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Ferrara film corto festival

Ferrara film corto festival


Mick  Hucknall è il frontman dei Simply Red, gruppo soul-pop fondato dallo stesso Hucknall nel 1984 e tutt’ora in attività. In venticinque anni il gruppo ha venduto cinquantacinque milioni di dischi e raggiunto dei successi clamorosi. Alcuni loro singoli come “Holding Back the years” e “If you don’t know me by now”  hanno scalato le hit mondiali e raggiunto i primi posti nella classifica Statuunitense Billboard Hot 100. Il loro quarto album “Stars” (1991) è uno degli album più venduti di sempre In Inghilterra.
Mick Hucknall è stato uno degli amori platonici della zia Costanza quando era una ragazzina e ora, che ha cinquant’anni, continua a considerarlo molto bravo. Ha una predilezione sfacciata per la voce di Hucknall che lei definisce calda, duttile, armonica, emozionante.

Una volta mia ha detto: “Rebecca mia, l’unica cosa che ti manca sono i capelli rossi come quelli di Hucknall”. A dir la verità a me i miei capelli piacciono così come sono, ricci e scuri. Io non li vorrei ricci e rossi. E’ lei che li vorrebbe così per me, perché continua a trovarli bellissimi.
La nonna Anna dice che quando la zia era un’adolescente aveva appiccicato un grande primo-piano di Hucknall  sul suo armadio. Una foto che è rimasta là per dieci anni e che lei guardava tutte le mattine.
Poi un bel giorno, l’ha staccata dall’armadio, ma non l’ha buttata nella spazzatura, l’ha bruciata con molta sacralità. La nonna Anna dice anche che quando la zia faceva l’università teneva sempre una foto di Hucknall in tasca, era convinta che le portasse fortuna. Raggiunta la Laurea anche quella foto è stata bruciata nelle fiamme del camino del nostro cortile.

Hucknall ha un rubino incastonato in un dente e, quando sorride, manda bagliori rossastri dalla bocca. E’ il rubino che intercettando piccoli fasci di luce, brilla intensamente.  Questo bagliore rosso che si vede quando canta fa molto scena e completa la “rossità” appariscente di questo conosciutissimo frontman. Ovviamente l’incastonatura del rubino non è stata una scelta casuale ma una precisa strategia studiata da esperti di immagine e realizzata con molta abilità.

Una volta ho chiesto alla zia: “ Perché Hucknall è il tuo cantante preferito?”
“Perché ha una voce morbida che scalda il cuore”.  Mi ha risposto.
In poche parole ha riassunto molto bene il senso di questa  predilezione  che  dura da una vita.

Credo che a volte si creino delle strane relazioni tra noi e alcuni personaggi pubblici che nemmeno conosciamo. Proiettiamo su queste persone dei nostri desideri che trovano una strana realizzazione nella loro lontananza e assoluta indifferenza. Nell’assenza di relazione ci può stare qualsiasi fantasia, anche la più irrealizzabile. Del resto i “principi azzurri” sono tali solo fino a quando non li si conosce bene, non li si vede da vicino.
Penso che questo valga per molti personaggi dello spettacolo e in modo particolare per i cantanti. Intercettando dei sogni e permettendo loro di riprodursi senza infrangersi contro una realtà che li annienterebbe, diventano dei principi. Nella lontananza c’è l’impossibilità della trasformazione del desiderio in realtà, del bisogno in appagamento. Chi è “lontano” si concretizza nei nostri pensieri e desideri come qualcosa di inavvicinabile, irrealizzabile, come il ricettacolo che accoglie tutto ciò che vorremmo e non abbiamo, tutto ciò che ci piacerebbe e non vediamo, tutto ciò che non troviamo nella nostra quotidianità, nel procedere un po’ affannato che caratterizza i “giorni normali” della nostra vita.

