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Lettere di pace dalle scuole

Lettere di pace dalle scuole

In questo periodo così drammatico in cui le varie guerre ed il genocidio in atto fanno parte della nostra quotidianità, anche la scuola dovrebbe fare la propria parte perché essa non è un luogo avulso dalla realtà.

Maria Montessori, nel suo testo Educazione e pace spiegava chiaramente come i Paesi che vogliono la guerra preparano i propri giovani alla guerra; ma coloro che vogliono la pace non hanno saputo organizzarli per la pace.

C’è un gran bisogno di promuovere un’educazione alla pace e alla non violenza nel rispetto del diritto internazionale umanitario, nel rispetto della dignità umana e dei principi morali.

È necessario che gli insegnanti scelgano di affrontare i pensieri, le paure, le ansie, i desideri che gli studenti portano dentro di sé; solo in questo modo essi potranno sentirsi ascoltati davvero e potranno partecipare alla vita scolastica in maniera più consapevole. È chiaro che questa è una scelta importante, è una scelta politica.

Li sento già certi personaggi ammonire che a scuola non si fa politica.

Mi sento offeso quando li sento affermare una simile bestialità perché vogliono far credere ai cittadini che, a scuola, gli insegnanti danno i consigli per votare questo e quel partito. Non è così!

La politica, quella nobile, è la scienza e l’arte di governare la cosa pubblica e, nella scuola pubblica, questo si fa continuamente.

Si fa politica quando si sceglie come disporre i banchi, come organizzare i tempi, come risolvere i conflitti, come verificare gli apprendimenti, se e come far partecipare gli studenti e potrei continuare ancora per molto.

Si fa politica quando si sceglie se ascoltare gli studenti o farli tacere, quando si sceglie come comunicare con le famiglie, quando si progetta un’attività e potrei continuare ancora per molto.

Si fa politica perché la scuola della nostra Costituzione ha una visione fondamentale: considera i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze come cittadini portatori di diritti e, di conseguenza, protagonisti attivi del proprio futuro.

Pertanto un’educazione coerente con il dettato costituzionale mette al centro il bambino e il ragazzo, con i suoi sogni ed i suoi bisogni. Per questo ha come obiettivo principale la formazione di una mentalità che insegni a cooperare piuttosto che a competere.

Questo tipo di educazione contribuisce a costruire la pace.

Infatti, costruire e praticare la pace vuol dire creare le condizioni per cui le studentesse e gli studenti comprendano il valore dell’ascolto e del dialogo, il rispetto del punto di vista dell’altro per trovare insieme la soluzione ai conflitti quotidiani che nascono dal mancato riconoscimento dell’altro.

A tal proposito trovo importante questa iniziativa del gruppo nazionale di educazione alla pace e alla nonviolenza del Movimento di Cooperazione Educativa, di cui faccio parte, che invita le classi di tutte le scuole a scrivere direttamente ai politici locali, ai giornali, ai deputati, ai senatori, ai potenti della Terra per far sentire la loro voce a favore della pace.

La proposta, rivolta alle scuole di ogni ordine e grado, è la seguente: affrontare con i bambini e le bambine, le ragazze e i ragazzi, nei diversi contesti scolastici, il tema della guerra e della pace invitandoli, al termine di un percorso di ricerca, riflessione e discussione all’interno delle classi, ad esprimere liberamente le proprie idee e proposte.

Il risultato di questo lavoro dovrà essere una lettera scritta collettivamente, che sia espressione del pensiero della classe. Nella scuola dell’infanzia può essere sufficiente un semplice disegno.

Per garantire il massimo impatto sui destinatari e sui media, l’invio delle lettere da parte delle classi dovrà avvenire nel periodo dal 20 novembre, Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia, al 29 novembre 2025.

Per altre informazioni potete scrivete a: educationpaix@mce-fimem.it

Materiale a disposizione delle scuole si trova in questa cartella drive: Lettere di Pace da tutte le scuole

Per rafforzare l’idea che si possa e si debba parlare con i bambini e le bambine anche di temi difficili, concludo con una lettera che si rivolge direttamente a loro.

