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Secondo l’ultimo rapporto ISPRA sui rifiuti urbani aggiornato al 2020, in Italia si registra una produzione di quasi 29 milioni di tonnellate, quantitativo che risulta in calo negli ultimi 5 anni, specialmente rispetto al 2018 quando la produzione era stata di circa 30,5 milioni di tonnellate.

La regione Emilia Romagna risulta seconda, dopo la Lombardia, per produzione di rifiuti urbani, ma è prima nella produzione pro capite, con 639,9 Kg per abitante all’anno. Quest’ultima ha registrato un calo negli anni dal 2011 al 2013 (circa 40 Kg) per poi rimanere sostanzialmente costante.

Per quanto riguarda la raccolta differenziata una specifica normativa ha individuato, dai primi anni 2000, gli obiettivi minimi da raggiungere: dal 35% del 2006 si è arrivati al 65% del 2012. Ma questo obiettivo a tutt’oggi (2020) a livello nazionale non è stato raggiunto, siamo infatti al 63% di raccolta differenziata, e in presenza di notevoli differenze tra le aree geografiche del paese. Nel Nord Italia si registra infatti un 70,8% di raccolta, mentre al Centro e al Sud vengono differenziati rispettivamente solo il 59,2 e il 53,6% dei rifiuti.

Tra le regioni italiane la nostra si colloca con il 72,2% di raccolta differenziata dopo Veneto (76,1%), Sardegna (74,5%), Lombardia (73,3%) e Trentino Alto Adige (73,1%), ma è prima per la raccolta pro capite con circa 462 Kg/ab*.anno (erano 468 nel 2019). In termini assoluti nel 2020 sono stati differenziati in regione poco più di 2 milioni di tonnellate, mentre la Lombardia, prima in Italia, ne ha raccolti di quasi 3,5 milioni. A livello provinciale è Treviso con l’88,3% la prima in Italia, mentre Ferrara, sempre nell’ultimo anno di rilevazioni, il 2020, ha fatto registrare il 79,0% di raccolta differenziata, terza tra le province emiliano romagnole.

E’ nella prospettiva di una transizione del ciclo dei rifiuti verso modalità improntate alla sostenibilità e alla luce dell’attuale situazione che la Rete per la Giustizia Climatica di Ferrara ha ritenuto necessario organizzare per sabato 5 marzo, presso Factory Grisù dalle ore 10 alle 13, una conferenza su queste importanti tematiche. Sia per la necessità di riflettere e confrontarsi, da un lato con esperti e addetti ai lavori, ma anche con il mondo della politica a cui sono demandate le scelte sulle modalità e le tecniche con cui affrontare le problematiche che coinvolgono tutti noi cittadini e che sempre più spesso mostrano aspetti critici di difficile soluzione. A questo proposito è emblematica la decisione che ha permesso ad HERA di aumentare di 12.000 t/anno il quantitativo di rifiuti da trattare nell’inceneritore di Ferrara che passeranno così a 142.000 t.

Sul territorio nazionale, al 2020, sono operativi 37 impianti di incenerimento che trattano rifiuti urbani; di questi 7 sono in Emilia Romagna, mentre 13 sono quelli presenti in Lombardia, prima regione per numero di impianti. Tutto questo per un quantitativo incenerito in Italia nel 2020 di oltre 5,3 milioni di tonnellate (-3,6% rispetto al 2019). A livello regionale l’analisi dei dati mostra che in Lombardia, che registra il valore più alto, è incenerito il 34,8% del totale dei rifiuti urbani, seguono l’Emilia Romagna (17,5%) e la Campania, con il 13,7%, rispettivamente seconda e terza tra le regioni dove sono presenti questi impianti di trattamento.

La quantità pro capite di rifiuti urbani inceneriti ha presentato una flessione da 92,6 kg/abitante a 89,9 kg/abitante dal 2019 al 2020, pari a una riduzione del 2,9%. I dati relativi all’ultimo quinquennio hanno mostrato una riduzione del pro capite di incenerimento dello 0,7%.

Prendendo in considerazione gli anni 2017-2020 il massimo incremento di rifiuti inceneriti è stato registrato in Lombardia (53.000 t, +2,9%); nella nostra regione invece vi è stata una diminuzione di circa 14.000 t (-2,9%).

Facendo invece un confronto tra le percentuali di rifiuti inceneriti quelli differenziati nell’ultimo decennio (2011-2020) si osserva che la quantità dei primi è rimasta sostanzialmente la stessa (16,9-18,4%) mentre la raccolta differenziata è aumentata dal 37,8 al 61,3%.

La conferenza del 5 marzo, il cui titolo – CI SIAMO ROTTI I POLMONI – non lascia dubbi su quali siano finalità e obiettivi che la Rete intende perseguire, prevede vari interventi di esperti ed attivisti che da anni si occupano delle tematiche della filiera dei rifiuti.

La mattinata sarà aperta dall’introduzione di Dario Nardi, portavoce della Rete per la Giustizia Climatica di Ferrara. A seguire la prima relazione sarà presentata da Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Europe e fondatore del centro di ricerca Rifiuti Zero, che tratterà l’aspetto della riduzione della produzione di rifiuti, questione fondamentale e prioritaria per poter affrontare con più efficacia le fasi della raccolta, riciclo, riutilizzo, ecc. Seguirà la relazione “L’esperienza del porta a porta a Forlì”, tenuta da Angelo Erbacci, direttore di ALEA AMBIENTE, società in house, di proprietà di 13 comuni della provincia di Forlì-Cesena, che si occupa di gestione dei rifiuti secondo un sistema integrato.

Il tema della ripubblicizzazione del servizio di gestione dei rifiuti in ambito del territorio ferrarese verrà illustrato, da Corrado Oddi, della Rete per la Giustizia Climatica di Ferrara. Seguirà Marianna Suar, sempre della Rete per la Giustizia Climatica, con l’intervento “L’incenerimento a Ferrara: alcuni elementi critici dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale”.

Interverrà infine Natale Belosi, coordinatore scientifico della Rete Rifiuti Zero Emilia-Romagna, che illustrerà la proposta per la legge regionale di iniziativa popolare sui rifiuti relativamente alla prospettiva, nell’ottica dei principi dell’economia circolare, della riduzione e dell’azzeramento dell’incenerimento dei rifiuti.

Alla conferenza sono stati invitati a partecipare Sindaco e Assessore all’Ambiente del Comune di Ferrara, Assessore Regionale all’Ambiente e i capigruppo dei gruppi Consiliari del Comune di Ferrara. L’incontro sarà moderato dalla dr.ssa Francesca Cigala.

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Gian Gaetano Pinnavaia

Ho lavorato come ricercatore presso l’Alma Mater Università di Bologna nel settore delle Scienze e Tecnologie Alimentari fino al novembre 2015. Da allora svolgo attività didattica come Docente a Contratto. Ferrarese di nascita ma di origini siciliane. Ambientalista e pacifista fin dagli anni degli studi universitari sono stato attivo in Legambiente e successivamente all’interno di Rete Lilliput di Ferrara fin verso il 2010. Attualmente faccio parte della Rete per la Giustizia Climatica di Ferrara. Sono socio dell’Associazione culturale Cds OdV – Centro ricerca Documentazione e Studi economico-sociali, del cui direttivo faccio parte e collaboro da anni all’Annuario socio-economico ferrarese. Nel 1990 sono stato eletto con la lista “Verdi Sole che ride” nel Consiglio Comunale di Ferrara fino al 1995; in seguito, dal 1999 al 2004 consigliere della Circoscrizione Nord per la lista “Verdi”.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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