Skip to main content

“È stato un viaggio ‘alla ricerca di’ sulle tracce dei cittadini ferraresi di origine ebraica scomparsi ad Auschwitz, ma è stato anche un viaggio nella perdita dei diritti umani”, così la professoressa Anna Maria Quarzi – direttrice dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara – descrive la visita degli studenti ferraresi al campo di sterminio di Auschwitz-Bikenau.

auschwitz
Bambini detenuti ad Auschwitz

Questo viaggio, infatti, rappresenta “la conclusione di un percorso di preparazione e di ricerca svolte dai ragazzi insieme ai loro insegnanti e ai collaboratori dell’Istituto”, sottolinea la professoressa, “perché l’obiettivo che ci siamo posti dall’inizio è stato evitare un’esperienza solamente emotiva, senza la componente della riflessione”. Il progetto Viaggio e memoria tracce, parole, segni sulle orme dei cittadini ferraresi di religione ebraica deportati ad Auschwitz, promosso dall’Istituto di Storia Contemporanea con la collaborazione del Meis-Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, che ha ricevuto il finanziamento dell’Assemblea Legislativa della regione Emilia Romagna, ruota intorno all’idea di un apprendimento critico, lontano dal ‘dovere della memoria’. Ha perciò coinvolto i ragazzi del liceo artistico Dosso Dossi e dell’istituto tecnico Aleotti attraverso cicli di incontri, lavori di ricerca sulla comunità ebraica ferrarese e sui suoi componenti, la realizzazione di mostre presso il Meis e di uno spettacolo teatrale andato in scena alla Sala Estense. Lo scopo, spiega la professoressa Quarzi, “era far conoscere ai ragazzi ciò che è successo nella loro città, il fatto che i luoghi che vivono quotidianamente sono stati teatro della privazione di diritti e che è accaduto a cittadini pienamente integrati nella vita della comunità ferrarese, di cui anzi spesso erano i protagonisti”. “Anche per la visita al campo di concentramento – continua la direttrice dell’Istituto di Storia Contemporanea – abbiamo voluto guide mirate, che non hanno fatto leva sulle emozioni, ma hanno ricostruito in modo molto oggettivo il funzionamento del campo di Auschwitz, dall’internamento dei primi prigionieri polacchi, alla Soluzione Finale, alle marce della morte. Inoltre il sistema concentrazionario è stato contestualizzato all’interno di un percorso storico-politico che aveva le proprie radici nel pangermanesimo e che ha trovato poi un terreno fertile nell’antigiudaismo polacco di matrice cattolica-popolare”.

anna-maria-quarzi
Anna Maria Quarzi è direttrice dell’Istituto di storia contemporanea di Ferrara

Il viaggio si è svolto dal 21 al 25, durante la settimana della lingua italiana nel mondo, “per questo abbiamo fatto tappa anche all’Istituto Italiano di Cultura di Cracovia, scoprendo diversi legami e corrispondenze fra la storia e la cultura italiana e polacca. L’ultimo giorno l’Istituto ci ha messo a disposizione una guida per la visita della città che ci ha portato nel quartiere Kazimierz, la zona dell’insediamento ebraico di Cracovia, e ha concluso il percorso nella cosiddetta Piazza delle sedie: la piazza del ghetto istituito dai nazisti, dove ora c’è un’installazione di due artisti polacchi composta da alcune sedie che vogliono essere l’emblema di una comunità perduta”. Attraverso questa visita “i ragazzi hanno potuto capire come, dopo l’oblio seguito al conflitto, ora la Polonia stia tentando di recuperare la memoria della propria comunità ebraica e delle sue relazioni con la popolazione in maggioranza cattolica”.
“Uno dei momenti più forti – confessa Anna Maria Quarzi – è stata la serata di riflessione e dibattito dopo la visita ad Auschwitz-Birkenau, che i ragazzi hanno avuto con gli adulti dell’Anpi che ci hanno accompagnato: una sorta di dialogo fra le generazioni attraverso cui scambiarsi impressioni e opinioni”.
Ora, come mi spiega infine la professoressa, “iniziamo una nuova fase di questo progetto, con la realizzazione di un video del viaggio e nuovi incontri nelle scuole che vorranno intraprendere questo percorso di approfondimento: il tutto sempre opera degli studenti, che devono rimanere i protagonisti attivi di queste iniziative, in modo che le conoscenze acquisite e le emozioni provate siano uno stimolo per riconoscere gli indizi e gli episodi di discriminazione e privazione dei diritti nella loro vita quotidiana”.

tag:

Federica Pezzoli


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it