Incendi in Amazzonia, i bambini sanno
Amazzonia, questa meraviglia sofferente, il luogo che l’Essere Umano sta distruggendo senza pietà e dove, invece, dovrebbe e potrebbe ritrovarsi. La deforestazione aumenta, a causa degli appetiti irrefrenabili di un famelico uomo (con la u minuscola), sia perché da esso provocati sia a causa del cambiamento climatico ormai inarrestabile.
Raccontare questa emergenza ai più piccoli e far comprendere quanto le foreste siano importanti per il clima oltre che immenso scrigno di biodiversità da salvaguardare, è non solo importante ma fondamentale.
Sul tema, arriva oggi uno straordinario albo illustrato dove domina il nero (un colore insolito in un libro per bambini) dell’artista peruviana Fabiola Anchorena, Aspettando l’alba, Kalandraka editore. Opera che ha vinto il prestigioso XV Premio Internazionale Compostela per Albi Illustrati nel 2022.
Con una nota alla fine della storia, l’artista – classe 1983, laurea in architettura – dedica il suo lavoro alla foresta amazzonica, nella quale nel 2019 si è verificato uno dei peggiori incendi degli ultimi anni che ha colpito il Brasile, il Perù e la Bolivia. Alla fine del 2019, anche l’Australia aveva iniziato a bruciare, devastando la fauna selvatica e mettendo in difficoltà tre miliardi di animali. Poi era arrivato il turno degli incendi in California ed Europa (Spagna, Romania, Portogallo, Francia, Croazia, Italia e Grecia). Il 2021 aveva annoverato un altro avvenimento importante: il Generale Sherman, una sequoia gigante di oltre 80 metri d’altezza che potrebbe avere oltre 2000 anni – età precisa non nota ma la più grande al mondo -, e altre sequoie millenarie della Foresta Gigante della California, sono state avvolte, dalle radici, in enormi teli ignifughi per proteggerle dagli incendi che minacciavano il Parco Nazionale. Da questa crisi, un racconto.
La storia inizia con un viaggio: le creature del magnifico ecosistema forestale che è l’Amazzonia lo iniziano per capire perché manca la pioggia lenta che scende, perché il cielo è sempre buio pesto. Nemmeno la luna argentina fa più capolino tra le stelle.
Gli animali affiorano da quel buio come fantasmi. È da molto che non vedono l’alba.
Sembra che il sole se ne sia andato via. Pare si sia nascosto nel profondo della foresta.
Tutti gli animali sbucano dai loro nascondigli e attraversano l’oscurità per cercare quell’alba che non vedono più. Una ricerca affannosa e affannata.
Che il sole si sia stancato di sorgere? Forse è troppo grande la fatica di sorgere, ogni mattina? E perché mai fa questo? Ha perso il lume della ragione? Li ha dimenticati?
C’è chi gracchia, chi ruggisce, chi fischia e chi ulula… la carovana degli animali avanza strisciando, nuotando, volando-svolazzando e saltando-saltellando!
Ma dov’è il calore del sole? Dove si è nascosto il colore dell’aurora?
Poi un calore finalmente si avvicina e li avvolge: Ma non è IL SOLE! Non è L’ALBA!
Quella luce crudele li brucia e li scotta, non è fatto così l’abbraccio del sole…
Spavento, terrore. Gli animali fuggono, scappano per mettersi in salvo.
Solo la pioggia (e con lei la pace e la speranza) può far rifiorire lentamente la foresta.
Solo quell’acqua che salva può far riapparire la casa accogliente. Eccola.
Con essa mutano anche i colori delle pagine del racconto, dal nero si passa all’azzurro, al bianco, all’arancione, al giallo, al rosso, al verde smeraldo, ai colori tenui.
Tornano le farfalle. Nessuno è più quello di prima ma la foresta è rifiorita. Sperando quei colori restino, per sempre, in una casa che deve essere piena di vita.
Forse un albo illustrato non può fermare le organizzazioni che vedono l’Amazzonia come un’opportunità per arricchirsi, dice l’autrice, ma può far pensare, può dare voce a tutti gli animali che vedono la loro casa distrutta in nome di qualcosa che ignorano: il profitto.
Può far sognare un mondo pieno del giallo del sole, del rosso dei pappagalli, dell’azzurro del cielo e delle farfalle, del verde delle foreste, i polmoni della terra.
Un libro-protesta dove ogni immagine sembra un piccolo quadro che scivola dal nero, al celeste, al bianco, al verde smeraldo: un inno all’immensa bellezza del nostro pianeta. Quella bellezza che non resterà a lungo se non ce ne curiamo, ogni giorno.
Fabiola ANCHORENA, Aspettando l’alba, Kalandraka, 2022
Libri per bambini, per crescere e per restare bambini, anche da adulti.
Rubrica a cura di Simonetta Sandri in collaborazione con la libreria Testaperaria di Ferrara.
Simonetta Sandri
Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
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Francesco Monini
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