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Spunti di riflessione tratti dal libro che ricorda e festeggia 150 anni del Corriere della Sera, Editore Rizzoli.
Prima pagina: “una visione del passato aiuta a vivere l’oggi”.

Lunedì 8 ottobre 1888
“Badiamo ai monti. I disastri fluviali che hanno desolato recentemente la zona superiore della valle del Po ci ripongono innanzi il solito problema che ad ogni inondazione si comincia a discutere e dopo ogni in d’azione si oblia. Quali sono i mezzi con i quali impedire il ripetersi di queste sciagure? C’è lo stiamo chiedendo ancora, senza risposta. Di queste noncuranze però, e di queste ingiustizie i monti si vendicano qualche volta, e allora fanno sentire terribilmente alle pianure il loro quos ego. La nostra legge sulle opere pubbliche è, rispetto a questi bisogni idraulici, di una deplorevole insufficienza”.

Mercoledì 24 giugno 1903
“Indifferenza funesta: le piogge fastidiose del mese di giugno non hanno allarmato l’opinione pubblica perché i fiumi non hanno straripato e delle città intere non sono state distrutte, come l’anno scorso in Sicilia, per la violenza dei nubifragi; ma quei pochi dei quali in Italia si preoccupano dell’urgenza dei rimboschimenti non hanno potuto non pensare che ogni pericolo di maltempo aggiunge qualcosa ai danni antichi e rende più difficile è costosa l’opera di salvezza”.

Venerdì 16 novembre 1951
“La piena del Po ha assunto proporzioni veramente catastrofiche. Commossa solidarietà del Parlamento agli abitanti delle zone alluvionate”.

Venerdì 11 ottobre 1963
“L’onda della morte. Una catastrofe inimmaginabile. Cadaveri dappertutto, ma molti non avranno mai sepoltura. Il disastro e’ avvenuto in pochi minuti: una valanga liquida è scesa fulminea dalla diga per la frana di un intero costone del Monte Toc”.

Domenica 6 novembre 1966
“l’Arno decresce, l’Adige e il Tagliamento rompono. Desolazione e carestia a Firenze e Venezia, Trento, il Friuli e mezza Toscana allagati. L’Italia impreparata a difendersi dalle alluvioni, ma la previsione di questi fatti, con descrizione di cause note da molto tempo e con proposte di rimedi, la troviamo in relazioni scritte già anni or sono da esperti universitari e da ingegneri del genio civile. Il Parlamento nel 1962 approvò la Legge dei Fiumi lasciando le cose al punto in cui sono”.

Martedì 29 aprile 1986
“Valanghe e alluvioni nel Nord Italia. Continua l’andata di maltempo con piogge in pianura e nevicate in montagna. Numerosi i paesi isolati dalla slavina nelle valli. Ancora straripati i laghi Maggiore e d’Orta. In piena Ticino, Sesia e Dora”.

Per non dimenticare l’alluvione del Sarno 1998, Genova 2014, Livorno 2017 e tante altre vicende drammatiche.
La storia più recente ce la ricordiamo e vorremmo non si ripetesse.

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Andrea Cirelli

È ingegnere ed economista ambientale, per dieci anni Autorità vigilanza servizi ambientali della Regione Emilia Romagna, in precedenza direttore di Federambiente, da poco anche dottore in Scienze e tecnologie della comunicazione (Dipartimento di Studi Umanistici di Ferrara).

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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