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Nell’ambito del quarto ciclo di incontri “La democrazia come problema”, oggi, venerdì 27 novembre alle ore 17 in Biblioteca Ariostea a Ferrara, Carlo Galli parlerà sul tema “I nemici della democrazia“, introdotto da Anna Quarzi.
Organizzati da l’Istituto Gramsci e l’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, gli incontri partono dall’idea che un tempo la democrazia aveva nemici esterni, che l’attaccavano frontalmente, in nome di principi alternativi. Il pensiero reazionario cattolico, il tradizionalismo, il socialdarwinismo, il pensiero gerarchico, le varie forme di anti-individualismo e di anti-parlamentarismo, lo stesso marxismo, le ideologie totalitarie, sono alcuni esempi di questa ostilità esterna di principio. Oggi i nemici della democrazia (a parte alcuni fenomeni esterni come Isis) nascono dal suo interno, come sue immanenti contraddizioni. Sono le dinamiche anti-individualistiche a cui approda l’individualismo ideologico del neoliberismo; sono il trionfo del capitale e delle sue logiche, e la sconfitta del lavoro; sono l’indebolimento dei partiti, dei sindacati e del parlamento che sfociano in una società indistinta e disgregata guidata da un comando politico decisionista e plebiscitario; sono la colonizzazione dell’immaginario individuale e collettivo a opera dell’ideologia dominante, con radicale perdita dello spirito critico; sono il populismo aggressivo e l’apatia astensionistica; sono il terrorismo e le reazioni securitarie a esso.

A cura di Istituto Gramsci di Ferrara e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

La conferenza si tiene oggi venerdì 27 novembre 2015, alle ore 17.00, nella Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea, in via delle Scienze 17, a Ferrara.

Leggi gli articoli correlati cliccando sul titolo:
Intervista a Giorgio Galli “Giorgio Galli: la democrazia ora è un guscio vuoto, il potere si esercita senza il controllo dei cittadini” di Bruno Vigilio Turra
La presentazione del ciclo di incontri “Che problema la democrazia!” di Federica Pezzoli
Il programma degli incontri “Tutti i problemi della democrazia” di Federica Pezzoli

Breve profilo di Carlo Galli (tratto da Wikipedia)
Carlo Galli (Modena, 7 dicembre 1950) è un politico, accademico e filosofo politico italiano, editorialista politico e deputato per il Partito Democratico. Nel 1972 si laurea in filosofia con Felice Battaglia, presso l’Università di Bologna, dove nel 1978 inizia la propria carriera accademica come assistente ordinario di Storia delle dottrine politiche. Dal 1983 al 1999 è professore associato di Storia del pensiero politico contemporaneo presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna, e poi fino al 2003 è professore di Storia delle dottrine politiche e Preside della Facoltà di Scienze Politiche – sede di Forlì.[1] Dal 2004 è professore ordinario di Storia delle dottrine politiche presso il Dipartimento di Storia, Culture e Civiltà dell’Università di Bologna.
Ha fatto parte, dal 1985 al 1990, della redazione della rivista «il Mulino», e dal 2006 al 2009 è stato membro della direzione. Nel 1987 è stato tra i fondatori della rivista «Filosofia Politica», della quale è direttore. Dal 2006 al 2012 è stato presidente del Consiglio editoriale della casa editrice il Mulino. Dal 2008 al 2012 è stato presidente della classe di Scienze Morali dell’Accademia delle Scienze di Bologna. È presidente, dal 2009, della Fondazione Gramsci Emilia-Romagna. Ha ideato e dirige numerose collane scientifiche presso editori come il Mulino e Laterza. Ha partecipato a numerosi convegni e seminari presso diverse Università europee, statunitensi e sudamericane. Ha diretto l’Enciclopedia del pensiero politico (Roma – Bari, Laterza, 2000, II ed. 2005). Collabora con diversi periodici culturali e politici, ed è editorialista politico per alcuni dei più importanti quotidiani nazionali.

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Sara Cambioli

È tecnico d’editoria. Laureata in Storia contemporanea all’Università di Bologna, dal 2002 al 2010 ha lavorato presso i Servizi educativi del Comune di Ferrara come documentalista e supporto editoriale, ha ideato e implementato siti di varia natura, redige manuali tecnici.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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