Poi una bella voce è una bella voce e questo non è fantasia o sogno, è pura e semplice realtà. Una voce intonata, calda e sicura è una grande dote, la musica sa portare lontano, verso l’eternità, la sublimazione, la passione, l’amore.
Hucknall ha davvero una gran voce, lo dicono tutti, compreso mio padre  che è un professore di musica.
Adesso il super-Mick ha  anche  una  moglie  e  una  bambina  con  i  capelli  rossi come il fuoco.
L’’incredibile “rossità” di famiglia è riemersa. Chissà se la bambina canta e come lo fa. E’ una cosa che vorrebbero sapere migliaia di persone.

Una volta la zia ha insistito per farmi sentire “Live at the Royal Albert Hall 2011”, un album di BB King uscito nel marzo del 2012. L’album contiene la riproduzione del concerto tenuto al  Royal  Albert  Hall  il 28 Giugno 2011.
In questo concerto BB King propone alcuni dei suoi più grandi successi come: “The Thrill Is Gone” e “Guess Who”. Quella sera, oltre a BB, si sono esibiti su quel prestigioso palco alcuni grandi ospiti tra cui: Slash, ex membro dei Guns N’Roses, il chitarrista  Ron Wood membro dei Rolling Stones, Derek Trucks e sua moglie Susan Tedeschi e … senti senti: Mick Hucknall!
Ecco scoperto chi, secondo la zia,  ha trasformato questo concerto in una meraviglia, in una esperienza sensoriale unica, in un ascolto da suggerire a nipoti, parenti, amici, colleghi e vicini di casa. L’album  è bellissimo davvero. La zia con la musica non scherza. Ma ciò che fa la differenza è sempre lui: il cantante col rubino in bocca.

Nel luglio di alcuni anni fa eravamo tutti ad Alassio,  io e la zia stavamo camminando dopo cena sul lungomare, quando da un pianobar abbiamo sentito qualcuno intonare  “If you don’t know me by now” . La zia mi ha preso per mano e, cambiando direzione rispetto alla passeggiata che stavamo facendo, ha cominciato a spostarsi verso l’edificio dal quale proveniva la musica. Quando siamo state nei pressi del pianobar lei, con gli occhi lucidi e le guance rosse, ha individuato un muretto di fronte al locale dal quale uscivano le conosciutissime note. Ci siamo sedute sul muretto, non c’è stato nessun bisogno che mi spiegasse per quale motivo eravamo lì. Sono anch’io cresciuta con questa storia del rubino rosso incastonato nel dente.  Vicino a noi c’erano sedute altre persone che ascoltavano incuriosite lo spettacolo. Eravamo posizionati tutti in fila sul muretto, come tanti parassiti perché si sentiva benissimo e non si pagava nulla.
Ci siamo messe a guardare chi stava cantando. Era un ragazzo moro, piccolo, sorridente. Suonava la tastiera e contemporaneamente cantava.
La zia lo ha ascoltato un po’ e poi ha scosso la testa. “Sta rovinando la canzone” ha detto.
Subito dopo si è sfilata i sandali. Da uno dei due è uscito un piccolo sasso e la zia ha detto:
“Ecco perché sentivo male a un piede”.
Eppure per arrivare vicino al posto dove era situato il pianobar avevamo fatto una bella camminata, ma quando le era entrato quel sassolino nella scarpa?
“Zia ma quando ti è entrato il sasso nella scarpa?”
“Prima” mi ha risposto … ma prima quando? Non si sa.
Poi si è alzata dal muretto, mi ha preso per mano e ha cominciato ad allontanarsi dal posto dove eravamo sedute.
Allora le ho chiesto  a bruciapelo: “ Ti piacerebbe sposare  Hucknall?”
“No” mi ha risposto “Mi piacerebbe sposare la sua voce”.
Ma in realtà questo lei lo ha già fatto da molti anni e non se ne è proprio mai pentita. Evviva la “rossità”  indiscussa di questo cantante, le piace da matti.

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Costanza Del Re

E’ una scrittrice lombarda che racconta della vita della sua famiglia e della gente del suo paese, facendo viaggi avanti e indietro nel tempo. Con la Costanza piccola e lei stessa novantenne, si vive la storia di un’epoca con le sue infinite contraddizioni, i suoi drammi ma anche con le sue gioie e straordinarie scoperte.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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