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“Era febbraio, ieri come oggi”, un viaggio musico-letterario, che mette a confronto il periodo della Resistenza con i tempi attuali, attraverso l’alternarsi di letture, a cura dell’attore Marco Sgarbi, e di canzoni, eseguite dal vivo da Beppe Giampà, su testi inediti dello scrittore ferrarese Sergio Gnudi.
Lo spettacolo è stato rappresentato domenica scorsa alla sala della Musica di Ferrara, patrocinato dalla fondazione L’approdo.

Fuori da ogni retorica, “Era febbraio” alterna testimonianze di resistenza e consapevolezza civile del passato e contemporanee, con richiami alla letteratura e in particolar modo a “L’Agnese va a morire”, il romanzo di Renata Viganò da cui fu tratto l’omonimo film diretto da Giuliano Montaldo. Tra letture e canzoni sono inseriti alcuni passaggi multimediali, come voci fuori campo e un discorso di Sandro Pertini, sui concetti di socialismo e libertà. Vi sono sette canzoni inedite, sei storie, in parte recitate e in parte lette, il filo conduttore è la resistenza ieri e oggi.
Giampà e Sgarbi sono riusciti a creare una forte empatia con il pubblico, che, nell’arco dei 50 minuti della performance, si è fatto piacevolmente coinvolgere dalle sonorità del musicista astigiano e dalla passione interpretativa di Sgarbi, mai sopra le righe o con toni fuori posto.

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“Era febbraio” di Sergio Gnudi, musicato da Beppe Giampà, con le letture di Marco Sgarbi

Pur con una scenografia essenziale, basata sulla presenza fisica dei due performer e degli strumenti necessari per suonare, leggere e ascoltare le registrazioni, il reading non ha avuto tempi morti, seguendo un percorso logico, nel raccontare le storie dei protagonisti.

Lo spettacolo ha un suo ritmo e funziona, e il pubblico se n’è accorto, prova ne siano i numerosi applausi a scena aperta, così com’è accaduto il giorno prima a Padova durante “La fiera delle parole”. Ora gli autori sono in attesa di nuove richieste, che gli consentano di rimetterlo in scena in tutti i luoghi possibili.

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Marco Sgarbi durante il reading

Marco Sgarbi ha debuttato giovanissimo, come attore, prima in teatro e poi nel cinema. Tra i registi con cui ha lavorato citiamo Marco Felloni, David L. Hirst, Alexandra Dadier ed Ermanno Olmi, nel “Mestiere delle armi”. Nel 2001, per il 50° anniversario dell’alluvione in Polesine, ha scritto, con Emanuele Alessandri, il monologo “Novembre 1951: cronaca di un’alluvione” di cui è stato regista e interprete. Dal 2002 è il direttore artistico del Teatro Comunale di Occhiobello.

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Beppe Giampà è l’autore delle musiche dei 7 brani del reading

Beppe Giampà ha al suo attivo numerosi album e reading musico-letterari, le sue produzioni musicali si distinguono per le originali sonorità e le trasposizioni in canzone delle poesie di grandi autori italiani. “I mattini passano chiari” è il suo ultimo disco, dove ha musicato le poesie di Cesare Pavese. Lo stesso titolo è stato adottato per lo spettacolo teatrale scritto e diretto da Alessio Bertoli, con Roberto Accornero e Barbara Forlai. Ora sta realizzando “Della fatal quiete”, il nuovo album dedicato alle poesie di Foscolo, Campana, Pascoli, Leopardi e Carducci.

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Da sinistra: Beppe Giampà, Sergio Gnudi, Marco Sgarbi

Sergio Gnudi, giornalista, poeta e scrittore, ha partecipato attivamente ai movimenti di poesia concreta, visiva, seguendo le orme tracciate da Adriano Spatola, con diverse installazioni e performance. Nel 2007 ha pubblicato “Del diavolo e della santità”, un’opera a cavallo tra teatro e poesia, con “A Cinzia” ha concluso la sua esperienza avanguardistica per rientrare nell’alveo della poesia classica, rivisitata. Gnudi ha scritto anche libri per i ragazzi e, nel 2014, “Le storie di Antonio”, racconti di partigiani e resistenza.

Tutte le foto dello spettacolo  sono realizzate da William Molducci

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La locandina di Era febbraio
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William Molducci

È nato a Forlì, da oltre 25 anni si occupa di giornalismo, musica e cinema. Il suo film “Change” ha vinto il Gabbiano d’argento al Film Festival di Bellaria nel 1986. Le sue opere sono state selezionate in oltre 50 festival in tutto il mondo, tra cui il Torino Film Festival e PS 122 Festival New York. Ha fatto parte delle giurie dei premi internazionali di computer graphic: Pixel Art Expò di Roma e Immaginando di Grosseto e delle selezioni dei cortometraggi per il Sedicicorto International Film Festival di Forlì. Scrive sul Blog “Contatto Diretto” e sulla rivista americana “L’italo-Americano”.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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