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“La poesia è l’unica assicurazione disponibile contro la volgarità del genere umano”
(Josif Brodskij)
Per il compleanno di Claudio
Quando la sera è legale,
è primavera e spingiamo
oltre il ponte, oltre il fiume e la terra modenese
mentre una canzone ridice chi eravamo
e finisce svanendo la frequenza –
con voi Meri e Claudio e Daniele
a bere stasera scordando anniversari.
*
È vero, come siamo cresciuti
dieci estati indietro al parco
con il motorino, il primo orecchino
che ancora portiamo con fare bambino
– ci mette del tono, ci finge ribelli –
quando s’ammette, sdraiati a fumare,
il piacere che è stancarsi a lavorare.
*
Sono nuovi questi versi come riti
come danze della pioggia sui calanchi
fino a che l’afa passi via tra i viali
dove ancora ci siamo incamminati;
né tombe che ci fanno lo sgambetto
né prati nutrienti per i fiori;
cosa farci, cosa farci dell’amore
se d’amore non abbiamo più sentore.
Amarle
Quando la curva ti spara in faccia
vento forte e ti manca il respiro,
àlzati ancora più sopra nel sole
giocando a panorami e mani strette
– e stare qui seduti per colline
amarle amarle amarle
e poi non ricordarle.
da Notte provincia (seconda edizione 2023, in uscita presso Edizioni Contatti)
Segni sulla pelle
Hai graffiato la notte con le unghie
e con i denti, eri bella e timorosa
dei miei segni sulla pelle, graffiti
con forza che hai marcato
come le gomme
su un prato a Ferrara.
da Sotto fasi lunari (Incontri editrice, 2013)
Che tu goda o meno
Dalla prima volta che mi guardi
coi tuoi occhi scuri grandi
sei mistero, che tu goda o meno,
malinconico sguardo che a sbalzi
mi guarda e proprio mi rende
nel mio letto domestico atteso.
da Domestiche abitudini (Edizioni Contatti, 2020)
Giorgio Casali è nato nel 1986 e vive a Fiorano, in provincia di Modena. Ha pubblicato alcuni libri di poesia tra cui Notte provincia (Edizioni clandestine, 2011), Sotto fasi lunari (Incontri editrice,
2013), Diarietto cattolico (Giuliano Ladolfi editore, 2016) e Domestiche abitudini (Edizioni Contatti, 2020). Suoi testi sono inseriti nell’antologia Poeti di corrente (Le voci della luna, 2013), curata da Matteo Bianchi e Anna Ruotolo, e sul sito di Atelier. Con il pittore Andrea Chiesi ha pubblicato il catalogo d’arte 19 paintings 19 poems (Italian Cultural Institute of New York, 2014), dal quale è stato estratto lo spettacolo “Forma Suono Parole”, con la collaborazione musicale dei Divisione Sehnsucht, presentato la prima volta al Poesia Festival 2014. È uno dei centoquattro poeti dell’antologia Come sei bella (Compagnia Editoriale Aliberti, 2017) curata da Camillo Langone e dedicata all’Italia.
La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Periscopio.
Per leggere i numeri precedenti clicca sul nome della rubrica.
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchera.
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Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto.
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Francesco Monini
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che belle poesie