Le donne di Shamsia Hassani sui muri di Kabul
Shamsia Hassani è nata in Iran nel 1988 dove i suoi genitori sono emigrati a causa della guerra, è rientrata in Afghanistan, il suo paese. nel 2005. Ha studiato arte all’Università di Kabul, divenendo professore associato di scultura.
Si dedica, per prima in Afhanistan, alla Street Art dal 2010, le sue opere sono diventate famose anche in Occidente. I suoi lavori mettono al centro la difficile condizione delle donne e la lotta per la loro liberazione. Le donne afgane, che spesso Shamsia Hassani rappresenta mute, senza la bocca, in queste settimane si nascondono dentro le case, cercando disperatamente un luogo sicuro per sfuggire alle violenze.
Anche Shamsia Hassani si è nascosta. Dopo il ritiro americano e la presa del potere da parte dei Talebani, anche i suoi account sono rimasti muti per alcuni giorni, facendo temere il peggio per lei, finché su Instagram non è un comparso un ultimo post nel quale l’artista ringraziava per i tanti messaggi ricevuti e faceva sapere di essere al sicuro. Ora nel suo sito si legge un arrivederci: “KABUL ART PROJECT tornerà presto”.[Vedi qui]
Visto il divieto del nuovo governo fondamentalista, non potrà più mettere piede all’Università di Kabul. Ma mentre scrivo mi piace immaginarla scendere in strada, col favore della notte, per continuare a dipingere il bisogno di libertà delle donne afgane sui muri di Kabul.
In una intervista del 2013 al giornale indipendente Art Radar [leggi il testo integrale dell’intervista], Shamsia Hassani raccontava la scelta del graffitismo e il senso della sua arte: ” Non è come in Europa, [qui] i graffiti sono qualcosa di illegale, io Io uso in modo diverso per un messaggio diverso, Voglio colorare i brutti ricordi della guerra sui muri e se colorerò questi brutti ricordi, allora cancellerò [la guerra] dalla mente delle persone.”.
Alle lettrici e ai lettori
In questi giorni drammatici, queste stesse opere di Shamsia Hassani stanno girando per i social network. Anche io vi chiedo di condividere questa mia breve presentazione e queste splendide immagini. Sarà un modo per dar voce a tutte le donne afghane che stanno vivendo l’inferno.
NOTA: Un grazie particolare all’amico Kiwan Kiwan che mi ha segnalato le opere di Shamsia Hassani
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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it