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Diario in pubblico: la fratellanza

 Dopo giorni che sembrano anni una botta risveglia i ricordi, spesso suscitata dalla scomparsa di persone care. Essi si allontanano e sembrano non tornare e il fragile filo che li trattiene minaccia di spezzarsi. Occorre immediatamente ricoverarli nella mente e nel cuore.

In questo modo con volontà tenace ti adopri a mettere in atto il concetto di fratellanza. E per spiegarne le modalità e il senso è necessario ricorrere alla più grande studiosa di quel tema, la ferrarese, fiorentina, sassarese Monica Farnetti autrice dell’affascinante libro Sorelle. Storia letteraria di una relazione Carocci editore, 2022, del quale mi sto apprestando a darne conto in una articolata recensione.

Sorelle ma anche fratelli, cioè coloro che vuoi trattenere accanto a te per accompagnarti nella modificazione e sviluppo del tuo essere al mondo e nel mondo. Possono essere congiunti di sangue o mediatici che per casi assai complessi non ubbidiscono più a quel richiamo.

Si crea quindi una presenza/assenza che può far male, molto male, e che ineluttabilmente t’impone alla presa di coscienza di ciò che sta avvenendo. Tutti coloro che ti stanno accanto seguono una inesorabile via di cambiamento.

Pensano – giustamente – di non sottrarsi alla fraternità del cuore, quella che per anni hanno condiviso con te e con chi ti sta più vicino compagno o compagna di una vita, ma di fatto ciò avviene; allora tutto sembra sfaldarsi e ritornare confusamente nel grande mare dell’essere.

Disperatamente i ricordi fanno da barriera, ma vengono respinti dalla ineluttabilità del cambiamento. Solo qualcuno eletto dal destino si piega al tentativo del contrasto. È necessario allora ricorrere allo scatto della mente e a riconoscere che solo usando quella (e meglio ancora se accompagnata dai moti del cuore) saprai forse sconfiggere il subdolo progetto della dimenticanza.

Tu puoi consapevolmente e fiduciosamente ricorrere agli amici più fidi, pronti a tutto per aiutarti: libri, musica, arte. Specchiandoti in loro potrai ritornare alla vita.

Per leggere tutti gli altri interventi di Gianni Venturi nella sua rubrica Diario in pubblico clicca [Qui]

 

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Gianni Venturi

Gianni Venturi è ordinario a riposo di Letteratura italiana all’Università di Firenze, presidente dell’edizione nazionale delle opere di Antonio Canova e co-curatore del Centro Studi Bassaniani di Ferrara. Ha insegnato per decenni Dante alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze. E’ specialista di letteratura rinascimentale, neoclassica e novecentesca. S’interessa soprattutto dei rapporti tra letteratura e arti figurative e della letteratura dei giardini e del paesaggio.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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