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Parole a capo
Speciale numero 300/2

Eccoci finalmente alla seconda uscita speciale in occasione del Numero 300 di “Parole a capo”. Il primo reading che, come Ultimo Rosso, organizzammo qualche anno fa per le strade e piazze di Ferrara aveva come poesia conduttrice un testo di Wislawa SzymborskaAd alcuni piace la poesia“. In ogni postazione, le poete ed i poeti leggevano questo testo. Tutti noi ci riconoscevamo in questa straordinaria autrice per la sua capacità di trovare parole, immagini estremamente immerse nella quotidianità. Prima di lasciare spazio agli amici e alle amiche che hanno risposto positivamente al mio invito, condivido con voi una poesia di Wislawa Szymborska tratta dal volumetto “Basta così” dell’Adelphi uscito in traduzione italiana nel 2012. Grazie e buona poesia.

A una mia poesia

Nel migliore dei casi,
poesia, sarai letta attentamente,
commentata e ricordata.

Nel peggiore
sarai soltanto letta.

Terza eventualità:
verrai sì scritta,
ma subito buttata nel cestino.

Potrai approfittare di una quarta soluzione:
scomparirai non scritta,
borbottando qualcosa soddisfatta.

*

AVEVI UN PO’ DI ESTATE SULLA PELLE

 

Avevi un po’ di estate sulla pelle
la collanina d’oro
sulla pelle caramello
non so cosa fosse più prezioso

 I passi e i battiti
erano troppi nell’orologio
a ricordare che tutto di noi
è misurato
ma t’importava correre
mangiarti il tempo
prima che lui mangiasse te

 Sapevi di mare
coi capelli asciugati al sole
e qui il mare è un pensiero
che il cervello non considera
un’idea
di moto a luogo
una possibilità dell’andare

 Eri un viaggio appena cominciato
e nemmeno lo sapevi

(ANNA MARTINENGHI)

LIEVE IMPRONTA

Come colline
dolci o impervie
guidano lo sguardo,
così ogni poeta
lascia lieve impronta.
Come nel bosco
là dove il fiume ha scavato
più profonda sponda,
là dove scoscesa è la via
che si apre al piano,
così l’artista
scava nella mente e nel cuore.
Come la mano ha dissodato zolle
con fatica, con passione,
per consentire il raccolto,
così la voce della poeta,
come il volo di un nibbio,
canta leggere variazioni,
sillabe a creare il canto
della sua sinfonia.
(CECILIA BOLZANI)
*
GAZA, AMATA, DEVASTATA
Lingua di terra
sommersa da un mare
di lacrime amare.
Distesa di croci
purgatorio
diventato inferno;
sovrastano solo
fumanti macerie,
spietato uragano
di diavolo tiranno.
“Perché non si ripeta”
disse il nostro Levi
e invece orribile
sotto i nostri occhi
il genocidio si rinnova.
Uomo sapiens
fin che hai tempo
il tuo sen ritrova.
( Silvio Valdevit Lovriha )

 

*

 

LO STESSO SALE

C’è qualcosa che ci lega insieme
a un filo d’erba, al ronzio di un’ape
che si posa su un fiore
non sa quell’ape che sta salvando il mondo
mentre l’uomo lo sta devastando
Una nuvola passa e per un momento
oscura il sole
è lo stesso dolore
lo stesso sale
delle lacrime, del mare
Di un esilio di un calvario
c’è una nebbia che sale
dalla terra al cielo
e sulla terra si stende un velo
come un sudario
Le nuvole rubano l’acqua al mare
il sale alla terra
restituendo pioggia di sale
lacrime di sangue di carne innocente
secoli di colpa non espiata
inondano il tempo presente
C’è chi uccide chi muore chi guarda e tace
il sole sul Golgota s’è già oscurato
c’è una madre in ginocchio
e un bambino affamato
un altro che dorme e sogna la pace.

(MASSIMO TETI)

 

*

Ritratti d’acqua

Ci sono corpi
che il fiume non restituisce:
lo dicono i libri, i giornali,
le guerre, le leggi della fisica,
il nostro scagliare parti di riva
dalle dita al mistero.
Li stende su un letto d’acqua la luna,
brillano per errore della notte
dappertutto. Fallisce il piombo
del buio

dove si disegnano ali.

