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La mostra  “Parole oltre lo sguardo”  ideata e organizzata dall’Associazione Culturale Ultimo Rosso e dal gruppo fotografico Norsisti – è stata inaugurata con grande successo il 12 maggio al Circolo Arci Bolognesi di Ferrara. Ha voluto sondare relazioni, effetti e conseguenze del connubio tra due arti: la Poesia e la Fotografia, che abitano il mondo infinito  e tutte le possibili atmosfere dell’umano.

Il dialogo tra parola poetica e immagine fotografica si è rivelato un incontro emozionante. Lo si è visto  proprio nella serata inaugurale, dove i poeti e i fotografi protagonisti dell’evento, e con loro i numerosi spettatori/ascoltatori intervenuti, hanno dato vita ad un gioioso reading, commentando le opere esposte.

Ovviamente. non solo le poesie possono essere lette, ma anche le fotografie, le immagini. Foto e testi poetici ci inviano sensazioni, rimandi nella memoria personale che possono favorire un viaggio oltre la superficie delle cose. Le immagini anticipano storie. La scrittura poetica raccoglie il testimone e ne amplifica le vie espressive d’uscita. E’ una strada a due sensi, da percorrere avanti e indietro, facendo ogni volta nuove scoperte.

La scrittura poetica e l’immagine fotografica propongono ipotesi per “sceneggiature” che probabilmente resteranno “in nuce”. Da sempre la poesia ha amplificato uno strumento espressivo per mettere a fuoco la realtà, o quello che a noi sembra tale, all’interno e all’esterno di noi. Leopardi teorizzava l’esistenza di una “doppia vista”, come di una facoltà della pupilla e parallelamente dell’anima di conoscere meglio e in profondità, ciò che ci circonda. Da tempo le neuroscienze ci dicono con certezza scientifica che per costruire la nostra visione del mondo  (meglio sarebbe parlare di elementi di visioni, tasselli non sempre conciliabili tra loro) ci “serviamo” delle tantissime immagini che abbiamo accumulato nel tempo.

Viviamo  immersi nella Società dell’immagine: onnipresente, ossessiva, dominante: un simulacro che sembra sostituire la realtà stessa. La fotografia, l’immagine come arte ci chiede invece una pausa, un tempo che ci rimanda ad altro, alla memoria dentro e fuori noi stessi,  al sogno, al nostro desiderio più segreto.  Esattamente come avviene in poesia, che non descrive, ma crea scenari, mondi, una lingua causale e non casuale.

L’occhio esteriore del fotografo,  come l’occhio segreto del poeta, hanno la capacità di leggere dentro le oscurità, dentro i colori, le forme, le ipotesi di un’azione, o nel movimento, così come nel tempo, per tradurre poi ogni entità in un mondo di immagini e parole.
Scrivere l’immagine e immaginare la scrittura sono, quindi, i due poli che questa mostra  restituisce allo spettatore, chiamandolo a partecipare a questo caleidoscopio della mente.

 

Dal prossimo mese di giugno la mostra Parole oltre lo sguardo  comincerà il suo viaggio presso Sale Pubbliche, Biblioteche, Scuole e Centri Culturali dell’Emilia Romagna e fuori Regione. Per prenotare la mostra, contattare l’Associazione Ultimo Rosso: email lultimorosso.ferrara@gmail.comTel. 347 9000845 

 

Di seguito, gli scatti del servizio fotografico realizzato da Valerio Pazzi il 12 maggio 2023 durante la serata inaugurale della mostra.

In Copertina:  la poeta bolognese Rita Bonetti racconta una sua poesia e la foto associata alla stessa (foto di Valerio Pazzi)

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Pierluigi Guerrini

Pier Luigi Guerrini è nato in una terra di confine e nel suo DNA ha molte affinità romagnole. Sperimenta percorsi poetici dalla metà degli anni ’70. Ha lavorato nelle professioni d’aiuto. La politica e l’impegno sono amori non ancora sopiti. E’ presidente della Associazione Culturale Ultimo Rosso. Dal 2020 cura su Periscopio la rubrica di poesia “Parole a capo”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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