Tassare i grandi patrimoni:
in Francia se ne parla, in Italia è tabù
Tassare i grandi patrimoni: in Francia se ne parla, in Italia è tabù
Il Governo in Francia ci sarà se il primo ministro riuscirà a coinvolgere i socialisti moderati, i quali però vogliono la tassa sui patrimoni dei ricchi proposta da Gabriel Zucman, un giovane economista allievo di Piketty che vuole tassare del 2% i patrimoni oltre 100 milioni (1800 persone) che darebbe un’entrata di 20 miliardi (leggi qui).
Una proposta comunista, dicono i ricchi, ma che in realtà tassa i ricchi non più di quei dipendenti che pagano le tasse in modo progressivo, viste le grandi possibilità di elusione ed evasione fiscale che hanno i “ricchi” oggi.
In Francia poi non si può aumentare ulteriormente l’imposta sull’eredità, che è già la più alta al mondo. Una indicazione per l’Italia, visto che da noi è scandalosamente bassa, da quando la ridusse Berlusconi.
La logica di questa imposta non è solo raccogliere gettito, ma ridurre la concentrazione della ricchezza, avvicinare i punti di partenza tra individui potenziando lo Stato sociale (sanità, istruzione,…). Non ultimo, favorire l’imprenditorialità, perché i figli spesso ereditano da anziani e non investono e spesso quando ereditano l’azienda la distruggono o la vendono ai fondi finanziari.
L’esenzione fiscale per i figli in Italia è la più alta al mondo, dopo quella degli Stati Uniti (vedi https://lavoce.info/archives/108940/quattro-grafici-sulleredita/).Per importi inferiori al milione di euro non si paga nulla. Nel Regno Unito l’imposta si applica da circa 560mila euro, in Germania da circa 400mila in poi, in Francia da 100mila, in Spagna e Belgio da 15mila.
Anche le aliquote in Italia sono tra le più basse: zero fino ad un milione e solo il 4% oltre un milione per i figli. Ovunque l’imposta cresce con la distanza di parentela e per zii o non parenti si può arrivare fino all’80%. In Francia l’aliquota sui figli raggiunge il 45%, in Germania 43%, in Spagna 34%; per i non parenti invece, le aliquote salgono al 60, 50 e 34%. L’Italia ha aliquote irrisorie: 4% per i figli, 6% per fratelli e altri parenti, 8% per i non parenti. Così Francia e Belgio raccolgono 14 volte più imposte dell’Italia, 8 volte gli Stati Uniti e Regno Unito. L’Italia è di fatto un paradiso fiscale solo per i ricchi ereditieri.
La conseguenza è che in Italia le eredità lasciate ai figli sono maggiori di quelle di altri paesi. Contrariamente a quello che si può pensare, ciò non favorisce lo sviluppo, anche perché spesso i figli ricevono questi patrimoni in età avanzata (dopo i 50 e 60 anni) e non come un tempo a 20, 30 anni e, come detto prima, non li usano per una intrapresa ma come rendita.
Al di là dell’ingiustizia, ciò favorisce la formazione di monopoli nepotisti nelle imprese, che continuano ad essere gestite dai figli che spesso le distruggono o le vendono a stranieri o fondi finanziari.
In Italia si è creata poi una distorsione della Costituzione, che prevede una imposta progressiva per tutti: invece a forza di riforme, oggi pagano in termini progressivi solo i dipendenti e pensionati. Chi infatti ha un lavoro autonomo paga una tassa piatta del 15% fino a 85mila euro di reddito (che Salvini vuole portare a 100mila) e le rendite pagano una tassa non progressiva ma proporzionale del 21%-23% (immobiliari) e 26% (finanziarie), quale che sia la loro entità, come quel 23% di aliquota che pagano i lavoratori e pensionati coi redditi più bassi. I ricchi stranieri residenti in Italia pagano poi al massimo 200mila euro di imposte.
Poiché non si tassano i ceti abbienti e ricchi chi ne soffre sono le spese sociali, per prime scuola e sanità che sono le più basse in Europa: scuola e università 3,9% del PIL contro una media UE del 4,7%; sanità 6,3% del PIL rispetto al minimo di 7,2% e al massimo di 10,1% dei nostri principali partner (Germania, Regno Unito, Francia e Spagna). Per arrivare alla media di questi nostri partner europei l’Italia dovrebbe aggiungere alle attuali spese 15 miliardi per l’istruzione e 45 per la sanità, cioè 60 miliardi. Noi invece ci accingiamo a spenderne 12 per il riarmo. Auguri.
Immagine di copertina: https://creativecommons.org/publicdomain/zero/1.0/
Per leggere gli altri articoli di Andrea Gandini su Periscopio clicca sul nome dell’autore



Lascia un commento