Da sempre l’uomo si trova ad affrontare eventi più grandi di lui: guerre, terrorismo, pandemie. Di fronte a ciò il mondo si divide: c’è chi si preoccupa e chi no, chi strumentalizza e chi no, chi ha paura e chi no, chi vuole morire e chi vivere. Disponibile dal 7 ottobre, la novità di Kite edizioni, “I serpenti non fanno rumore”, di Lucia Carlini, ci porta in una realtà non molto lontana…
I serpenti non fanno rumore, strisciano, arrivano silenziosi senza che nessuno se ne accorga. E, perfidi e insidiosi, si insinuano negli antri nascosti delle nostre vite, portando scompiglio, malumore e devastanti conseguenze. Non li sentiamo arrivare e, improvvisamente, viscidi, portano solo brutte notizie.
Nessuno ci fa caso, loro arrivano e tu sei lì, inerte, inerme. Il serpente arriva e magari lui era già lì, chissà da quanto tempo, in attesa di sfoderare le sue armi. La notizia è già sui giornali, mentre lui, imperterrito e deciso, divora ogni cosa. È talmente lungo che non se ne vede né capo né coda, lui è già, contemporaneamente, in due e poi più paesi. Lui striscia.
La gente è talmente terrorizzata che non esce più di casa, nessuno l’ha mai visto prima, paura anche solo di sfiorarlo, terrore come i fatti ignoti pericolosi possono infondere.
Arriva da un paese lontano, scappato non si sa bene da dove, sfuggito a qualche gabbia o a qualche strano laboratorio. Chissà. Ogni giorno muta, è sempre più grande o più piccolo, sempre diverso. Intere mandrie di animali spariscono, si mangia anche gli uomini.
Proliferano i consigli sul cosa fare di fronte a quel pericolo inatteso, circolano amuleti e idee strampalate, tutti sanno tutto, tutti parlano di tutto, ognuno ha la sua ricetta magica contro il serpente che non molla. Molte amicizie nascono grazie a lui. Tutti i telegiornali parlano di lui, ad ogni ora del giorno e della notte, non se ne può più, non si vedono più film o spettacoli divertenti. Mentre lui, più mangia e più cresce.
La paura aumenta, di lui, dell’altro, di quello che un contatto anche fortuito con quell’essere ignobile può comportare. Non ci si abbraccia più, non si stringono più mani. Nessun bacio.
Le cartine vennero ridisegnate. Il mondo viene diviso in Aldiqua e Aldilà. Le opinioni degli umani sono altrettanto separate. Nel mondo Aldiqua il serpente viene venerato: ha portato ordine, regole, ricchezza, cambiato le vite delle persone. Nel mondo Aldilà il serpente è temuto. Ha distrutto città, portato terrore, mangiato molti cari, cambiato le vite delle persone.
Si costruiscono alte torri e lunghi ponti, barriere, così da permettere di scegliere da che parte del mondo stare. Il mondo si divide in due. Per il serpente resta uno, quello da mangiare.
Gli uni contro gli altri, terribile situazione. Il serpente ci è riuscito. Vuole vincere. Divide et impera, pensa lui sogghignando. Mai nessun motto più azzeccato.
I capi di Aldilà si riuniscono per capire cosa fare, non escono per giorni da quella stanza in cui si blatera e non si trovano soluzioni. Nessuno è a conoscenza di un veleno tanto potente e in quantità così importante da sterminarlo. Panico.
Nessuno trova una soluzione, ma, inspiegabilmente, puff… le persone ricominciano a viaggiare, a mangiare il gelato, a fare la fila alle poste. Forse quella bestiaccia è stata avvelenata. Forse si è mangiata da sola. La vita torna ad essere come quella di prima.
A volte capita, a fine servizio o in quinta pagina, che appaia ancora una notizia su di lui, ma in un riquadro piccolo, appena visibile, niente di più. Trafiletti sempre più piccoli.
Evviva, il serpente non c’è più. Come è arrivato, in silenzio, se ne è andato. Perché, come tutti sanno, i serpenti non fanno rumore, né quando arrivano né quando se ne vanno.
Un albo delicato che parla del Covid, pur senza mai nominarlo.
Lucia Carlini è un’illustratrice e animatrice di Roma. La sua specialità è l’illustrazione tradizionale e per bambini.
È appassionata di animazione (stop-motion) e motion graphic.
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dal 23 al 26 ottobre 2024
Quattro giorni di eventi internazionali dedicati al cinema indipendente, alle opere prime, all’innovazione e ai corti a tematica ambientale.
Simonetta Sandri
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it
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