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Parole e figure / Leggere sotto l’ombrellone: Katitzi va in città

Libri da leggere ovunque, a scuola come sotto l’ombrellone. Le avventure della piccola Katitzi parlano di diritti, di crescita e di consapevolezza. Con dolcezza, leggerezza ed armonia.

Uscito a maggio in libreria, edito da Iperborea, Katitzi va in città, della svedese Katarina Taikon, usa l’arte del racconto per rivendicare diritti e far conoscere un popolo.

Katitzi è, infatti una bambina rom, ha ormai undici anni (le sue avventure, però, iniziano da quando ne ha sette) e vive al campo nomadi, composto da tre tende e un carrozzone. Vive, con la sua famiglia, spostandosi di luogo in luogo. Con il timore, sempre, che qualcuno li cacci via. Ha una sorella più grande di nome Lena, tranquilla e obbediente, un fratello, Paul, che lavora con papà Taikon, è una sorella, Rosa, che ha fatto loro da mamma finché non si è sposata e trasferita lontano. La mamma di Paul, Rosa, Lena e Katitzi infatti è morta quando lei era molto piccola. Ora ci sono matrigna e tre fratellastri.

Katitzi, quando non è impegnata a cacciarsi in qualche guaio, anche perché non sa frenare la lingua, la piccola ama sognare ad occhi aperti, esattamente come sanno fare tutti i bambini del mondo. Diventerà un’amata principessa, avrà splendidi vestiti e nelle sale del suo elegante castello risuonerà la più bella musica rom. Magari non mancheranno fiori e delikatessen. Non saranno certo le angherie di una matrigna senza cuore a distruggere i suoi favolosi piani!

Eppure, la vita al campo è diventata troppo difficile, anche per una bimba solare e piena di vita come lei. Così una mattina, Katitzi prende il suo scialle più bello, fa una carezza al piccolo Swing e scappa di casa. Ormai alla sua età non ha paura del mondo e sa benissimo cavartela da sola. Le basta scambiare qualche chiacchiera con il lattaio e leggere la mano, con un po’ di fantasia, a un paio di persone che incontra sul cammino verso Uppsala, dove abita la sua adorata mamì. Katitzi le vuole così bene che è anche disposta a farsi pettinare la sua nuvola di capelli arruffati: e le avventure continuano, con una luce su ingiustizie e diritti dei bambini, senza mai perdere leggerezza e divertimento.

Il libro ha il patrocinio della Sezione italiana di Amnesty International ed è cofinanziato dall’Unione Europea.

“Mi sa che sei troppo piccola per prendermi il futuro”, sussurrò la signora. “Sono bravissima a predire il futuro, ma costo tanto!” disse Katitzi. “Ti darò 50 centesimi e un pezzo di formaggio!”, disse la signora. Le brillavano gli occhi, non vedeva l’ora che cominciasse, evidentemente si era già scordata che la bambina era troppo piccola per predire il futuro”.

Katarina TAIKON (1932-1995), è Una scrittrice svedese di origini romene è stata un’importante attivista e leader del movimento per i diritti civili. Come molti altri rom della sua generazione, è cresciuta in campi nomadi e non ha potuto frequentare la scuola, imparando a leggere e scrivere solo da adulta. Grazie alla sua lotta per migliorare le condizioni del suo popolo, i rom hanno ottenuto gli stessi diritti alla casa e all’istruzione degli svedesi. Convinta che l’unico modo per sconfiggere i pregiudizi fosse rivolgersi ai bambini, ha scritto la famosa serie su Katitzi, basata sulla propria vita. Pubblicati fra il 1969 e il 1980 e diventati anche una serie tv, i libri di Katitzi continuano a parlare al nostro presente a essere letti e amati in tutta la Scandinavia.

Katarina Taikon 1955
Katarina Taikon

Joanna HELLGREN (1981) è illustratrice, grafica e fumettista svedese; ha esposto i suoi lavori in Francia, Italia, Olanda, Belgio e Svezia e ha ottenuto diversi riconoscimenti in patria e all’estero per i suoi albi illustrati. Nel 2013 è stata tra i 31 illustratori che hanno rappresentato la Svezia alla Bologna Children’s Book Fair.

La collana Miniborei vi aspetta!

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival ‘Ambiente è Musica’, Roma Film Corto Festival), è vicepresidente di Ferrara Film Commission e segue la comunicazione del Ferrara Film Corto Festival ‘Ambiente è Musica’. Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Congo, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)