Ciao Daniele, guerriero senza armi.
(tutti i suoi interventi su Periscopio)
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Si può scrivere qualcosa di speciale, di unico, di mai detto e mai scritto, di una persona speciale che ci ha lasciato?
Appena ho saputo che il nostro Daniele se n’era andato, improvvisamente, senza malattia e senza dolore spero, ho cercato dentro e fuori di me “parole nuove” per ricordarlo e per raccontarlo a chi non ha avuto la fortuna di conoscerlo e di stargli accanto. Perché Daniele Lugli, la sua gentilezza, la sua intelligenza, la sua infallibile memoria, la sua cultura che spaziava oltre ogni siepe e sembrava non finire mai, e soprattutto Daniele e le sue mille (e 1.000 questa volta è una stima per difetto) “battaglie disarmate” avrebbero davvero bisogno di parole nuove, diverse da quelle così logore che si usano nei necrologi e nei coccodrilli.
Parole speciali per un uomo speciale? Forse è una impresa impossibile: gira e rigira, cambia una lettera, leva un avverbio, ribalta una frase, ma alla fine le parole son sempre quelle, uguali per tutti. Ma ora, almeno ora che la commozione e il dolore prevalgono sul ragionamento e perfino sulla memoria, non voglio raccontare tutto quello che Daniele è stato, tutto quello che ha fatto, ideato, tentato e promosso durante la sua lunga vita operosa. Ci sarà tempo per farlo, anche su questo giornale a cui collaborava con affetto, come ad altre riviste, grandi e piccole, famose e oscure: la sua Azione nonviolenta prima di tutto, ma anche il trimestrale Madrugada e tante altre.
Ora, quello che vorrei spiegare – ma è solo il mio parere, il mio sentire personale – è il perché Daniele fosse cosi diverso da tutti noi e da tutti gli altri. Perché era unico e non sostituibile? Così unico che, se riferita a lui, l’abusata frase “non nascerà più uno che gli assomiglia”, suona invece come semplice verità. Perché allora?
Perché Daniele, cambiando lavori, incarichi, impegni, visitando tanti luoghi, ambienti, gruppi, attraversando decenni e decenni di storia locale e nazionale, è rimasto caparbiamente fedele al suo credo e alla sua passione; la Nonviolenza, la via del dialogo, il pacifismo, la grande lezione di Aldo Capitini e di Silvano Balboni. Era cosi il giovanissimo Daniele già in campo nei primi anni 50 del secolo scorso. Ed era cosi Daniele, la barba bianca e lo stesso sorriso, che interveniva la settimana scorsa durante un incontro con l’autore alla Biblioteca Popolare Giardino.
Dunque la sua coerenza, che non sarebbe gran cosa se non fosse merce rarissima in un presente scandito dal conformismo e in una politica ridotta a immagine e malata di trasformismo. Ma anche la “coerenza” di Daniele era “speciale”, non diventava mai monotonia, non era un disco rotto che ripropone una vecchia canzone dimenticata. Ogni suo gesto, ogni sua iniziativa, ogni suo intervento era assolutamente radicato nel presente, informato dei pensieri dei giovani, articolato sempre in forme nuove.
Lo ascoltavi, e Daniele ti apriva sempre vie nuove. E pensavi: “Ah, a questo non avevo mai pensato!”. Parlava a bassa voce, ti spiegava e ti convinceva che solo seguendo la stella polare della pace e la nonviolenza potevi costruire un pezzetto di Mondo Nuovo. Deponendo ogni arma, eliminando la violenza, fuori di te e dentro di te.
Daniele Lugli
Daniele Lugli (Suzzara 1941 – Ferrara 2023), amico e collaboratore di Aldo Capitini, dal 1962 lo affianca nella costituzione del Movimento Nonviolento di cui sarà presidente nazionale dal 1996 al 2010, e con Pietro Pinna è nel Gruppo di Azione Nonviolenta per la prima legge sull’obiezione di coscienza. La passione per la politica lo ha guidato in molteplici esperienze: funzionario pubblico, Assessore alla Pubblica Istruzione a Codigoro e a Ferrara, docente di Sociologia dell’Educazione all’Università, sindacalista, insegnante e consulente su materie giuridiche, sociali, sanitarie, ambientali – argomenti sui quali è intervenuto in diverse pubblicazioni – e molto altro ancora fino all’incarico più recente, come Difensore civico della Regione Emilia-Romagna dal 2008 al 2013. È attivo da sempre nel Terzo settore per promuovere una società civile degna dell’aggettivo ed è e un riferimento per le persone e i gruppi che si occupano di pace e nonviolenza, diritti umani, integrazione sociale e culturale, difesa dell’ambiente. Nel 2017 pubblica con CSA Editore il suo studio su Silvano Balboni, giovane antifascista e nonviolento di Ferrara, collaboratore fidato di Aldo Capitini, scomparso prematuramente a 26 anni nel 1948.
