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“Il passato mi ha rivelato la struttura del futuro.”
(Pierre Teilhard De Chardin)

IL CASSETTO DEL TEMPO

Quanti sogni,
quanti fogli piegati
pieni di me,
quanti pensieri confusi
di mondi creati e distrutti
dalla mia contorta fantasia.
Il cassetto è pieno!
Il potere di essere tutto
e tutto a volte non basta
e si perde il senno dei sensi.
Mi salva la curiosità
di vedermi nel domani
e scoprirmi nudo
di fronte alla vita
che stupita mi chiede
“cosa vuoi diventare?”.
Non saprei,
magari un altro sogno
su un foglio piegato
nel cassetto del tempo.

 

LACRIME DEL TEMPO

Luci spente,
il Sole dorme.
Afflati di desiderio
smarriti nel vento.
Ricordi negli angoli
di un cuore dormiente.
Nel buio la sostanza
perde la sua forma
e non ci resta
che fluire negli attimi.
Noi,
lacrime di un tempo
inadatto ad esser speso.
Impareremo a piangere
i nostri consigli smarriti.
Nella gioia e nel dolore.

 

ANNEGO

Io so qualcosa che tu non sai,
me lo ha detto il vento,
una voce che passa e va.
In questo mare di cemento annego.
Palazzi di vecchie idee
costruiti ad arte
oscurano i principi e
fanno ombra al cammino.
Dove andrà il bambino
che fugge la noia?
L’ educazione cinica
forgerà un nuovo messaggero
di verità preconfezionate.
La curiosità è la zattera
del naufrago disinformato,
la ricerca è terra promessa.

 

IN PUNTA DI EGO

Ciò che è mio è mio.
Ciò che tuo non mi interessa.
A meno che non possa diventare mio.
In punta di ego abbiamo dato vita al sistema.
Mercato globale,
persone scollegate,
società instabile.
In punta di ego
abbiamo scelto
una solitudine condivisa che non ci salva
dalla paura di essere fragili.
Piangiamo l’aiuto
dell’egoista al nostro fianco
ma ha l’anima cieca,
come noi.
Il primo
che bacerà Giuda
salverà un pezzo di mondo
e insegnerà al prossimo
un ego utile globalizzato.
Ognuno di noi è il mondo.
Nel bene e nel male.
Ora scegliete il futuro.

Andrea Marchesini (Faenza,1979). Operaio, magazziniere, padre, compagno, cantante, scrittore, giullare di corte, intrattenitore. I suoi scritti sono stati inseriti in alcune raccolte di poesie della Fiera del libro della Romagna, nella collana Risvegli di una casa editrice romana e in alcuni progetti poetici dell’associazione culturale L’Ortica di Forlì. Dopo la pubblicazione nel 2016 dell’opera “Il più utile dei mali” e nel 2019 di “Sogni e calzini ( Chi osa)” con la casa editrice Tempo al Libro di Faenza, nel 2021 è uscita la terza opera poetica autoprodotta “ annEGO “, Ed. Amazon.
La rubrica di poesia Parole a capo curata da Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Ferraraitalia. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]

 

 

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Benini & Guerrini


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

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Francesco Monini
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