Ferrara, un Comune infernale:
lasciate ogni speranza voi che entrate.
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La famosa iscrizione sulla porta dell’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri ben si presta per il Comune di Ferrara: infatti sono ormai innumerevoli le segnalazioni che lamentano temperature elevate all’interno degli uffici del Comune di Ferrara e che ad oggi non hanno trovato soluzione.
Solo per citare le ultime in ordine di tempo, in questi giorni gli uffici del SUAP e della Ragioneria registravano quasi 33° e quelli della Biblioteca Ariostea hanno raggiunto i 36°, in barba non solo al buon senso ma anche alle disposizioni in materia di sicurezza sul posto di lavoro.
Appare quanto meno singolare che il Comune scelga di attenzionare la sicurezza del Centro Sociale la Resistenza, al punto di emanare un’ordinanza urgente per impedire l’accesso ai locali, e scelga di ignorare le condizioni di lavoro dei propri dipendenti e la loro sicurezza.
Le alte temperature negli uffici comunali è solo uno dei temi legati alla sicurezza sul luogo di lavoro che dipendenti, RSU e Organizzazioni Sindacali segnalano da tempo al Comune di Ferrara senza ottenere risposte concrete; stiamo infatti ancora aspettando riscontro, tra l’altro, su:
- le tutele previste per i lavoratori e le lavoratrici che negli anni hanno prestato servizio nella scuola dell’infanzia “I Girasoli” dove recentemente è stata rilevata la presenza di amianto
- i percorsi formativi obbligatori per l’utilizzo in sicurezza delle nuove dotazioni del personale della Polizia Locale e per la gestione in sicurezza delle persone sottoposte a fermo presso i locali del nuovo Comando di via Tassoni
- la verifica dell’entità del rischio insito nell’attività lavorativa del personale docente e non docente dei servizi educativi
- le misure adottate per la tutela della salute dei lavoratori esterni durante le ondate di caldo estremo
Due pesi e due misure?
O ci ricordiamo della sicurezza solo quando serve come slogan e non quando ci impegna in prima persona?
FP CGIL CISL FP UILFPL
F.to Silvia Pivetti F.to Mariarosaria Rea F.to Davide Covi
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Riceviamo e pubblichiamo
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it
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