Seconda mano: crolla la spesa delle famiglie in Italia
Seconda mano
Crolla la spesa delle famiglie in Italia nel 2024: -10,5% sul 2020
Istat ha pubblicato i consumi delle famiglie nel 2024 e 2023. Un confronto con gli anni 2020-2021 a prezzi costanti, considerando l’inflazione, ci dice che la spesa media si una famiglia italiana è scesa da 2.328 euro mensili del 2020 ai 2.161 del 2024 (-7,2%), ma se si considera quella mediana, dove si colloca il 50esimo percentile (giusto in mezzo) il calo è ancora maggiore (-10,5%), in quanto a crescere sono stati solo i consumi del 15% delle famiglie più ricche che alzano la media, mentre per le altre i consumi reali calano.
A crescere sono pranzi e cene fuori casa, alloggi, trasporti, comunicazioni e interventi sulla casa. Tutto il resto cala.
La conseguenza è che si risparmia su tutto e poiché “non tutto il male viene per nuocere”, nel caso dell’abbigliamento e calzature (la spesa reale è scesa da 88 euro al mese a 80) una gran parte dei cittadini ricorre ad abiti di seconda mano.
Sono soprattutto i giovani che comprano (e vendono) di seconda mano.
Nei negozi sono calati i clienti che risparmiano in abiti per comprare caso mai l’ultimo modello iPhone. Uno studio su 400 ragazzi nati tra il 1997 e il 2012 delle Università Bocconi e Sannio (età media 22 anni) dice che scelgono l’usato nei negozi di seconda mano, nei mercatini che è anche un modo per socializzare e divertirsi, oppure on line su Vinted o Walapop dove con 50 euro compri 10 abiti.
Vinted è nata in Francia è ha accumulato 75 milioni di utenti, di cui 11 in Italia. Poi c’è Marketplace, piattaforma di Meta, mercatini virtuali dove puoi vendere e comprare.
Ogni anno nel mondo si producono 100 miliardi di vestiti e 92 tonnellate finiscono in discarica o a mare.
In copertina: abiti usati – Foto di salutfromparis da Pixabay
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