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Gli italiani contro la guerra e l’invio di armi all’Ucraina

Se gli italiani (3 su 4) sono contro la guerra e l’invio di armi all’Ucraina.

L’ISPI (Istituto di Studi di Politica Internazionale) che sostiene le posizioni del Governo Meloni (e del PD) sull’invio di armi all’Ucraina da 4 anni ed è convinto che la Russia stia preparando una guerra contro l’Europa, ha dato mandato all’Ipsos di fare l’ennesimo sondaggio su cosa pensino gli italiani sia giusto fare nei confronti della guerra della Russia contro l’Ucraina.
Puntualmente, da 4 anni, gli italiani mostrano di non aver cambiato idea, e sono contrari all’impostazione dei maggiori media, del Governo e del principale partito dell’opposizione (PD), cioé aiutare l’Ucraina in tutti i modi e continuare ad inviare le armi.

Questa idea rimane infatti minoritaria tra gli italiani e non supera un quarto (25%) dei pareri. E’ invece maggioritaria (55%) la posizione che chiede di arrivare alla pace anche a costo che l’Ucraina perda pezzi significativi del proprio territorio. Inoltre c’è un altro 20% che è talmente contrario all’invio di armi che lo sarebbe anche nel caso in cui la Russia conquistasse tutta l’Ucraina.
Per cui nel complesso i contrari all’invio di armi sono il 75% dei cittadini (3 su 4). Un caso clamoroso e permanente da 4 anni di dissenso sulla politica estera del nostro Governo e di quella del maggior partito di opposizione. E ciò spiega perché siano coriacee le posizioni della Lega e del M5S che sono contrarie all’invio di armi. La ragione è semplice: ha il consenso di ¾ degli elettori.

E’ anche il parere del Papa, che, a sorpresa, si è recato in Senato proprio il 18 dicembre (mentre la UE discute se confiscare 210 miliardi di liquidità della Russia nelle banche occidentali con cui finanziare l’invio di armi all’Ucraina per i prossimi 2 anni), ha invocato il “disarmo totale dicendo che “stiamo vivendo in una spirale distruttiva, senza precedenti, dell’umanesimo giuridico e filosofico su cui poggia ed è custodita qualsiasi civiltà…dissolvendo la psicologia bellica…e nel rapporto tra cittadini e governanti si arriva a considerare una colpa il fatto che non ci si prepara abbastanza alla guerra…Molto al di là del principio di legittima difesa, sul piano politico tale logica contrappositiva è il dato più attuale in una destabilizzazione planetaria che va assumendo ogni giorno maggiore drammaticità e imprevedibilità”.
Gli appelli ad aumentare le spese militari “sono presentati da molti governanti con la giustificazione della pericolosità altrui… ma la forza dissuasiva della potenza, e, in particolare, la deterrenza nucleare, incarnano l’irrazionalità di un rapporto tra popoli basato non sul diritto, sula giustizia e sulla fiducia, ma sulla paura e sul dominio della forza”. Il Papa denuncia “le enormi concentrazioni di interessi economici e finanziari privati” e le applicazioni militari dell’intelligenza artificiale e insiste sulrealismo” della pace.

Mi sembra una posizione molto simile a quella del Papa Francesco che aveva detto che era saggio “alzare bandiera bianca” da parte dell’Ucraina, non certo per dar ragione alla Russia, ma perché (a mio avviso) chi mostra saggezza (nel difendere gli ucraini al fronte e i territori ancora non invasi, seppure al prezzo di subire un’ingiustizia), ha poi ragioni e vantaggi nel lungo periodo (la storia lo dimostra) e rompe una spirale infernale che tutti travolge. Un chiaro messaggio a tutti a ridurre gli armamenti.

Poiché Stati Uniti, Cina, Russia, Israele e altri paesi si stanno riarmando, la domanda chiave è: è saggio che l’Europa interrompa il suo riarmo e si assesti solo su una difesa legittima?” Il Papa dice giustamente che sarebbe questa la via, invita a farlo in un’ottica di fiducia degli altri seppure con una legittima difesa (e non un riarmo sproporzionato), visto che gli europei tutelano i diritti internazionali nel mondo. Già i 27 paesi UE spendono in armi il 40% più della Russia (che è in guerra) e siamo 450 milioni di abitanti rispetto ai 140 della Russia.

Pochi credono che la Russia sia così folle da invadere l’Europa, dopo aver sperimentato che in 4 anni non riesce neppure a conquistare tutto il Donbass.

Se si vuole interrompere un riarmo mondiale pericoloso (ma anche contrario ai bisogni veri dei cittadini) ci deve essere qualcuno (più saggio) che, pur approntando una difesa legittima (e come tale non sproporzionata), dimostri di seguire il diritto internazionale (ovunque anche con Israele). Se poi lo fanno gli europei, che in passato sono stati i più guerrafondai (dopo gli Stati Uniti), allora il messaggio è ancora più credibile.

In ogni caso le paci “giuste” come dice il Papa non sono mai esistite e, paradossalmente, è proprio il Papa che richiama al “realismo” della pace, perché sa che dietro la “pace giusta” si nasconde la “guerra giusta”. E una pace ingiusta è meglio di una guerra giusta.

cover: foto Artem Podrez – pexels

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Andrea Gandini

Economista, nato Ferrara (1950), ha lavorato con Paolo Leon e all’Agenzia delle Entrate di Bologna. all’istituto di studi Isfel di Bologna e alla Fim Cisl. Dopo l’esperienza in FLM, è stato direttore del Cds di Ferrara, docente a contratto a Unife, consulente del Cnel e di organizzazione del lavoro in varie imprese. Ha lavorato in Vietnam, Cile e Brasile. Si è occupato di transizione al lavoro dei giovani laureati insieme a Pino Foschi ed è impegnato in Macondo Onlus e altre associazioni di volontariato sociale. Nelle scuole pubbliche e steineriane svolge laboratori di falegnameria per bambini e coltiva l’hobby della scultura e della lana cardata. Vive attualmente vicino a Trento. E’ redattore della rivista trimestrale Madrugada e collabora stabilmente a Periscopio.

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