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“Forse non tutti sanno che”, di Michela Nodari e Matilde Tacchini, è un nuovo albo di Kite edizioni uscito in libreria ieri, che racconta come arrivare a destinazione.

Forse non tutti sanno che c’è modo e modo di viaggiare, di arrivare a destinazione.

Uno è dirigerci lì direttamente, l’altro è arrivarci per vie traverse, indirette, non lineari.

E se viaggiassimo insieme a una cicogna, ammirando con lei la terra da lassù, osservando mari, monti, prati, colline, pianure e deserti, con libertà, leggerezza, coraggio e curiosità?

Sembra che gli antichi egizi adorassero le cicogne, credendo che queste si prendessero cura dei propri genitori ormai anziani. Dall’Asia all’Europa, passando per il Medio Oriente, la cicogna è, da sempre, simbolo dell’amore tra genitore e figli.

Se fa freddo, la cicogna parte, attraversa il mare per giorni e giorni. Sempre dritto, senza distrarsi, senza giocare con le nuvole, senza chiacchierare con le rondini, senza fermarsi a guardare i buffi animali del deserto. Senza perdersi. O quasi, perché se, per caso, perde la strada, la ritrova immediatamente. Riconoscendo gli animali giusti a cui chiedere.

Si tende spesso a pensare che il modo diretto sia preferibile, sia il migliore, il più rapido e sicuro, ma il modo trasversale permette di ottenere altre ricchezze, anche se costa più tempo, impegno, sforzo e fatica. Andare su e giù per il mondo, con la curiosità che tutto guida ed è il vero sale della vita, zigzagando fra gli ostacoli e dribblando le difficoltà, è la vera ricchezza che ci è stata regalata. Senza mai arrendersi. Scegliendo. Si torna sempre lì.

Un albo che racconta cosa fanno tutte le cicogne, tranne una, allegra, curiosa e impavida.

Il voler essere quell’una sarà la sola e unica soluzione.

“Forse non tutti sano che, per arrivare in Africa, alcune cicogne volano sempre dritto. Altre, invece, no”

 

Michela Nodari (Autore), Matilde Tacchini (Illustratore), Forse non tutti sanno che… , Kite edizioni, Padova, 2024, 32 p.

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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