Parole a capo
Marzia Venturelli: Tre poesie da “Labirinti d’inchiostro”
“Il poeta, per quanto profondamente si addentri nell’astratto, resta poeta nel suo profondo, cioè amante e folle. Quando il sentimento arriverà al suo apice, aprirà il cuore e non l’intelletto, e impugnerà la spada e non la penna, e si precipiterà alla finestra e getterà via tutti i rotoli dei versi e dei pensieri e fonderà la vita sull’amore e non sull’idea.“
(Alexandr Alexandrovič Blok)
Casa
Come vorrei
amore Mio
che d’incanto
il mondo si girasse
e dove vivi tu
ci vivessi io
e dove tu ti perdi
mi trovassi io
e quando chiami
risponderti:
sono qui.
Amico mio
*
Notti di sogni
viaggi infiniti
confuse memorie
desideri vividi
tangibili effetti.
Ti chiamo
e tu rispondi
“sono qui”.
La mano sinistra
nella mia
un’altra storia
un’altra vita
un altro mondo.
*
E se dovessi non riconoscermi più
così
d’un tratto.
Potrei pensare di essere un’altra
o altro
potrei credermi una nuvola in cielo
un’alga in mare
un fiore viola cresciuto tra l’asfalto
e non riuscire a raccontarlo.
E se dovessi poi non riuscire a spiegarlo
e se a nessuno poi importasse
e se fosse

che così
credendomi altro
restassi immobile per l’eternità
in un corpo non mio
con una voce in prestito.
Se fosse
qualcuno quaggiù mi riconoscerebbe?
Foto di Sosh da Pixabay
Marzia scrive di sé: “In labirinti d’inchiostro affino una passione che mi ha permesso di sopravvivere ancorandomi alla poesia anche quando andava tutto male. È suddiviso in tre sezioni che rappresentano tre punti cruciali di crescita introspettiva e sana follia di adattamento a questa vita che corre troppo veloce. Questo libro è il riflesso della mia anima inquieta e sensibile, ed ogni verso nasce dall’esigenza di non lasciare che il tempo cancelli le tracce di un sentimento, di un attimo vissuto intensamente. Uno dei temi ricorrenti in questa raccolta è il senso di appartenenza a un altrove indefinito, la tensione continua tra il desiderio di radicarsi e il bisogno di perdersi, tra la voglia di trovare un senso e l’accettazione dell’irrazionalità della vita. È un viaggio interiore che si nutre di malinconia e di attese, di silenzi e di improvvisi bagliori di luce. Ogni poesia è un piccolo mondo da esplorare, un frammento di vita in cui immergersi, una confessione sussurrata che attende solo di essere ascoltata. La poesia, in fondo, è anche questo: un dialogo senza tempo tra chi scrive e chi legge, un filo invisibile che ci lega e ci rende parte di qualcosa di più sconfinato, di più vero, di più umano.“
“Parole a capo” è una iniziativa dell’Associazione culturale “Ultimo Rosso”.
Per rafforzare il sostegno al progetto invito, nella massima libertà di adesione o meno, a inviare un piccolo contributo all’IBAN: IT36I0567617295PR0002114236
La redazione di “Parole a capo” informa che è possibile inviare proprie poesie per una possibile pubblicazione gratuita nella rubrica all’indirizzo mail: gigiguerrini@gmail.com
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