Francesco Monini
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Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
Periscopio è proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.
Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto.
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante. Buona navigazione a tutti.
Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.
Francesco Monini
direttore responsabile
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it
Resta solo tanta tristezza perchè perdiamo un amico,una persona che pur senza armi,ha combattuto per noi,per una comunità che ancora oggi stenta a capire il significato e il valore della pace contro qualsiasi egoismo o desiderio di supremazia dell’uno sull’altro. Cos’è se non questo fare politica? Il confronto, il valore del pensiero dell’altro, il valore indiscutibile della pace, entrare dentro le cose per combattere insieme…Non è un’utopia: tutto ciò è possibile e Daniele Lugli ce lo ho insegnato,partecipando.Grazie Daniele !
non lo conoscevo ma leggere queste parole mette pace. quanta bella umanità c’è nel mondo e se si guarda ai messaggi lasciati da questi uomini la speranza non arretra. grazie
Grazie Francesco
Ho appena letto una mail della Fondazione Langer contenente un ricordo di Alex e Daniele scritto da Mao Valpiana. Conobbi Daniele proprio per il mio interesse per Langer . Proprio in autunno alla galleria del carbone avevamo presentato un libro di Daniele che raccoglieva una scelta di suoi articoli scritti per Pollicino fascicolo ambientalista edito con Terra di Nessuno. Sono addolorato. Ti ringrazio ancora di queste bellissime ed esatte parole per un uomo unico
È stato davvero una persona straordinaria e rara, dolce e determinata, il solo incontrarlo metteva pace e ci mancherà tanto. Però io penso che dobbiamo evitare il rischio di dire che uno come lui non nascerà più, perché è come assolvere la nostra pigrizia, la nostra mancanza di costanza nell’impegno di perseguire tenacemente la pace. Penso che invece dovremmo raccogliere il testimone e cercare di essere tutti dei tanti, anche piccoli e imperfetti, Daniele, come lui sicuramente avrebbe voluto.
Leggo tanti ricordi e pensieri per Daniele Lugli e anche molto diversi tra loro. Penso che sarebbe molto curioso di leggerli e spero si possa fare anche da là…o magari chi è di là non è più interessato a certe cose… chissà. Sarebbe bello raccorglierne almeno una parte, come tanti semini che Daniele ha lanciato, a mano a mano, nel suo cammino. E questi semini sono cresciuti chissà dove e chissà quanto, in chissà chi.
Ne ho uno ben presente in me. Credo che fosse tipo il 2006 o 2007 e Daniele a volte partecipava alle riunioni organizzative del centro servizi volontariato. In una di queste venne e ci disse: “Sono stato a Trento a partecipare a dei lavori sul tal tema. È stata utilizzata una tecnica molto interessante: si chiama OST. Open Space Tecnology. Perché non proviamo anche a Ferrara?”
E così ci lasciammo con entusiasmo e fu un successo. Parteciparono quasi un centinaio di persone sul tema della integrazione dei cittadini stranieri nella nostra comunità. Nacquero diversi progetti, alcuni ancora attivi.
E in me nacque il desiderio di scoprire quali altre magiche tecniche ci fossero per facilitare il lavoro dei gruppi e la nascita dei progetti.
Grazie anche per questo Daniele.
Caro Daniele, scrivono che è successa una cosa terribile: dicono che hai avuto un malore e che sei morto. Non ci credo, non può essere vero, non può essere così!
La notizia della tua scomparsa mi sorprende, mi sconvolge, mi addolora infinitamente.
