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Ci avviciniamo a un altro weekend, a quel momento di relax dove possiamo dedicarci ai film e alla lettura, soprattutto in questo che si preannuncia piovoso (finalmente). Si può sempre decidere di dedicarsi al cinema durante la settimana, basta trovare il momento giusto (per sé e per gli altri membri vocianti della famiglia, cani, gatti e canarini/cocorite compresi).

Avevo già letto il romanzo, Non buttiamoci giù, di Nick Hornby, che mi aveva molto divertito, eccomi quindi incuriosita dalla sua trasposizione cinematografica. Ho letto molto di Hornby, a partire da Alta Fedeltà, del 1995, quindi ero già convinta (e poi uno dei protagonisti è uno dei miei attori preferiti, Pierce Brosnan).

Il film omonimo, del 2014, diretto dal francese Pascal Chaumeil, racconta la storia di quattro sconosciuti, che nella notte di Capodanno si incontrano sulla cima al grattacielo più alto di Londra, noto come la Casa dei Suicidi, con lo stesso intento, ossia quello di togliersi la vita.

Quattro generazioni e quattro diverse ragioni per farla finita: Martin Sharp (Pierce Brosnan) è un conduttore televisivo che vuole mettere fine alle terribili crisi in cui versa la sua esistenza non più felice, quella matrimoniale e quella professionale (Martin è finito nell’occhio del ciclone a causa di una notte di sesso con una quindicenne e, per questo, la moglie lo ha lasciato seduta stante); Maureen (Toni Collette) è una casalinga single sull’orlo del collasso, dopo essersi presa cura per anni del figlio disabile, nervosa, inetta e sempre a disagio; J.J. (Aaron Paul) è un musicista rock fallito diventato ragazzo che consegna le pizze; infine, Jess (Imogen Poots), la più giovane, è un’adolescente in crisi, che ha da poco chiuso la storia con il proprio fidanzato Chas (Joe Cole), una ribelle innamorata e impertinente. Completano il cast principale Sam Neill (Chris, il padre parlamentare di Jess), Rosamund Pike (Penny, ex conduttrice al fianco di Martin che dietro al falso sorriso nasconde una buona dose di spietatezza) e Tuppence Middleton (Kathy, la giornalista di tabloid che segue i quattro “disperati” in Spagna con la speranza di ricavarne uno scoop e che ha una storia con JJ senza mai rivelargli la sua identità).

Nel corso di quella notte caotica e tumultuosa, ognuno dei quattro racconterà la propria storia di vita e le proprie sventure, finendo per stipulare un patto. Decidono di non uccidersi prima di San Valentino (nel frattempo si frequenteranno fino a trascorre insieme una lunga vacanza), dandosi appuntamento in quello stesso luogo tra sei settimane, per poter valutare il punto a cui sono giunte le loro vite. L’episodio diventerà uno stimolo per intraprendere una nuova strada e ricostruire le rispettive esistenze. Film divertente, anche se non all’altezza del libro.

 

 

 

Non buttiamoci giù, di Pascal Chaumeil, Pierce Brosnan, Imogen Poots, Aaron Paul, Toni Collette, Rosamund Pike, Sam Neill, Tuppence Middleton, Joe Cole, Shola Adewusi, Gran Bretagna, 2014, 96 min. –

Trailer 

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Da sempre appassionata di scrittura e letteratura, ha pubblicato su riviste italiane e straniere, è autrice del romanzo, “Il Francobollo dell’Avenida Flores”, ambientato fra Città del Messico, Parigi e Scozia e traduttrice dal francese, per Curcio Editore, di La Bella e la Bestia, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Ha collaborato con BioEcoGeo, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, Mosca Oggi, eniday.com e coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma. Scrive su Meer (ex Wall Street International Magazine).

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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