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“Non hai tenuto conto degli Zombie”, il quarto album di Leonardo Veronesi, pone uno sguardo sulle cose di tutti i giorni, con l’imprevedibilità e l’humor che può creare l’inatteso apparire dei morti viventi. Il testo dell’omonimo brano descrive una situazione piccolo borghese, con una famiglia intenta a curare la propria casetta e a scoraggiare i malintenzionati. Dinanzi a questo piccolo quadretto, l’autore immagina l’apparire degli Zombi, una situazione che rompe lo schema del consueto e del quotidiano. Fantasia, ironia e il ritmo leggero della ballata, sono il biglietto da visita delle 12 nuove canzoni, prodotte e arrangiate da Veronesi con Francesco Cairo.

veronesi-zombie In “Precario” la chitarra scandisce i tempi e la sintesi di un mondo privo di certezze, mentre con “Lorenza” si ha la conferma del talento di Veronesi, grazie a una filastrocca poco ortodossa quanto efficace.
“Libero” rivela il cantautore lombardo nel ruolo di autore, un mestiere che la crisi della discografia ha quasi estinto, il brano riflette sul valore della libertà: “Dimmi che cos’è questa libertà, se ce l’hanno tutti o pochi, chi lo sa, e poi cerchiamo chi le mani e i piedi e poi le braccia ci legherà…”. La chitarra acustica e la batteria guidano ritmo e melodia.
Tra paradossi, innamoramenti e ballate sensuali, il disco non concede pause alla piacevolezza dell’ascolto, con melodie e arrangiamenti adatti all’ironia dei testi: “ È questa la vera ballata sensuale, neanche un effetto collaterale, aumenta la tua prestazione sessuale, non serve una cura ormonale…”.
Quattro note fanno di “Bella” un tormentone, la partitura è molto più ricca ma le brevi note ricorrenti, suonate al pianoforte, entrano nella testa e non se ne vanno neppure quando il brano finisce: “Bella come una donna mai nata, come la frutta appena lavata… bella come una tassa non pagata, una multa contestata e giustamente cancellata”.
“Profondo” accompagna verso il termine dell’album, non prima di avere ascoltato l’umoristica “Il tuo culo”, un ritornello che non fa mai rima con sole, neanche con amore o cuore, ma lo fa con stupore. Chiude il disco “Non c’entra niente”, un modo di dire che presume alternative fantasiose a situazioni poco convincenti.

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Leonardo Veronesi è l’autore di “Il colore giallo”, brano della colonna sonora del film “John” interpretato d Enrica Bee

Il videoclip di “Non hai tenuto conto degli Zombie” è stato girato nel centro storico di Ferrara, scenario ideale per lo zombie “domestico”, interpretato da Francesco Cairo, silente e originale angelo custode per il disbrigo delle commissioni quotidiane. Anche il video di “Precario”, il secondo singolo, ha il sapore di Ferrara, grazie alla partecipazione di Massimiliano Duran, i riferimenti al grande pugile Juan Carlos Duran e ai locali della Palestra Padana Vigor.

Leonardo Veronesi si conferma interprete e autore di qualità, in quest’ultima veste ha scritto canzoni per Frenk Nelli, Carmen Gonzales Aranda, War-k, oltre ad avere partecipato al 53° e 55° Zecchino d’Oro, rispettivamente con “I suoni delle cose” e “Il blues del manichino”. Il brano “Il colore giallo”, scritto da Veronesi e interpretato da Enrica Bee, è stato inserito nel commento sonoro del film “John – Il segreto per conquistare una ragazza” di Marco Lui.

Non hai tenuto conto degli Zombie – Video Ufficiale:

https://www.youtube.com/watch?v=KUF5CmCVYMU

Precario – Video Ufficiale:
https://www.youtube.com/watch?v=6u3Y0egx2X0

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William Molducci

È nato a Forlì, da oltre 25 anni si occupa di giornalismo, musica e cinema. Il suo film “Change” ha vinto il Gabbiano d’argento al Film Festival di Bellaria nel 1986. Le sue opere sono state selezionate in oltre 50 festival in tutto il mondo, tra cui il Torino Film Festival e PS 122 Festival New York. Ha fatto parte delle giurie dei premi internazionali di computer graphic: Pixel Art Expò di Roma e Immaginando di Grosseto e delle selezioni dei cortometraggi per il Sedicicorto International Film Festival di Forlì. Scrive sul Blog “Contatto Diretto” e sulla rivista americana “L’italo-Americano”.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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