Spallini per sempre: un nuovo libro di racconti su una passione senza fine
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Spallini per sempre: un nuovo libro di racconti su una passione senza fine
‘Tifosi spallini per sempre’, il grande racconto della passione biancoazzurra. Edizioni della Sera, AA.VV., a cura di Cristiano Mazzoni.

Una raccolta di racconti spallini, dove la partita rimane sullo sfondo, dove protagoniste sono la passione, l’identità, la gioia d’essere un acronimo, un’iperbole di ritorno.
Dice “ma proprio adesso, anche dopo il millesimo fallimento, adesso che i biancazzurri corrono sui campi del Nonantola e del Gambettola?”
Certo, proprio ora, ancor di più. Per quei colori del cielo che hanno stregato generazioni di ferraresi e non ferraresi, per quelle righe strette che ci prendono il cuore dai tempi del cortile fino alla nostra dipartita.
E no, non sto esagerando. Venti e passa autori, eterogenei, differenti, con storie e percorsi di vita spesso agli antipodi hanno cercato di raccontare la spallinità declinandola in maniere diverse.
Ogni partita indicata nella raccolta è tassativamente autentica, il contenuto cambia a seconda delle diverse sensibilità. Dal racconto frutto di un’accurata ricerca storica, a quello più spontaneo e autobiografico, abbiamo cercato di allontanarci il più possibile dalle scontatezze e dalle ripetitive indicazioni sulla prima volta. L’arco temporale dei racconti è di circa settant’anni, dal 1957 al 2024. Il lettore, sia esso appassionato tifoso, simpatizzante o semplicemente alla ricerca di qualche ora di svago, ritroverà certamente una partita, un personaggio, un amico, un nonno di sua conoscenza.
Perché in maniera ossessiva e spesso compulsiva riteniamo la spallinità una diagnosi irreversibile? Perché questa specificità vera o presunta di una “malsana” passione per i colori che rappresentano la città?
Perché il ferrarese è la sua squadra del cuore. Gli undici ragazzi che da oltre un secolo sgambettano dalle parti di Corso Piave ne sono la sua immutata e immutabile rappresentazione. La stessa sfiga che aleggia sul simbolo del cerbiatto ne è la prova. La nebbia, il cigolio di una vecchia bicicletta coi freni a battente sul selciato di Ercole D’Este, laggiù verso la Casa del Boia sono il suo habitat. Il ferrarese, non emiliano, non romagnolo, e nemmeno veneto, rimane un essere strano, senza rappresentazione né rappresentanti. Un essere che si lamenta del caldo, del freddo e del tiepido, che bestemmia per il traffico in una giornata di pioggia ma che decide di prendere la superstrada per il mare alle undici del mattino di Ferragosto.
Un popolo in grado di spostare undicimila persone per una trasferta in serie C2, di andare in cinquemila a San Siro e di superare le cinquemila unità per l’esordio in Eccellenza. Gente strana, impastata tra umidità, zucca tritata, salama da sugo, clinto, brazadela, ciupeta e la S.P.A.L..
La S.P.A.L., appunto, il più bell’acronimo della storia calcistica italiana, dove Arte e Lavoro si mescolano, partendo da una sacrestia di salesiani fino a vincere per ben due volte la serie B. La S.P.A.L. non va raccontata partendo dalle vittorie (poche), ma dalle viscere di chiunque abbia calciato un Super Tele in un cortile di periferia.
La santificazione del dì di festa, un piatto di cappelletti fumante, una sciarpa di lana fatta all’uncinetto e il percorso fino al tempio incastonato a un chilometro dal castello di San Michele. Un tutt’uno con la città, a Ferrara non si va allo stadio o alla partita, si va “alla S.P.A.L.”, moto a luogo, trasfigurazione del tifoso con la propria squadra. In campo ci andiamo noi, quel colpo di testa, quella sforbiciata, quell’entrata vigorosa sono il nostro gesto atletico e nessuno mai potrà tagliare quel legame atavico e ancestrale.
Sabato 22 novembre alle ore 18.30 presso la libreria UBIK verrà presentato il libro “Tifosi spallini per sempre”. Non mancate, vi divertirete e assaggerete il sapore romantico e unico dell’essere spallino.
Forza vecchio cuore biancoazzurro!
Cover: elaborazione grafica di Carlo Tassi
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