mondo sfuocato, che non riconosce. Le cure pesano sulle spalle delle famiglie che scelgono di affrontare insieme ai loro cari la malattia. In Italia circa l’80% delle famiglie sceglie di ospitare e provvedere alle cure in casa, e solo il 10% dei malati viene curato negli ospedali, le scoperte farmaceutiche e neurologiche negli anni hanno fatto passi avanti, ma è ancora insufficiente la risposta della sanità pubblica.
Nonostante le difficoltà in ambito sanitario, nel territorio italiano sono nate diverse associazioni di volontari al fine di sostenere e affiancare i malati e le loro famiglie. Nella provincia di Ferrara ha un certo rilievo l’associazione A.M.A. (Associazione Malattia Alzheimer) che attraverso punti di ascolto, corsi ed attività, offre aiuto e sostegno alle famiglie. Inoltre con spettacoli ed eventi, promuove l’informazione e ricava fondi. Molti sono i luoghi dislocati sul territorio ferrarese e bolognese che si occupano del coinvolgimento e dell’assistenza degli anziani malati, offrendo ospitalità diurna e compagnia, per non lasciarli soli.
(Gloria Lanzi, iscritta al Liceo Cevolani di Cento, classe Quinta – sez. E, frequenta il corso di giornalismo dell’Istituto)
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Redazione di Periscopio
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