 

(ELISA NANINI)

 

*

 

Pelle scura

fiero retaggio
ora soltanto
trattieni le ossa.
Ricordi
pallidi campi
mai conosciuti.
Saperti bambino
nella piana riarsa
svuota ogni rifugio.
Vorrei
per fertili campi
vederti giocare.
(STEFANO AGNELLI)
*

Resta con me

                                                                                   Per Julio Cortázar
Resta con me, oggi, perché il vento
scuote il sacro albero del pane
e forse domani non nascerà
la speranza, già debole, di oggi.
Resta con me, la tua mano nella mia
anche se è per illuderci
per non pensare, prima del sonno,
troppo alla nostra fine.
Resta con me, mentre ci si sbrana
per vincere tutti i campionati
e pericolosi corifei distruggono
ogni bellezza, ogni civile desiderio.
Resta con me, oggi: non sentiremo
i richiami della foresta alla ferocia
e guarderemo la coppia di aironi bianchi
che frequentano il nostro giardino.
Con loro voleremo via.

(FRANCO STEFANI)

*

È maggio piove sempre, lacrima ininterrottamente.
Se morire in una fogna , senza scampo,
prede di ratti, inalati dalle urine e coperti di feci,
scarti umani in fila per una razione di pane?
meglio un soffio di vento e un alito di incenso.
La morte non ha la stessa faccia.
Le voci di fondo guerra e morti,
il luogo di lavoro diventa trincea,
i potenti sfilano in giacca e cravatta
sotto le bandiere a mezz’asta per la svaluta della moneta
e un affare andato male,
alla tavola rotonda lacrime e desolazione.
l’ultimo morso al pane e marmellata,
scrivo nero su bianco.
Mando giù il dolce boccone
inzuppato nello sdegno.

6 maggio 2024 – Casteldaccia ( PA)
Epifanio Alsazia, 71 anni, Ignazio Giordano, di 57
anni. Giuseppe Miraglia, 47 anni, Roberto Raneri, 51
anni, Giuseppe La Barbera, 28 anni.

(ROSARIA MUNAFO’)

*

piccolo airone

nel sole liquefatto di un’alba di nebbia
un airone bianco immobile al mio sguardo
poi improvviso il suo volo spaurito
come il cuore che si vede scoperto
in questa landa di pianura spietata.

Candido piccolo airone fuggiasco
il tuo becco appuntito perfora il vuoto
il collo uncino per agganciare il cielo

con le immense ali dispiegate
t’ho visto disapparire

curvo come una luna
denudata
nella notte di zolle intirizzite

(ELEONORA ROSSI)

*

Alla fine la vita
è solo un gioco di equilibrio
disse – togliendosi  il cappello
e poggiandolo vicino al cuore .
Dalla testa al cuore.
Ecco, metterli d’accordo
era dunque il segreto
contenuto in quella traiettoria
lenta del cappello.
Razionalità e passione
saggezza e follia.
Lei lo guardò trattenendo il respiro
in bilico tra una parola d’amore
e un sorriso.
Più volte era inciampata nella vita
e giurato a se stessa
di non farlo più.
È solo questione
di equilibrio, ora lo sapeva.
Alzò una gamba
e dimostrò che stava
imparando la lezione.
L’uomo con il cappello sul cuore
la donna in piedi su una gamba sola
(EMILIO NAPOLITANO)
*
(Foto di congerdesign da Pixabay)

“Parole a capo” è una iniziativa dell’Associazione culturale “Ultimo Rosso”.

Per rafforzare il sostegno al progetto invito, nella massima libertà di adesione o meno, a inviare un piccolo contributo all’IBAN: IT36I0567617295PR0002114236

La redazione di “Parole a capo” informa che è possibile inviare proprie poesie per una possibile pubblicazione gratuita nella rubrica all’indirizzo mail: gigiguerrini@gmail.com 

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Periscopio. Questo che leggete è il 301° numero. Per leggere i numeri precedenti clicca sul nome della rubrica.

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Pierluigi Guerrini

Pier Luigi Guerrini è nato in una terra di confine e nel suo DNA ha molte affinità romagnole. Sperimenta percorsi poetici dalla metà degli anni ’70. Ha lavorato nelle professioni d’aiuto. La politica e l’impegno sono amori non ancora sopiti. E’ presidente della Associazione Culturale Ultimo Rosso. Dal 2020 cura su Periscopio la rubrica di poesia “Parole a capo”.

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