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FareDiritti in Ariostea

Mercoledì 13 settembre, ore 17,00 –  Biblioteca Ariostea, Sala Agnelli
Paola Castagnotto presenta l’ultimo libro di Alessandra Bocchetti:
“Basta Lacrime. Storia politica di una femminista 1995-2000”  

 

80 femminicidi da gennaio, 4 casi di stupro nelle ultime due settimane, 80 morti sul lavoro in media ogni  mese – donne, uomini, stranieri – 500 morti in mare nel 2023.

I numeri ci parlano! Non sono soltanto strumenti oggettivi e neutri, ma piccole pietre d’inciampo della nostra memoria. Dovrebbero essere le pietre roventi che non  ci permettono di scordare i tanti casi di violenza di genere, sul lavoro, in mare., che i media raccontano ogni giorno. In questo caso i numeri ci chiedono di usare tutte le nostre forze per cambiare cuore e cervello di una società, che non vuole rimuovere le condizioni che partoriscono gli orrori. Travestiti da tragica fatalità o da un crudele destino, ineluttabile.

Parto da questa metafora per annunciare un libro di cui è autrice Alessandra Bocchetti e  che FareDiritti porterà in Biblioteca Ariostea il prossimo 13 settembre. Si intitola “ Basta lacrime” . A presentarlo sarà Paola Castagnotto, presidente del Centro Donna Giustizia di Ferrara,  profonda conoscitrice di casi di violenza sulle donne e delle donne che ne sono vittime. La presentazione inizierà alle 17 e sarà accompagnata da letture e da intermezzi musicali al pianoforte.

Il titolo “Basta lacrime” , nelle intenzioni dell’autrice, non è una preghiera, ma un imperativo categorico che indica  alle donne una nuova direzione di marcia per uscire dall’incubo, perché limitarsi a piangere rafforza la rassegnazione e il senso di impotenza.

Le donne vittime di violenza, in famiglia e fuori, chiedono prima di tutto alle donne di essere forti, audaci, intransigenti , decise  a cambiare un modo di stare al mondo.

La pietà è passeggera, i rimedi sono sempre “a seguire”. La prevenzione non esiste o, se c’è, non funziona.

Alle donne che non si rassegnano e agli uomini che la pensano come loro, serve il coraggio di uscire da una visione passiva e passivizzante. La violenza, gli abusi, il disagio delle donne, dei giovani, dei migranti, non sono una fatalità, ma l’esito di un potere incapace di pensare un  mondo popolato da esseri umani diversi fra loro, ma di pari dignità.

Alessandra Bocchetti, “Basta lacrime. Storia politica di una femminista 1995-2000”, Bologna VandA edizioni, 2023

Alle donne, poiché il libro si rivolge a loro, serve una diversa rappresentazione di se stesse, un’immagine che le veda riprendersi dalla rabbia, dal dolore, dalla paura e dalla rassegnazione  per gridare a gran voce “Questo mondo non ci piace! Non ci piace un’umanità che fa la voce grossa con i deboli e si allea con i forti. E siccome non ci piace, siamo decise a cambiarlo, a partire dalle nostre città, dalle nostre case, dalle famiglie, dalle nostre scuole, dai nostri luoghi di lavoro, dalle strade. che percorriamo impaurite e con ansia per correre al lavoro, portare i bimbi a scuola, prenderci cura dei nostri vecchi.”

L’autrice è una figura storica del femminismo italiano, cofondatrice di un famoso Centro culturale intitolato a Virginia Woolf, voluto negli anni Ottanta  da donne appassionate e lucide che volevano aiutare prima di tutto se stesse a liberarsi dalle  infinite forme di prevaricazione presenti nelle leggi, negli stili di vita, perfino nel  linguaggio che determina la nostra quotidianità.

“Basta lacrime”  vuol essere un grido d’allarme. Ma è anche un inno al coraggio e alla caparbietà di cui le donne hanno dato tanto spesso prova per affermare la loro differenza e la loro dignità. Per gettare le basi di un mondo diverso, fatto di rispetto per le donne e più in generale di rispetto e di solidarietà fra tutti gli esseri umani, con un di più di attenzione verso i più deboli.

Con questo evento, che continua il percorso delle “Donne scendono in Biblioteca” , FareDiritti trova ospitalità in un luogo prestigioso della nostra città, come è la Biblioteca Ariostea, cuore e centro della cultura ferrarese. In questo modo vuole  sottolineare come l’impresa che il Gruppo si è assunto due anni e mezzo fa, quando è nato, nel giugno 2021, sia fondamentalmente un’impresa di natura culturale, perché cambiare il modo di guardare il mondo, adottare uno sguardo diverso sulle relazioni sociali, politiche, sull’ambiente e sulle persone, vicine e lontane, comporta uno sforzo arduo e faticoso. Farlo insieme ad altre, ad altri, chiedendo aiuto ai libri, può rendere l’impresa, se non più facile, certamente più gratificante.

Ai libri noi aggiungiamo la musica, grazie alle esecuzioni alla tastiera di Elisa Piffanelli, e le voci dal vivo di due lettrici, Silvia Brunetti e Cecilia Tassinari, di FareDiritti, che con Paola Catagnotto daranno vita all’incontro a cui siete tutti invitati.

Nota:
Dalia Bighinati è giornalista e storica autrice e conduttrice di Telestense, è cofondatrice di FareDiritti

In copertina: un’immagine per ricordare lo storico incontro tra Alessandra Bocchetti (prima a sinistra), Rossana Rossanda e Christa Wolf , Roma, 21 marzo 1992 (foto: 27esimaora.corriere.it)

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Dalia Bighinati

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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