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Il cantassurdautore è il termine con cui ama definirsi Matteo Schifanoia, consapevole del fatto che, quando la crisi colpisce anche il rock, al cantautore non resta che farsene una ragione e assumere toni goliardici e assurdi. Con questa piccola premessa presentiamo il disco d’esordio di un artista originale che si destreggia con allegria tra swing e jazz, spaziando in varianti latin, blues, funk, elettronica e pop. Il supermarket delle etichette coinvolge anche i contenuti dell’album che parla di amore sociale, status quo, vita da single e di situazioni tanto originali quanto surreali. Il punto di vista è ironico per non dire bizzarro, con un pizzico di poesia e tanto sense of humour.
“Con lo scapolo guai a parlare di sesso altrimenti poi c’è il rischio anche di renderlo depresso”, questa strofa, estrapolata da “Lo scapolo”, cantata tra cori, ottoni e dal ritmo un po’ sincopato, rende chiara la crisi rock di Matteo Schifanoia, cantore ispirato e ironico, che, come dice sempre lui, di questi tempi il lavoro non lo trova neppure Scotland Yard.

La copertina di Lo scapolo di Matteo Schifanoia
La copertina di Lo scapolo di Matteo Schifanoia

E’ una crisi rock, che rischia di diventare un po’ pop, come ama ripetere Matteo in “Crisi rock”, accompagnato da basso e fisarmonica e dai luoghi comuni più in voga in questo periodo.
La malinconia della star che si ubriaca dentro il bar introduce la “Notte seria”, tra nottambuli loquaci e birre bionde. Qui l’ironia è pungente, meno allegra e più complessa, un po’ di poesia ci porta nei bar, dove le serate scivolano via.
“Costa meno” avere amici puttanieri, piacioni, mascalzoni, ragazzi poco seri che avere amici simpatici e carini, canta Schifanoia in quella che appare una simpatica vendetta, per poi parlare di amore in “Santa la bella stella stanca”, anche qui con il coro che sorregge l’anima popolare della canzone, una ballata che rivela la parte romantica del suo autore.
Il “Guardaroba impazzito” racconta una storia surreale dalla parte dei vestiti, dai pantaloni alla gonna, dalle mutande ai corpetti. Un consiglio? Non dare al guardaroba del tu!

Matteo Schifanoia
Matteo Schifanoia

Il disco di Schifanoia non ha battute d’arresto, cattura sin dalle prime note fino a farsi ascoltare per intero, senza mai fermarsi. “Lolita” è uno degli otto brani che confermano la tesi, con l’aggravante di sentirsi un po’ vecchi, la prima volta che ci danno del “Lei”, così come “Un sognatore in bianco”, dallo stile Dixieland – New Orleans Jazz, dove un uomo, intento a fare colazione al bar con un cornetto vuoto, sogna a occhi aperti, per compensare la mancanza di quelli notturni.
E’ una crisi rock, come dice l’omonima canzone, e presto saremo un po’ tutti pop, di sicuro se dovessimo passare qualche mese in una qualsiasi isola dei famosi, questo è un disco da portarsi assolutamente appresso.

Guarda il video ufficiale de “Lo scapolo”

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William Molducci

È nato a Forlì, da oltre 25 anni si occupa di giornalismo, musica e cinema. Il suo film “Change” ha vinto il Gabbiano d’argento al Film Festival di Bellaria nel 1986. Le sue opere sono state selezionate in oltre 50 festival in tutto il mondo, tra cui il Torino Film Festival e PS 122 Festival New York. Ha fatto parte delle giurie dei premi internazionali di computer graphic: Pixel Art Expò di Roma e Immaginando di Grosseto e delle selezioni dei cortometraggi per il Sedicicorto International Film Festival di Forlì. Scrive sul Blog “Contatto Diretto” e sulla rivista americana “L’italo-Americano”.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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