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Nulla si edifica sulla pietra, tutto sulla sabbia, ma dobbiamo edificare come se la sabbia fosse pietra.
(Jorge Luis Borges)

VAI!
Corri, corri veloce
Più forte del tempo
Buca il futuro
E corri più avanti
Fatti catturare
Da un buco nero
E poi vai
Sulle frange dell’universo
Verso l’ultima galassia
Quella senza parole
Senza alba o tramonto
Sarai pura essenza
E sparirà il dolore
Sarà stupore
Vederti ricombinare
Come nuova creatura
*
VI GUARDO
Vi guardo
pascolatori
abbracciati stretti
ai bisonti della tradizione
Voi che vi trascinate da tempo
lenti, torpidi
per gli stessi sentieri
per le stesse scale
Voi che non tentate mai
la strada nuova
lì accanto, accidentata e misteriosa
magari verso quella foresta scura
che state avvelenando
“non si sa mai chi potremmo incontrare”
Voi che vi urlate addosso
sputacchiando
sempre le stesse frasi
ormai svuotate
anche quelle ruminate a lungo
Siete schiacciati dai pesanti bovidi
della tradizione
e ruminate pure voi che ormai
avete assunto l’espressione assente
di chi vi trascina
Vi guardo dall’alto
sono arrampicata sul traliccio
con pochi altri
sognatori agguerriti e
senza tutele
neanche “graduali”
Rischio di cadere ma
vedo lontano la città futura
il mare verde azzurro
 che brilla insolente
Vedo il luogo del riscatto
e vi lascio giù a pascolare
tra fango, deiezioni ed
erba rimasticata
Rischio ma ci vedo chiaro e
respiro felice
l’aria pulita della libertà
Diventeremo noi tradizione
leggeri, veri, nuovi.
*
IL TESTAMENTO DEL FIUME
Il testamento del fiume
è nella sabbia del suo letto
nel limo alla foce
nei canali scavati dalle correnti
nell’ombra svanita di un luccio in caccia
nella scia dei volti bianchi
 negli occhi assenti degli annegati
nelle valve aperte di un’anodonta
nei resti di una gallinella
ghermita dal grande predatore dell’est
Nel testamento del fiume
è deposta la mia vita
tra sassi lampi sorrisi e
letti stropicciati di sonno;
sogni premonitori latori
di angosce diurne,
ogni accadimento diluito nel tempo e
nell’acqua continuamente nuova e
nella bolla traslucida ancorata al fondo
che oscilla lieve nella corrente lenta
brillano i giorni trascorsi
tra corse e inciampi
e felicità strappata a forza.

Elena Vallin è nata e vive a Trecenta (Rovigo). Superiori e Università a Padova, si laurea in Pedagogia.  Ha insegnato alle scuole elementari a Padova. Ha due figli. Nel 1999 si laurea in Filosofia, nel 2013 si iscrive ad un Master Erasmus Quaternario e preistoria. Le poesie le ha stampate in 4 volumetti ma le ultime le scrive mano a mano che “arrivano” sul PC. I temi trattati riguardano i sogni, l’avvicendarsi delle stagioni, gli inciampi della vita… Su “Parole a Capo” sono state pubblicate diverse sue poesie. Segnaliamo “Lavoro quotidiano” e altre poesie del 23 marzo 2023.

Segnalazioni poetiche e incontri

Mercoledì 5 giugno alle ore 17:00 presso la sala Agnelli della biblioteca Ariostea sarà presentato il libro di poesia di Marta CasadeiQuello che resta“, Ed. La Carmelina.

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Periscopio. Per leggere i numeri precedenti clicca sul nome della rubrica.

 

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Pierluigi Guerrini

Pier Luigi Guerrini è nato in una terra di confine e nel suo DNA ha molte affinità romagnole. Sperimenta percorsi poetici dalla metà degli anni ’70. Ha lavorato nelle professioni d’aiuto. La politica e l’impegno sono amori non ancora sopiti. E’ presidente della Associazione Culturale Ultimo Rosso. Dal 2020 cura su Periscopio la rubrica di poesia “Parole a capo”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Cari lettori,

dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .

Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

La redazione e gli oltre 50 collaboratori scrivono e confezionano Periscopio  a titolo assolutamente volontario; lo fanno perché credono nel progetto del giornale e nel valore di una informazione diversa. Per questa ragione il giornale è sostenuto da una associazione di volontariato senza fini di lucro. I lettori – sostenitori, fanno parte a tutti gli effetti di una famiglia volonterosa e partecipata a garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano che si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori, amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato 10 anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato Periscopio e naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale.  Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 

Oggi Periscopio conta oltre 320.000 lettori, ma vuole crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

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Francesco Monini
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