Parole a capo
«Per Gaza»
«Per Gaza»
In questo numero di “Parole a Capo” abbiamo scelto alcune poesie che parlano del dramma spaventoso di Gaza, della pulizia etnica verso la popolazione palestinese in corso da parte del Governo israeliano e del suo capo Benjamin Netanyahu. Sono alcune gocce in un mare in cui c’è un’infinita disperazione per una strage che non conosce fine.
Preghiera per Gaza
Uso ogni notte
la parola insonne
viva nel Cristo.
Lampada ad olio
minuta ma forte,
in tenebra oscura.
Porto il dolore
inaudito
d’anime salve
straziate dal Male.
(Stefano Agnelli)
*
Vorrei cantarti bambina mia
Vorrei cantarti bambina mia
nenie che il vento ha portato via
insieme a calci, stivali e fucili
nell’odio uniti, soldati e civili
Tira su il secchio, tira la corda
ma l’acqua è poca e sempre più sporca
Portami il cesto, raccolgo le olive
quelle che un tempo riempivan le stive
Scarse, nemmeno coprono il fondo
Terra bruciata in un solo secondo
Tira la corda, tira su il secchio
L’odio ritorna dal giovane al vecchio
e non ti lascio né casa né terra
ma che non metta radici la guerra
qui, nel tuo cuore piccolo e puro
Tira la corda, va incontro al futuro
(Sara Ferraglia)
*
Gira la ruota
Nel teatro dell’orrore, la Striscia si contorce,
una ferita aperta nel cuore del mondo,
dove il dolore si fa voce e silenzio,
e le lacrime sono pioggia di speranza spezzata.
Aiuti di cartone, briciole di vita,
ombre di un inganno che si ripete,
camion di miseria, di sogni infranti,
mentre il mare di sofferenza,
di fame e di morte si ingrandisce, inesorabile.
Tra blocchi di ferro e mura di silenzio, gli abitanti dei Territori Occupati
sfidano la paura,
attraversano il nulla, sotto occhi di pietra,
per un boccone di pane, per un soffio di libertà.
Tutto è scena, tutto è farsa,
una pantomima di umanità negata,
le parole dei potenti sono eco vuote,
mentre il sangue si mescola alla polvere, senza pietà.
Il globo guarda, diviso tra silenzio e protesta,
tra mille voci che gridano e il vuoto di chi tace,
nel belpaese, tra ombre di un passato che non si dimentica,
si ripetono menzogne, si nasconde il dolore.
L’entità non cerca nessuno,
oltre il sogno di un’occupazione eterna,
dove gli abitanti dei Territori
sono ombre da cancellare,
e ogni resistenza diventa minaccia da spegnere.
Chi distingue, chi giustifica,
è complice di questa ferita senza fine,
perché il vero volto di questa guerra
non è scritto nel sangue innocente,
ma nel silenzio di chi guarda e tace,
mentre l’inferno si spalanca sulla terra.
E il pensiero di chi ancora sente questa ferita che non si rimargina,
finché l’ingiustizia regnerà,
finché la ruota a girare continuerà,
finché l’umanità dal non innocente sonno
si desterà.
(Rosa Colella)
*
Nuvole rosse
E’
un cielo
Ansimante.
Apocalittico.
Rombi Rimbombi Boati.
Deflagrazioni.
Corpi maciullati. Gridi disperati.
Anche le nuvole
cadono giù a brandelli.
Cariche di gemiti e di lamenti.
Scoppiano di dolore.
Scoppiano di pena.
Nuvole rosse più rosse del fuoco
a grappoli si lasciano andare
e nel mare
vanno a morire.
E qui
c’è gente
indifferente
che resta ancora a guardare.
(Bruna Starrantino)
*
Gaza ultimo giorno
Gaza ultimo giorno ultima
fermata dell’umanità
a Gaza si sperimentano
tutte le armi più potenti
ultimi derivati della tecnica
per uccidere fino all’ultimo bambino
a Gaza c’è uno schermo di vetro
dove possiamo vedere tutti
la depravazione più diabolica
il fanatismo più esaltato
e i cecchini più precisi
campioni del mondo di tiro al bambino
al giornalista al dottore agli infermieri
a Gaza i poeti scrivono versi
col loro sangue, prima di essere uccisi
a Gaza c’è l’assenza più tangibile di dio
a Gaza c’è il grido più forte
più disperato e più muto
per le orecchie più sorde
da Gaza il mondo è lontano
e si gira dall’altra parte
a Gaza non c’è più il pane
non ci sono più medicine
a Gaza non ci sono più strade
non ci sono più palazzi scuole ospedali
a Gaza non c’è più acqua
non c’è più gas né elettricità
a Gaza non ci sono più alberi
non ci sono più fiori né giardini
a Gaza sono tornati i carretti
trainati da stanchi e affamati muli
a Gaza c’è la fame e la sete
a Gaza c’è la carestia
la catastrofe si chiama Israele
a Gaza si bombarda ogni giorno
a Gaza si muore ogni giorno
più volte al giorno
a Gaza la morte è un contatore
che gira e gira e non smette mai
di girare, ma si è perso il conto
a Gaza non ci sono più lacrime
non ci sono più le parole
a Gaza….mi si strozza il verso
se Gaza muore, moriamo tutti
(Massimo Teti)
*
Vedevo il cielo nero avvampare
all’improvviso, senza tregua
non trovavo una destinazione ai tramonti
volevo uscire dalla terra
farmi la mia tana e la mia vela
i bambini, le loro madri
e i loro padri che morivano
come muoiono i poveri
lottando per un po’ di dignità e un po’ di cibo
i neonati giacevano a pancia in su
come scarafaggi indifesi
contro le mura sgretolate
la sera morbida e chiara
faceva venire voglia di non morire mai
e noi aspettavamo un miracolo
che copiasse i percorsi delle stelle
(Rita Bonetti)
“Parole a capo” è una iniziativa dell’Associazione culturale “Ultimo Rosso”.
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La redazione di “Parole a capo” informa che è possibile inviare proprie poesie per una possibile pubblicazione gratuita nella rubrica all’indirizzo mail: gigiguerrini@gmail.com
La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Periscopio. Questo che leggete è il 286° numero. Per leggere i numeri precedenti clicca sul nome della rubrica.
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Pierluigi Guerrini
Pier Luigi Guerrini è nato in una terra di confine e nel suo DNA ha molte affinità romagnole. Sperimenta percorsi poetici dalla metà degli anni ’70. Ha lavorato nelle professioni d’aiuto. La politica e l’impegno sono amori non ancora sopiti. E’ presidente della Associazione Culturale Ultimo Rosso. Dal 2020 cura su Periscopio la rubrica di poesia “Parole a capo”.
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