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Il ciclo dei rifiuti urbani e la gestione degli stessi (raccolta e smaltimento) ha un profondo impatto sull’ecosistema, sull’economia dei servizi pubblici, ma anche sulla salute e sulla politica industriale di un territorio. La conoscenza di questi impatti è un elemento fondamentale per la qualità del processo e deve essere messa a disposizione di tutti gli interlocutori del sistema per perseguire un’attenta politica ambientale orientata alla sostenibilità utilizzando importanti strumenti di rating. Il nuovo testo unico sui servizi pubblici locali, in corso di approvazione, inserisce novità importanti, a partire dalla eliminazione del regime di privativa dei Comuni alla fine di questo anno. Lo schema di decreto tracciato dalla legge «Madia» (legge 124/2015) infatti prevede la soppressione dei regimi di privativa ed esclusiva non conformi ai princìpi generali in materia di concorrenza. Si tratta di un grande cambiamento (correttivo all’art. 198 del dlgs 152/2006, comma 1-bis) per il quale il regime di privativa dei comuni ai fini della gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati allo smaltimento cesserà in ogni caso alla data del 31 dicembre 2016. Questo comporta che saranno necessarie delle ricognizioni puntuali per verificare le condizioni al nuovo regime.
Mi permetto allora di fare alcune considerazioni di principio che mi auguro siano da tutti condivise. Cerco di individuare dunque le principali componenti del settore in modo da permettere una possibile valutazione comparata sia delle priorità sia delle necessità da cui non prescindere; insomma alcuni presupposti generali che è auspicabile siano seguiti.
Partirei presentando i dati caratterizzanti il territorio al fine di individuare i flussi di rifiuti e le possibilità di gestione del sistema integrato. Può sembrare banale, ma deve essere obbligatoriamente soddisfatto il bisogno di informazioni e le disponibilità di valori quantitativi affidabili in quanto la conoscenza dei dati è elemento fondamentale necessario per tutti non solo per chi ci lavora.

Aspetti economici. La valutazione economica è l’elemento di riferimento per verificare l’efficienza e l’efficacia del sistema in modo da produrre la necessaria economicità del servizio. Troppo spesso questa analisi economica viene erroneamente tenuta nascosta ai cittadini che poi pero devono pagare. Gli aspetti economici devono essere invece parte integrante del sistema in modo da rendere omogeneo il metodo di riconoscimento economico delle spese e le loro attribuzioni al sistema tariffario.

Un’efficace azione di controllo sul gestore. In particolare, la definizione di indicatori di performance e il conseguente confronto tra il livello di servizio fornito e le aspettative degli utenti, che consenta da un lato un’analisi delle priorità del servizio e dall’altro, fornisca informazioni utili per la trasparenza del servizio pubblico. Nell’ambito dei servizi pubblici, risulta di fondamentale importanza l’acquisizione di un’informazione approfondita, relativa sia al funzionamento del servizio sia alle esigenze degli utenti. La valutazione degli indicatori di performance consente un’interazione tra l’erogatore del servizio e i cittadini, fornendo a questi ultimi informazioni relativamente agli obiettivi, ai costi e ai risultati del servizio offerto, favorendo di conseguenza un loro diretto coinvolgimento nel processo decisionale.

La collettiva conoscenza di un Piano industriale che possa muoversi verso il miglioramento dell’efficienza dei servizi per aumentare la qualità delle prestazioni; dunque la necessità di percorrere analisi di tipo tecnico-economico finalizzate ad individuare: possibilità e strategie di ottimizzazione dei servizi di raccolta erogati; possibilità e strategie di ottimizzazione/avvio utilizzo impianti e infrastrutture a servizio del ciclo dei rifiuti urbani nel loro complesso (compreso quindi sia le raccolte differenziate sia i rifiuti residuali sia il tema dell’assimilabilità). Il miglioramento della gestione dei servizi pubblici locali deve concorrere a elevare la qualità dei servizi per il cittadino; contenere le tariffe; promuovere cultura di sostenibilità ambientale.

La Comunicazione. E’ importante poter dialogare informando, facendo conoscere i pro e i contro di ogni soluzione tecnica e gestionale, coinvolgendo sugli obiettivi e sui principi, ricercando la collaborazione dei cittadini affinché gli impianti possano trovare collocazione, i servizi possano essere utilizzati nel modo migliore e le modalità di informazione siano percepite, diffuse e condivise. E’ importante che la funzione del comunicare e le politiche di comunicazione pubblica siano riconosciute da chi ha responsabilità nei servizi pubblici perché si tratta di attivare uno strumento fondamentale per promuovere l’amministrazione e i suoi servizi, per assicurare ai cittadini il miglior livello di informazione. La comunicazione pubblica va pensata come una concreta opportunità per migliorare gli stessi servizi pubblici. Le informazioni devono essere trasparenti e condivise. I cittadini devono essere a conoscenza dei principali dati di gestione. Devono essere presentati periodicamente dei report di andamento e deve essere garantito un sufficiente livello di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini.

Sono convinto di avere detto delle cose ovvie. Ma la domanda è: sono principi applicati ?

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Andrea Cirelli

È ingegnere ed economista ambientale, per dieci anni Autorità vigilanza servizi ambientali della Regione Emilia Romagna, in precedenza direttore di Federambiente, da poco anche dottore in Scienze e tecnologie della comunicazione (Dipartimento di Studi Umanistici di Ferrara).

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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