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Abbiamo incrociato il canadese Guy Delisle all’ultima edizione di Internazionale, oggi ve lo ripresentiamo… magari per un simpatico regalo di Natale.

I suoi tre volumi a fumetti, ‘Diario del cattivo papà’, sono raccolte di brevi storie umoristiche degne di stare sotto l’albero. Se non altro per sorridere un po’ e passare momenti sereni. Si tratta di quadretti familiari: Delisle dialoga ogni giorno con i suoi due bambini, il papà non ne fa davvero una giusta. Dal coinvolgere il figlio in scherzi poco simpatici all’imporgli le proprie scelte in fatto di videogiochi o libri, fino all’insegnargli la boxe o al raccontare storie spaventose alla figlia, del tipo che le cresce un albero nel pancino…. Cose che non si fanno davvero. E come poi dimenticarsi del topino che porta i soldi alla caduta del primo dentino (fortuna che c’è la nonna a ricordarsi)? Come essere spesso più irrispettosi, irriverenti e discoli dei propri figli? Come spesso parlare troppo, a ruota libera e a sproposito, ed essere così talmente loquaci da zittire e ammutolire i bambini? E perché fare sempre e comunque come si crede e di testa propria? Qui lo si comprende. E bene. I disegni in bianco e nero sono semplici ed essenziali, i tratti chiari, gli ambienti quelli classici di ogni casa normale; sono i testi e le battute fulminanti delle strisce a fare da padrone. Una divertente e autoironica guida alla paternità che si legge tutta d’un fiato, pur nei suoi tre volumi. Dove ogni papà si potrà e saprà riconoscere. Non perfetti ma veri.

Guy Delisle, Diario del cattivo papà, Voll.1-3, Rizzoli Lizard, 2013-2015, 190 p. ciascuno.

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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