Racconto combinatorio
La sera era tiepida, c’era nell’aria un’acuta fragranza di tigli in fiore e lui vagava distratto per le vie di una città francese. Ad un tratto udì un rumore di cose cadute sull’asfalto e vide il contenuto della borsa di una ragazza sparso in terra.
La proprietaria – bionda, bella, giovane – si dava da fare per raccogliere tutto l’armamentario che le donne portano di solito con sé. Terminata la raccolta, sollevò il viso piantandogli due occhi azzurrissimi in faccia. Le loro teste quasi si scontrarono.
“Français?” chiese la ragazza
“Non, mademoiselle” rispose lui.
La successiva domanda fu rivolta in italiano. Evidentemente lei aveva capito dall’accento che lui veniva dall’Italia.
“Turista?”
“Sì e no. Sono uno scrittore, cerco ispirazione. In Francia solitamente la trovo…”.
“Ispirazione? E dove ritiene che si possa trovare?”
“Beh, anche in questa strada. Non sente il profumo dei tigli? È talmente forte che stordisce. Ma lei parla italiano molto bene…”.
“Sono stata in Italia due anni, con una borsa di studio dopo essermi laureata… Mi perdoni, ho finito di raccogliere le mie cose. Arrivederci”.
“Un momento, non se ne vada – disse lui – Non gradirebbe un caffè, o meglio un aperitivo, visto che è quasi ora di cena? C’è un bel bistrot, qui vicino”.
“Ci sta provando?” domandò lei, ironica e diretta.
“Ma no, cosa va a pensare? Faccia come vuole, il mio è un invito di cortesia… altrimenti buonasera e tanto piacere”.
La ragazza lo fissò con quei suoi occhi color cielo terso, poi con una buffa espressione di scusa sospirò:
“Va bene, andiamo”.
Si incamminarono lungo la strada che s’inoltrava nel centro storico e arrivarono al bistrot, non molto affollato. Un anziano fisarmonicista all’entrata suonava vecchi valzer musette, malinconici e struggenti.
Si sedettero in un tavolo d’angolo, appartato. Alla cameriera lei ordinò un aperitivo, lui un gin tonic.
“Che cosa scrive?” chiese la ragazza, curiosa.
“Romanzi polizieschi. Racconti dello stesso genere. Inoltre collaboro con un giornale e alcune riviste per dei reportage”.
“E come va?”
“Non male. Si campa. E lei?”
***
A questo punto la storia termina. Ognuno però può farla proseguire come vuole, trovando lo sviluppo e la fine che più preferisce.
Suggerisco sei percorsi tra i tanti:
- i due si piacciono a prima vista e s’innamorano, si sposano, hanno figli e vivono felici e contenti (percorso ovvio);
- l’uomo e la ragazza, dopo una breve, intensa e tormentata storia d’amore, si lasciano e non si vedranno mai più (percorso semi-scontato);
- entrambi scoprono di nutrire una grande passione per gli scavi archeologici; se ne vanno per il mondo partecipando da volontari a campagne importanti e ottenendo riconoscimenti internazionali (percorso scientifico);
- tutti e due vanno pazzi per le ostriche e si recano sulla costa bretone, per disputare il campionato nazionale francese dei mangiatori di molluschi bivalvi (percorso gastronomico);
- lui è in realtà un serial killer e le sue vittime preferite sono le fanciulle bionde con gli occhi azzurri, ma stavolta finirà ucciso, perché lei è un’assassina a caccia di scrittori svagati (percorso thriller);
- dopo aver parlato e bevuto molto, i due, ubriachi fradici, sono cacciati dal locale, poi si accasciano sull’erba di un giardino pubblico; vengono prelevati dalla polizia e rispediti a casa con foglio di via (percorso inglorioso).
Eccetera, eccetera. La vita è, come si sa, un insieme di combinazioni.
(Da Tre sguardi in uno, Pendragon, 2015)
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Franco Stefani
Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
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