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Paolo Morelli, musicista, pittore, poeta e leader de Gli Alunni del Sole, il gruppo italiano le cui canzoni ci hanno accompagnati nella vita di tutti i giorni dalla fine degli anni Sessanta, si è spento ormai un anno e mezzo fa, il 9 ottobre 2013. Ma la sua scomparsa è passata quasi inosservata, annunciata soltanto da qualche lancio di agenzia e da flash dei telegiornali nostrani. Abbiamo perso un autore che ci ha descritto le sue passioni, per mezzo di canzoni dotate di una musicalità particolare, riconoscibili già dal primo accordo, ricche di parole che descrivevano amori, gesti, oggetti, ricordi e ossessioni.

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Gli Alunni del sole

Paolo era semplice nelle sue espressioni, una semplicità che ne misurava proporzionalmente la grandezza. Le sue parole nascondevano processi di pensiero non convenzionali ma unici e allo stesso tempo recepiti dalla maggiore parte delle persone, come parte del proprio immaginario; da qui il successo, l’amore e la stima per questo artista.
Ci piace ricordare le parole che lui stesso ha scritto nel libretto del suo ultimo album di inediti: “Per molto tempo ho fatto un sogno fantasioso e ricorrente. Una bambina cammina lungo una spiaggia senza fine tra cielo e mare e, con una decisa interpellazione di tipo cinematografico, mi dice: Ciao… io sono la tua storia… tutte le canzoni di questa mia nuova raccolta sono legate a questo tema del sogno a me tanto caro. Ho sempre scritto canzoni d’amore e ho cantato sempre l’amore”.
L’idea del sogno forse è la stessa della bambola di cartone di “Jenny” o di “Dov’era lei a quell’ora”, un originale concept album che racconta la storia di un uomo accusato di omicidio, parlando delle sue riflessioni di uomo, non importa se colpevole o innocente. Per chi non lo sapesse, il nome del gruppo è stato tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe Marotta.

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L’ultimo album di inediti

Qualche mese fa è uscito in sordina l’ultimo doppio Cd degli Alunni del sole, intitolato “La storia… il sogno”. Nel primo disco sono rappresentati 45 anni di storia, con quindici tra i maggiori successi del gruppo napoletano. La track list inizia con “L’aquilone” (il primo 45 giri pubblicato nel 1968), per chiudersi con “Liù” (vinse il Festivalbar nel 1978), passando per “Cantilena”, “La stanza dei ricordi”, “’A Canzuncella”, “Concerto” e tanti altri successi. Tutti i brani sono in versione originale, molto gradita la presenza di “Carezze”, che rappresenta la produzione realizzata sotto il marchio Rca, dopo gli anni in Ricordi, raramente proposta in digitale. Un’altra caratteristica degli Alunni è di non avere mai inciso cover straniere, come facevano abitualmente i gruppi della loro epoca. Naturalmente non poteva mancare “Jenny”, brano principale di “Jenny e la bambola”, ermetico concept album del 1974, ristampato soltanto recentemente su Cd (direttamente dal vinile), che racconta l’uscita dall’adolescenza di una ragazza, passando per metafore e figure ricorrenti quali maschere, sguardi, bambole, specchi e fiori.
La perla di questo cofanetto è senza dubbio l’album intitolato “Il sogno che svanisce” (quasi una premonizione), che contiene dieci tracce inedite. Si tratta di canzoni d’amore, come nella sua consuetudine, tra queste “‘Na canzone”, incisa anche da Patty Pravo, nel suo album intitolato “Meravigliosamente Patty”.
Le canzoni sono in lingua italiana e napoletana, tutte scritte da Paolo Morelli, che il fratello Bruno definisce “un cantautore all’interno di un gruppo”. Il disco d’inediti è intrigante, malinconico, allegro, poetico, frutto d’ispirazione e coinvolgimento da parte del suo autore.
Forse la nostalgia può avere influito su questo giudizio, ma ascoltando ” ‘Na Canzone” o “Ci vorrebbe un altro caffè”, i dubbi spariscono: “… ci vorrebbe un altro caffè, sposo così anche te, volo con nostalgia, a un soffio di malinconia, ma son sicuro che tu, ti prendi gioco di me…”. E come non emozionarsi con “La storia infinita”, sound anni ‘70 e un testo quasi sussurrato, tra il gioco e il sogno: “Conoscerai una stella cadente e un amore blu, finché la stella sarà lucente, la seguirai di più… fino alla fine di un dolce sogno, forse t’illuderai”.
Dalla fine degli anni ‘60 sino all’inizio del decennio successivo, le melodie e le parole de Gli Alunni del Sole hanno riempito l’etere radiofonico e televisivo, per poi uscire dalla scena dei grandi network, ma restando sempre a portata di fan e con qualche album uscito in punta di piedi.

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I dieci Cd del repertorio storico pubblicati da Sony nell’ottobre 2014

Lo scorso ottobre l’opera quasi integrale de Gli alunni del sole è stata racchiusa in un boxset di 10 Cd, venduti a un prezzo speciale. Tra gli inediti, in digitale, anche gli album “Jenny e la bambola”, “Dov’era lei a quell’ora” e quelli della Rca Italiana. Le canzoni di Paolo Morelli sono state interpretate, tra gli altri, da Ornella Vanoni, Enrico Ruggeri, Patty Pravo, Franco Simone, Placido Domingo e Joe Dassin, quest’ultimo ha inciso in lingua francese “‘A canzuncella”, con il titolo di “Quand on sera deux”, inserita nell’album “Les femmes de ma vie! del 1978: “Faut mettre des rideaux et des coussins fleuris des rayons pour les livres, un grand canapé-lit où il fera bon vivre, où l’on aura bien chaud, quand il y aura du givre ou de la pluie sur les carreaux… “.

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William Molducci

È nato a Forlì, da oltre 25 anni si occupa di giornalismo, musica e cinema. Il suo film “Change” ha vinto il Gabbiano d’argento al Film Festival di Bellaria nel 1986. Le sue opere sono state selezionate in oltre 50 festival in tutto il mondo, tra cui il Torino Film Festival e PS 122 Festival New York. Ha fatto parte delle giurie dei premi internazionali di computer graphic: Pixel Art Expò di Roma e Immaginando di Grosseto e delle selezioni dei cortometraggi per il Sedicicorto International Film Festival di Forlì. Scrive sul Blog “Contatto Diretto” e sulla rivista americana “L’italo-Americano”.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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