TERZO TEMPO
Lo sfogo più famoso del calcio inglese
Nell’ultimo articolo ho citato un’invettiva piuttosto curiosa dell’ex tecnico del Newcastle Jon Kinnear, il quale nel 2008 dette del “Mickey Mouse ref” all’arbitro Martin Atkinson. Ebbene, sta di fatto che lo sfogo più chiacchierato della Premier League è opera di un altro ex allenatore dei Magpies: niente di meno che il vincitore di due Palloni d’Oro Kevin Keegan, il cui Newcastle fu per circa un biennio l’antagonista del Manchester United di Alex Ferguson.
Il fatto in questione risale all’annata 1995/1996, durante la quale il Newcastle guidò la classifica della Premier League per moltissime giornate: basti pensare, ad esempio, che a metà gennaio il vantaggio sulle inseguitrici era addirittura di 12 punti. Tuttavia, da metà febbraio a metà aprile l’undici di Keegan conquistò appena 7 punti in 8 gare, uscendo peraltro sconfitto da una delle partite più spettacolari di sempre del calcio inglese, ossia il 4-3 di Anfield del 3 aprile 1996 [Qui].
Così, alla vigilia della terzultima giornata di campionato Manchester United e Newcastle avevano più o meno gli stessi punti in classifica, e la pressione di quel duello cominciò a farsi sentire. Alex Ferguson cercò quindi di innervosire l’avversario con uno dei suoi innumerevoli mind games: in un modo o nell’altro, l’allenatore scozzese insinuò che due dei successivi avversari dei Magpies, cioè Leeds e Nottingham Forest, non avrebbero opposto una gran resistenza all’undici bianconero.
Una delle insinuazioni di Ferguson coinvolgeva l’allora giocatore-allenatore del Nottingham Forest Stuart Pearce, il quale era in procinto di trasferirsi proprio al Newcastle. Tra l’altro, di lì a breve i Magpies avrebbero preso parte all’amichevole con cui lo stesso Pearce si sarebbe congedato dal pubblico del City Ground, cioè lo stadio del Nottingham Forest. L’altra allusione, invece, giunse nel post-partita di Manchester United-Leeds del 17 aprile, ma, più che un’allusione, fu una vera e propria critica all’atteggiamento fin troppo battagliero del Leeds. Un atteggiamento che, secondo lo stesso Ferguson, non sarebbe stato tale se al posto del suo United ci fosse stata un’altra squadra. Quelle provocazioni andarono a segno, poiché al termine di Leeds-Newcastle del 29 aprile – conclusasi peraltro sull’1-0 in favore dei bianconeri – lo stesso Keegan non riuscì a trattenersi, e in diretta su Sky Sports pronunciò le seguenti parole.
“When you do that with footballers, like he said about Leeds, and when you do things like that to a man like Stuart Pearce; I’ve kept really quiet, but I’ll tell you something: he went down in my estimation when he said that. We have not resorted to that, but I’ll tell you, you can tell him now if you’re watching it: we’re still fighting for this title, and he’s got to go to Middlesbrough and get something. And I’ll tell you, honestly, I will love it if we beat them. Love it.”
Per saperne di più sullo sfogo di Kevin Keegan, qui c’è quel piacione di David Ginola che aggiunge qualche dettaglio all’intera vicenda. Infine, se volete sapere come andò a finire quel testa a testa tra Newcastle e Manchester United senza googlare, vi basterà osservare di nuovo l’immagine di copertina: la risposta è già lì.

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Paolo Moneti
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
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