Care bambine e cari bambini,

sia la Dichiarazione Universale dei Diritti del Fanciullo del 1959 che la Convenzione per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989 vi considerano cittadini portatori di diritti e vi immaginano come veri protagonisti del futuro.

Questo vuol dire che voi potete fare proposte per migliorare o per cambiare le cose che non vi piacciono.
Dopo aver discusso insieme lo potete fare nella vostra classe, nelle vostre case, nel vostro quartiere e, forse, se vi muovete in tanti, anche nel nostro Paese.

Avrete sentito o letto che, in questo periodo, stanno succedendo cose terribili nel mondo: la guerra è la più brutta di tutte.
Fermarla non è facile, ma se tutti insieme lo vogliamo e lo chiediamo con forza, anche i governanti saranno costretti ad ascoltare le proposte che arrivano da tanti cittadini.

Nei paesi dove c’è la guerra e la violenza i bambini non possono andare a scuola; per questo non hanno la possibilità di far sentire la loro voce.
Noi e voi questa possibilità ce l’abbiamo.

La pace si comincia a costruire a scuola imparando ad ascoltare, a parlarsi e ad affrontare i piccoli conflitti nel rispetto dell’altro.
Per questo è importante che, in classe, si parli di quello che sta succedendo nel mondo e si cominci a far sentire la vostra voce.

È nata così l’idea di coinvolgere bambine e bambini di tutto il mondo nel far sapere ai politici una cosa molto semplice: se si vuole la pace bisogna prepararla.
Sarebbe bello se ciascuna classe riuscisse a scrivere una lettera per diffondere ciò che pensano i bambini e le bambine sulla pace.

Questa lettera potrebbe poi essere diffusa, spedendola ai capi di governo, ai deputati ai senatori, alla stampa in modo che venga conosciuta da tante persone.
Se tante classi spediranno le loro lettere, se tanti giornali ne scriveranno, se tante televisioni ne parleranno, allora i potenti del mondo potranno capire che il futuro che immaginano i bambini e le bambine di tutto il mondo si chiama: Pace.

Che cosa ne pensate?
Proviamo a darci una mano tutti quanti per far smettere le guerre?

ALCUNI DESTINATARI DELLE LETTERE E/O DEI DISEGNI

  • Office of the Secretary-General of the United Nations
    760 United Nations Plaza
    New York, NY 10017
    (USA)
  • Camera dei Deputati
    Piazza del Parlamento, 24 – 00186 Roma,
  • Senato della Repubblica
    Piazza Madama – 00186 Roma (RM)
  • Sua Santità Papa Leone XIV
    Palazzo Apostolico
    00120 CITTÀ DEL VATICANO
  • Presidente del Consiglio dei Ministri
    Palazzo Chigi
    Piazza Colonna, 370
    00187 ROMA
  • Signor Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella
    Palazzo del Quirinale
    Piazza del Quirinale
    00187 ROMA
  • Mr. Vladimir Putin
    President of Russia
    Presidential Executive Office
    23/16, Ilyinka Street
    Moscow, 103132
    (RUSSIA)
  • President of Ukraine Volodymyr Zelens’kyj
    Government building
    Mychajlo Hruševs’kyj Street
    Kiev
    (UCRAINA)
  • Sig.ra Ursula Von Der Leyen
    Presidente della Commissione europea
    Rue de la Loi 200
    1040 Bruxelles
    (BELGIO)
  • The Prime Minister’s Office,
    Public Enquiries Department,
    Kiryat Ben Gurion, Building C
    Jerusalem 91950
    (ISRAEL)
  • Destinatari locali decisi in autonomia dalle singole classi.

Per conoscenza:

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Mauro Presini

È maestro elementare; dalla metà degli anni settanta si occupa di integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Dal 1992 coordina il giornalino dei bambini “La Gazzetta del Cocomero“. È impegnato nella difesa della scuola pubblica. Dal 2016 cura “Astrolabio”, il giornale del carcere di Ferrara.

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