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L’intervento censorio del senatore Alberto Balboni sul Festival Internazionale Ferrara (vedi il post del 3 ottobre sulla sua pagina Facebook) mi ha provocato non poco. Quasi tutti gli anni, a partire dal 2007, ho partecipato al Festival negli ultimi giorni di  Settembre ed inizio Ottobre.
La nostra ONG (www.journalistenhelfen.org), di cui sono segretario generale, nata per aiutare i giornalisti in tutto il mondo quando i loro paesi sono in guerra, o loro stessi si trovano in carcere, è in contatto con tantissimi giornalisti africani, europei, asiatici, americane, ucraini, bielorussi, russi ecc.
Abbiamo avuto anche contatti diretti con Anna Politikowskaja, assassinata qualche anno fa; in sua memoria la redazione di Internazionale ha dedicato per tanti anni un premio speciale.
Il Premio ed anche tutto il Festival Internazionale era, è, e speriamo sarà anche in futuro, un patrimonio culturale della città di Ferrara.
Con la posizione del senatore Balboni contro il Festival, Ferrara la città amata in tutto il mondo per la sua storia rinascimentale, ma anche per le opere di Giorgio Bassani e Michelangelo Antonioni (artisti ambedue aperti in tutti i sensi al mondo), diventa un luogo di provincia chiuso in se stesso. Ferrara first..!
Detto da un Non-Ferrarese che ama molto la città per la sua identità locale, ma anche per la sua apertura verso l’altra Italia e verso il mondo, Ferrara ha perso molto durante gli ultimi anni.
Un po’ durante gli anni governati dalla Sinistra, ma sopratutto da quando una Destra confusa, populista, senza una visione urbana dirige la città. Un negozio dopo l’altro chiude, uno streetbar o fast food-location apre e dopo alcune mesi chiude a sua volta.
Ovviamente non tutto è colpa della Destra dei Fabbri, Lodi, Balboni e company. Ferrara non è fuori dal mercato globale, che impone sacrifici anche alla cultura urbana in tutto il mondo.
Ma si possono fare anche piccoli progetti innovativi per difendere la cultura umana, urbana, storica. Su tutto questo si poteva parlare, discutere, talvolta anche litigare, durante il Festival Internazionale.
In passato ho partecipato a manifestazioni dove erano presenti giornalisti del Guardian, del New York Times, del El Pais o della rivista Spiegel.  Ogni anno la liberta di stampa a livello mondiale ha trovato ospitalità per tre giorni a Ferrara.
Un sogno per tutti quei partecipanti, che venivano da paesi senza quella esperienza di democrazia‚ di liberta di stampa e difesa dei diritti umani, e da tanti anni ammirato da militanti, elettori e dirigenti di partiti che sono stati più volte al governo in Italia.
Saranno davvero Las Vegas, Dubai, Disneyland i modelli per il futuro di Ferrara?
Sarebbe un incubo…
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Carl Wilhelm Macke

È nato nel 1950 a Cloppenburg in Bassa Sassonia nel nord-ovest della Germania. Oggi vive a Monaco di Baviera e il piu possibile anche a Ferrara. Lavora come scrittore e giornalista. E’ Segretario generale della rete globale “Giornalisti aiutano Giornalisti (www.journalistenhelfen.org) in zone di guerra e di crisi, e curatore dell’antologia “Bologna e l’Emilia Romagna”, Berlino, 2009. Amante della pianura.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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