Skip to main content

MEDEA e PENELOPE – La tragedia greca continua a vivere qui, in questo paese arlecchinesco, dove non si sa che cosa sia la solidarietà umana e non si ha idea di che cosa debba essere la politica, proprio qui dove la politica ha avuto sistemazione giuridica moderna: non c’è da meravigliarsi, il nuovo millennio ci ha fatto capire che viviamo in una regione del mondo in cui si è data grande importanza all’ignoranza, la prima causa dei nostri drammi. Siamo un paese d’incompetenti, non sappiamo più nulla, chi sa viene bastonato, umiliato, la carriera è riservata agli analfabeti, spesso, sempre più spesso laureati, naturalmente in tre anni. Ed è questa magmatica somaraggine generalizzata il terreno ove si coltiva il delitto. In questi giorni che precedono il Natale, festività imbarbarita dallo shopping che nemmeno la crisi è riuscita a spegnere, penso che tre figure del Mito siano emerse: Medea, Penelope, Erode. Mi sembra che definire la nostra l’éra di Erode sia naturale, i bambini massacrati nella scuola pakistana, gli altri “giustiziati” nello Yemen non sono forse stati condannati da Erode, re di Giudea? Le due figure femminili. La prima, Medea, è il simbolo delle madri che uccidono i propri figli, la seconda, Penelope, poverina, attrende ancora il suo Ulisse e, intanto, continua a fare la sua copertina. Ma Ulisse non torna e, per il momento, non tornerà, la sua casa (la nostra casa) è stata invasa dai Proci, loro comandano, loro decidono, loro distruggono il diritto, comprese le leggi a difesa di chi onestamente lavora. Si, credo che questo sia il Paese dei Proci.

STATO SOCIALE ADDIO – Il duro governo Renzi ha deciso, tutto va privatizzato, i servizi pubblici tornano a essere privati come un tempo che avevamo faticosamente superato, Ferrovie, Poste, eccetera, in mano alla speculazione privata: ma che si credevano questi italiani socialistoidi che pensavano a uno stato solidale?

LA MAGLIANA – Oh guarda! A Roma ci si è accorti che esiste la banda della Magliana, il grande quartiere popolare a ovest della città, verso Ostia. Sono tanti anni che alla banda viene dato il compito di gestire gli affari politici più sporchi, perfino il rapimento e l’omicidio Moro è stato un affare interno tra servizi cosiddetti devisti e la banda della Magliana, il cui uomo di riferimento in quegli anni si chiamava Tony Chicchiarelli, colui il quale scrisse sulla sua macchina per scrivere IBM i comunicati delle Br, Lago della Duchessa conpreso. Poi il Chicchiarelli è stato fatto fuori, un colpo di pistola alla testa, a poca distanza di tempo dalla esecuzione del giornalista Mino Pecorelli, pagato dai soliti servizi e poi mandato al cimitero. Con un colpo alla nuca. Proprio un bel paesino, il nostro.

tag:

Gian Pietro Testa


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it