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In occasione della morte di Klaus Wagenbach

Per tantissimi politici, intellettuali, scrittori ed artisti di lingua tedesca l’editore berlinese Klaus Wagenbach è stato un apriscatole per capire ed amare la cultura italiana.

Nato 91 anni fa nella Assia ma vissuto quasi tutta la sua vita a Berlino, Wagenbach negli anni Sessanta ha fatto un giro in bici attraverso quasi tutta l’Italia. Subito dopo il suo privato “Giro d’Italia”,  era infiammato dalla cultura italiana di quel tempo, dall’ arte rinascimentale e – da non dimenticare – anche dalla cucina e dal vino della Penisola.
Durante la lunga storia della sua casa editrice ha presentato al pubblico tedesco una grande scelta di autori italiani del Dopoguerra come Ennio Flaiano, Carlo Emilio Gadda, Romano Bilenchi, Natalia Ginzburg e Goffredo Parisi. Fra gli autori emiliani romagnoli c’erano Luigi Malerba (un grande amico personale di Wagenbach ), Tonino Guerra, Stefano Benni, Ermanno Cavazzoni. Ha comprato anche i diritti tedeschi dei romanzi di Giorgio Bassani, dalla Casa Piper, il primo editore di Bassani in Germania.

Curata dal sottoscritto, la Casa Wagenbach ha pubblicato un antologia della letteratura emiliana-romagnola con testi di Guccini, Guareschi, Marani e il ferrarese Gaetano Tumiati.
Ha fondato una rivista culturale per decenni molto discussa in Germania con il titolo si un famoso libro di Pasolini (Scritti Corsari) uscito in Germania col titolo “Freibeuter“. Importantissimo anche il suo impegno per presentare al pubblico tedesco i saggi sull’arte italiana scritti da Salvatore Settis, Carlo Ginzburg e dello storico inglese Peter Burke.

Politicamente Wagenbach era un vero rappresentante della cosiddetta cultura del Sessantotto in Germania. Molto odiato da politici ed intellettuali di destra, è stato per il mondo di sinistra in Germania un leggendario editore e un noto polemista nei dibattiti politici per moltissimi anni. Mai iscritto ad un partito, senza grande simpatia per i comunisti ortodossi della Germania orientale.

Con Wagenbach, morto poco prima di Natale 2021 a Berlino, la cultura tedesca perde un grande rappresentante  della vecchia scuola editrice, un “patriarca anarchico”. La cultura italiana perde un fedele ambasciatore intellettuale d’Italia nei paesi transalpini di lingua tedesca.

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Carl Wilhelm Macke

È nato nel 1950 a Cloppenburg in Bassa Sassonia nel nord-ovest della Germania. Oggi vive a Monaco di Baviera e il piu possibile anche a Ferrara. Lavora come scrittore e giornalista. E’ Segretario generale della rete globale “Giornalisti aiutano Giornalisti (www.journalistenhelfen.org) in zone di guerra e di crisi, e curatore dell’antologia “Bologna e l’Emilia Romagna”, Berlino, 2009. Amante della pianura.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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