Se state canticchiando Say you Say me [ascolta] e siete di buonumore, forse avete appena finito di vedere (o rivedere) lo splendido film Il sole a mezzanotte (titolo originale White Nights). Se siete rimasti impressionati dalla coreografia da sogno della prima scena del film, Le Jeune Homme et la Mort [guarda], eseguita da Michail Nikolaevič Baryšnikov, anche se non amate troppo i passi sulle punte, non potete essere rimasti indifferenti all’armonia con cui questo ballerino si regge su braccia e gambe in esercizi al limite dello sconvolgente, all’abilità indescrivibile con cui gioca con sedie e tavoli, in prove di forza e armonia uniche per l’esecuzione.
Quasi sicuramente, allora, vi siete persi fra le ali di Barysnikov che, nel ruolo di Nicolai “Kolya” Rodchenko, sembra volare per davvero [vedi]. Certamente avete pure tremato un pochino con lui, quando l’aereo su cui viaggiava, in volo da Londra a Tokyo, era stato costretto ad atterrare sulla pista di un aeroporto siberiano, al suono di strappi nervosi e decisi delle pagine del suo passaporto. Perché Nikolai, ferito e ricoverato in un ospedale dell’Urss (il film è del 1985), non poteva permettersi quel lusso, lui che, divenuto americano, era scappato dal paese dieci anni prima, approfittando di una tournée in occidente del balletto Kirov, di cui era il primo ballerino, e trovando la libertà negli Stati Uniti (parte di quasi certa autobiografia). Riconosciuto dal colonnello del Kgb, il cattivo stereotipato Chaiko, l’ex-sovietico viene messo in un lussuoso appartamento, perennemente seguito da Raymond, un afroamericano che, a suo tempo, aveva fatto la scelta contraria, convinto di poter realizzare i propri ideali nel Paese che lo aveva ospitato, dove aveva anche sposato Darya, una gentile e bellissima moscovita, interpretata da una giovane Isabella Rossellini. Poiché Raymond è un asso del tip tap, i due uomini sono obbligati a convivere e ad addestrarsi duramente in una sala-prove del teatro Kirov di Leningrado (oggi teatro Mariinskij di San Pietroburgo), spiati da microfoni e fotocellule. Qui la scena della danza di un Baryšnikov quasi allo specchio è magistrale, come meravigliosa e forte è quella in cui il ballerino sfoggia tutta la sua abilità e potenza, sulle note di Fastidious Horses di Vladimir Semënovič Vysockij, davanti all’affascinante e bionda Galina Ivanova, suo grande antico amore che, nonostante il rancore per l’abbandono passato, lo aiuterà in una rocambolesca fuga verso l’ambasciata americana. Non vi sveleremo il finale di un film del più degno clima da guerra fredda, oggi di triste e inquietante attualità. Basti dire che la musica, le acrobazie, la rabbia costruttiva, la voglia di libertà, la dolcezza dell’amore, la forza che può infondere l’arrivo inaspettato di un figlio, la passione, la bellezza di strade e teatri di Leningrado, oltre che la melodia del trionfo dei buoni, meritano davvero una visione. Per potersi perdere, di nuovo, almeno un po’.
Il sole a mezzanotte – Diretto da Taylor Hackford. Interpreti: Mikhail Baryshnikov, Gregory Hines, Jerzy Skolimowski, Helen Mirren, Geraldine Page, Isabella Rossellini, John Glover, William Hootkins, Daniel Benzali, Hilary Drake, Florence Faure, Stefan Gryff, Shane Rimmer, Ian Liston, Megumi Shimanuki, David Savile, Maria Werlander, Benny Young. Usa, 1985. Drammatico, durata 135′ min.
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Simonetta Sandri
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