Tu sei un uomo onesto, generoso, coerente, gentile, ironico, colto che ha fatto la storia della scuola dove lavoro, la storia della nostra città, la storia del movimento nonviolento.
Con la tua storia sei entrato nelle nostre storie in punta di piedi e ci hai aiutato ad aiutarci… La vita di molti di noi non sarebbe la stessa se non ti avessimo conosciuto.
Nonostante il grande dolore, mi rincuora pensare che le tue qualità umane, preziosissime e rare, continueranno a vivere fino a quando qualcuno coltiverà ciò che ci hai insegnato, si prenderà cura dei beni comuni, rispetterà gli esseri viventi e l’ambiente, praticherà la pace partendo dal proprio piccolo.
Hai lasciato un segno importante nelle nostre vite quindi, anche se so bene che non ci vedremo più, sento che una parte importante di te c’è ancora. C’è e ci sarà perché sei e rimarrai parte di noi. Questa parte la cureremo e la cresceremo: è e sarà un nostro compito, una nostra responsabilità, una nostra promessa. Ciao Daniele, ci vediamo.
Di Daniele mi colpiva la sua generosità e disponibilità, del suo esserci per tutti, anche per me: ogni volta che gli ho chiesto un supporto, un’opinione, una parola, da lui ho trovato sempre ascolto interessato e condivisione della sua enorme cultura e del suo punto di vista mai scontato, sempre limpido. Ho imparato da lui cosa sia la nonviolenza, che è rimasta non solo un’aspirazione ideale per me, ma il senso che do ad ogni mia azione quotidiana, il pensiero guida che mi salva la vita ogni momento. “Ditevi amici della nonviolenza”: quante volte gliel’ho sentito dire per consigliarci di mantenerci realisti e modesti. Non ricordo se citasse a sua volta Capitini, ma di Daniele, che di modestia era ricchissimo, penso che possiamo dire, senza tema di smentita, che lui era davvero NONVIOLENTO in tutto e per tutto.
Perdiamo una persona molto speciale. Ho conosciuto Daniele nel ’68 durante la “rivoluzione studentesca” . In quegli anni ricopriva l’incarico di Assessore e nonostante il suo ruolo istituzionale, non ci ha fatto mancare la sua solidarietà che nessuno di noi ha mai dimenticato e che ricorderemo per sempre. Che la terra gli sia lieve.
L’avevo incontrato sabato scorso alla chiesa di Santa Francesca Romana, in occasione della S. Messa dedicata in memoria di Gianni Agnelli, marito di Anna Bellini. Al termine della funzione religiosa gli sono andato incontro e, salutandolo, gli ho chiesto come stava. Daniele, con quella sua lieve ed amabile ironia, mi ha risposto: “Siamo qua”, accompagnandolo con il suo immancabile sorriso disarmante. I momenti di condivisione di progetti, iniziative, incontri conviviali con Daniele sono tanti e li porterò nel cuore per sempre. Ciao amico! Un forte abbraccio ai familiari.
Rendo omaggio a un Uomo di Pace che non ho conosciuto se non di fama, gli sia lieve e bello il viaggio finale
Daniele ha sempre costruito “ponti” come si addice alla cultura della non violenza. Competente nelle sue materie, era altrettanto umile in ciò che non conosceva, a differenza di molti (compresi Nobel) che parlano a sproposito su ogni cosa. Ha attraversato tutta la vita con passione e dalla parte dei deboli. Non lo dimenticheremo. Un abbraccio a Rossana e Chiara.
Bellissimo ricordo! Grazie Francesco
Ieri mattina intristito per la notizia della scomparsa di Daniele, ho notato in edicola un librettino dal titolo La Felicità. Un notevole contrasto con il mio stato d’animo di quel momento. Poi la riflessione mi ha portato a ricordare quello che è stato il rapporto con Daniele, le tante occasioni di dialogo, di condivisione di idee e anche, in particolare, il lavoro fatto assieme, anni fa, in Legambiente. Le sue riflessioni, pacate, ma senza incertezze, sull’ambientalismo o sulle attività da programmare, i suoi scritti su Pollicino. Mi sono reso conto che il ricordo di quei momenti assieme alla consapevolezza di quello che è stato Daniele, guida e maestro in un percorso fatto assieme, è un ricordo felice. E questo è il sentimento che manterrà vivo il suo ricordo.