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Inflazione: aumento dei prezzi. Fenomeno economico sulla bocca di tutti, ma che non produce i medesimi effetti nelle tasche di tutti.

Banca Centrale Europea (BCE): istituzione che, quando l’inflazione sale troppo, aumenta il costo del denaro.

In una memorabile scena del film Philadelphia, Tom Hanks – che interpreta il ruolo di un avvocato di successo – dopo essere stato licenziato dal prestigioso studio legale in cui lavora perchè sieropositivo, va da Denzel Washington, anch’esso avvocato nel film, per farsi rappresentare nella causa che vuole intentare al suo studio. Denzel Washington, avvocato meno in carriera del suo cliente, gli si rivolge ad un certo punto con le seguenti parole: “Ok. Adesso spiegamelo come se avessi soltanto due anni”.

Bene. Ci provo anch’io.

Se il mondo richiede un miliardo di mascherine ffp2 ogni giorno, e il sistema produttivo riesce a fabbricarne solo 800 milioni al giorno, ci sono troppe richieste di mascherine – e troppi soldi per acquistarle – in rapporto alla quantità disponibile. Visto che non ce ne sono abbastanza per tutti, chi se le aggiudicherà? Chi è disposto a pagarle di più.

Altro esempio. Covid 19, prima ondata. Lockdown. Il mondo si ferma. Per restare in contatto e non sentirsi totalmente escluse dalla socialità, le persone incrementano l’uso degli strumenti per interagire da remoto: personal computers, webcam, consolle, smartphone. Nel contempo, però, anche la produzione dei chip che servono a far funzionare pc, webcam, consolle, smartphone si ferma. In alcune delle nazioni dove il Covid ha colpito per primo – come la sconfinata Cina –  hanno sede alcune tra le maggiori industrie di chip o semiconduttori. La domanda si impenna, la produzione (quindi l’offerta) dei chip addirittura diminuisce. Risultato: i prezzi decollano.

Questi sono due classici esempi in cui la causa dell’inflazione è l’eccesso di domanda rispetto all’offerta dei beni.

Per rallentare l’aumento dei prezzi, la Banca Centrale fa costare di più i soldi, aumentando gli interessi da pagare per prenderli in prestito. Se ad una famiglia o un’azienda avere i soldi a credito costa di più, ne prenderà meno. Proiettando la cosa su grande scala, il sistema avrà meno soldi da spendere per comprare i beni relativamente “scarsi” rispetto alla loro richiesta (mascherine e chip), con il risultato che il loro prezzo si stabilizzerà, anzichè continuare a crescere.

Questi esempi, tuttavia, raccontano una verità molto parziale sull’attuale crisi dei prezzi. La verità completa la sa e la dice (un po’ in camuffa) anche Christine Lagarde, attuale Presidente della BCE: “Poiché molte delle fonti di inflazione oggi sono dal lato dell’offerta, le politiche del governo che aumentano l’offerta e reindirizzano gli investimenti sono necessarie per sostenere la crescita…Il modo in cui le politiche fiscali sosterranno le imprese e le famiglie nel difficile inverno che ci attende avrà un ruolo importante nella dinamica dell’inflazione. Sono necessarie misure mirate, temporanee e su misura per proteggere i redditi dei più vulnerabili”.

Ok. Adesso rispiegamelo come se avessi soltanto due anni.

Ci riprovo. Christine Lagarde e il suo board si percepiscono come un chirurgo e la sua equipe: hanno uno scopo, quello di rendere stabile la dinamica dei prezzi, così come il chirurgo e la sua equipe devono estirpare il male dal corpo del malato con gli strumenti che hanno: il bisturi. Lagarde si muove rigidamente nell’alveo dei compiti istituzionali della Banca Centrale Europea: allentare o stringere i cordoni della borsa (il costo del denaro) per non far decollare i prezzi. Quando Lagarde afferma che molte delle fonti di inflazione sono “dal lato dell’offerta”, sta dicendo due cose.

Primo: io Lagarde so perfettamente che l’inaudita impennata dei prezzi di gas, elettricità, petrolio non dipende da una penuria di questi beni, ma da una furiosa speculazione sui prezzi, che li ha fatti alzare ben prima dello scoppio della guerra in Ucraina. Quindi il problema della attuale crescita dei prezzi è molto legato ad una distorsione dell’offerta, non ad un eccesso di domanda.

Secondo: quello che io Lagarde posso fare è agire sulla domanda (quanto costano i soldi), non sull’offerta. Quindi non chiedetemi quello che non mi compete. Chiedetelo ai governi.

Il meccanismo distorsivo che sta alterando il normale rapporto tra domanda e offerta, creando prezzi stratosferici sull’energia pur senza penuria dei beni energetici, è agito dai grandi fondi americani che si sono impadroniti (in termini proprietari e funzionali) della Borsa del Gas di Amsterdam (leggi qui sul non paper con cui l’Unione Europea ammette il clamoroso “errore” che ha aperto le porte alla speculazione).

L’equivalente, per la BCE, del paziente per il chirurgo, sono famiglie e imprese. Siamo noi.

Ok. Adesso rispiegamelo come se avessi soltanto due anni.

Nella tua famiglia le entrate sono fisse: stipendio, che è fermo (anche perchè nel 1985 la maggioranza degli italiani stabilì che era giusto non aumentare automaticamente i salari all’aumentare dei prezzi, NdA). Invece le uscite sono cresciute, e cresceranno ancora, per due ragioni fondamentali: la prima è che le bollette continuano a non rispecchiare il rapporto tra domanda e offerta, ma riflettono un prezzo virtuale, basato in massima parte sulle scommesse su quello che varrà l’energia domani. Un prezzo virtuale che diventa reale. Una follia. La seconda ragione è che c’è una parte della popolazione che può ricaricare sul proprio prezzo l’aumento dei propri costi, facendolo pagare almeno in parte a te, quando vai a fare la spesa. Sempre con lo stesso stipendio di prima. Come beffa finale: se vai in banca a chiedere soldi perchè le tue entrate correnti non ti bastano più per vivere, il denaro ti costa (per ora) il doppio di prima. Questa ultima conseguenza dipende da quello che ha fatto la BCE.

Quanto al ruolo della BCE nel calmierare i prezzi, potremmo quindi trovarci in una situazione del tipo: “l’operazione è perfettamente riuscita, il paziente è morto”. Ma il chirurgo Lagarde potrà sempre discolparsi dicendo: io ho fatto il mio lavoro, e tecnicamente l’ho fatto anche bene. Il paziente è morto? Non per colpa mia. E la cosa buffa è che non ha tutti i torti.

Per quanto tempo l’Unione Europea continuerà a trattare i suoi cittadini come quegli specialisti che si occupano della malattia e non del malato? Il dermatologo dà la pomata, l’otorino dà le gocce, lo pneumologo dà l’ossigeno, l’oncologo dà la chemio, il chirurgo taglia. E nessuno che si preoccupi di ascoltare quello che dice l’altro, e soprattutto nessuno che si preoccupi di ascoltare il paziente. Anche Christine Lagarde si occupa della malattia, non del malato. E così fanno i principali organi dell’Unione, e così fanno i singoli governi di questa Europa che non è mai nata. Ed esattamente come nelle strutture sanitarie, a morire prima sono i più poveri.

 

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Nicola Cavallini

E’ avvocato, ma ha fatto il bancario per avere uno stipendio. Fa il sindacalista per colpa di Lama, Trentin e Berlinguer. Scrive romanzi sui rapporti umani per vedere se dal letame nascono i fiori.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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