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Produzioni nazionali e internazionali, case di produzioni grandi e piccole, attori, scrittori e artisti: tutti sono attratti dalla Toscana, da sempre. Terra di bellezza, di arte, serenità e buon gusto, tavola compresa. I colori, poi, tavolozze che sembrano uscite dai più delicati libri di pittura. Sono tanti i film che celebrano la regione, basti ricordare, per citarne alcuni, Sotto il sole della Toscana, di Audrey Wells, una produzione statunitense ambientata nella campagna vicino a Cortona, ispirata all’omonimo romanzo di France Mayes o Copia Conforme, del regista iraniano Kiarostami (che abbiamo recensito), girato in provincia di Arezzo. Oggi, a far parlare di sé, è la pellicola danese Toscana, firmata dal regista iraniano Medhi Avaz, che sbarca su Netflix e conquista subito il pubblico.
Il film è stato girato nel 2020, in pieno periodo Covid, nei pressi di Pelago, un comune del Valdarno, in provincia di Firenze. La location principale è il Castello di Ristonchi a Pelago, la cui origine risale all’anno 1000, e mantiene intatto il suo splendore grazie alla Torre e alla sua piccola chiesa adiacente. Le riprese hanno interessato anche il parco del Castello e l’oliveta. Alcune scene, inoltre, sono state realizzate anche a Villa Grassina, sempre a Pelago, villa del ‘700 poco distante dalla Riserva Naturale di Vallombrosa.
Sullo sfondo di una campagna degna di una cartolina, Theo Dahl (Anders Matthesen), uno chef danese stellato e ambizioso (e anche un po’ burbero), si ritrova in Toscana per vendere la tenuta di campagna ricevuta in eredità dal padre, che proprio lì aveva vissuto e trovato una seconda patria. L’inizio ricorda Un’ottima annata – A good year), di Ridley Scott, dove Russell Crowe nel ruolo del protagonista Max Skinner, parte infatti dalla stessa idea: un broker inglese riceve in eredità una villa e vigna annessa in Provenza, nel sud-est della Francia. Anche qui bellezza della campagna e saporo genuini.
Toscana è una storia di crisi, scoperte, dubbi e ripartenze. Theo inizia a chiedersi cosa c’era che legava quel padre che non ha mai realmente conosciuto a quel luogo, verso cui lui stesso inizia a sentire un richiamo lontano proprio ora che qualsiasi contatto sta per essere spezzato. Restano solo ricordi lontani, sfuocati e sbiaditi, grazie anche a qualche fotografia. Scoprirà un mondo nuovo, aperto ai valori autentici della vita, soprattutto grazie all’incontro con la giovane Sophia (interpretata da una bravissima Cristiana Dell’Anna, toscana d’adozione, nota, al grande pubblico, per la Patrizia di Gomorra, il suo duplice ruolo in un Un posto al sole o per la più recente Luisa de Flippo di Qui rido io).
Sophia, un nome femminile rievocativo e non casuale con cui all’estero ancora identificano l’Italia e il cinema italiano. Ci sono poi alcuni luoghi comuni, come il giro in Vespa, la mozzarella o le forme di Parmigiano (che non è proprio toscano…), ma il film è davvero piacevole, con grande dedizione all’arte culinaria, anche nei piatti presentati, che vanno da quelli del ricercato, e a volte altezzoso, chef alle più semplici ribollita o bruschetta. Il sapore autentico vincente sarà non solo quello culinario ma anche quello della vita semplice. Viene voglia di fare le valigie e partire.
Toscana, di Mehdi Avaz, con Anders Matthesen, Cristiana Dell’Anna, Ari Alexander, Sebastian Jessen, Lærke Winther Andersen, Ghita Nørby, Andrea Bosca, Thue Ersted Rasmussen, Pino Ammendola, Karoline Brygmann, Christoffer Jindyl, Renzo Del Lungo, Danimarca, 2022, 90 mn
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