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Vivere serenamente il silenzio ed essere capaci di stare bene da soli sono al centro di questo originale albo. In un mondo sempre più saturo di rumore, una proposta che è una risorsa.

Un altro bellissimo albo illustrato esce con Kalandraka, “La visita”, di Núria Figueras, vincitore del XVI Premio Internazionale per albi illustrati Compostela 2023

La storia di una piccola volpe rimasta sola nella sua tana con una raccomandazione della mamma: non aprire agli sconosciuti.

Fuori cala il buio, anche se si sentono ancora gli schiamazzi allegri dei passeri e di altri animaletti felici e curiosi.

A bussare alla porta, toc toc, delicatamente, il Silenzio. Ma come si fa, se non si deve aprire a nessuno? Ma lui non è nessuno, è il Silenzio. Alto e grosso, imponente. Che paura, mamma mia, e se la divorasse? La curiosità però è grande e supera ogni remora. Insieme, volpe e silenzio, condividono alcune more, dolci e succose. Stare con lui non è poi tanto male, basta provarci ed è davvero bello riuscirci.

Ballare, allora, insieme? Certo, risponde il Silenzio, ma senza musica, o sarà costretto ad andarsene. La volpe non ne è capace. Il ritmo della danza sarà scandito solo dai battiti del cuore. Fuori non si ode più nulla, dentro di lei la piccola volpe sente una voce, sono i suoi pensieri, e, a volte, bisogna stare in silenzio per sentirli. È arrivato un nuovo amico.

Che bello sapere accogliere il silenzio, questo sconosciuto, questo dono oggi così raro e prezioso. Ricordo che tempo fa ne avevo scritto. L’ho sempre amato. Oggi è un privilegio, esserne avvolti e saperlo aspettare e accogliere. Un albo unico.

Per sfogliarne alcune pagine:

Núria Figueras, La visita, Kalandraka, Firenze, 2024, 36 p.

Leggi anche Per certi versi / Il silenzio inaudito”, di Roberto Dall’Olio

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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