10 Marzo 2021

Il caso singolare di Gian Pietro Testa e del suo nuovo libro

Riccarda Dalbuoni

Tempo di lettura: 2 minuti

Il giornalista Gian Pietro Testa arrivò per primo quel 5 giugno 1975 sul luogo dove fu ammazzata la brigatista Mara Cagol. Con questo ricordo si apre Il caso singolare di Gesù e della cagnetta Evaristo, edizioni La Carmelina, con prefazione dell’attore Giuseppe Gandini, un libro che vorrei fosse Gian Pietro a raccontare perché ogni suo ricordo è un pezzo di storia d’Italia, di giornalismo e di umanità. In questo breve libro, parla Fraschenor, cioè Giuseppe Mazzini, un personaggio che accompagna Testa nei suoi romanzi da diversi anni e che, dopo avere scelto di non parlare più arroccandosi solo nel suo pensiero, o meglio, in un pensiero che pensa di pensare, tornare a parlare, vivere, ricordare, soprattutto interrogarsi.
Ma c’è un ghiribizzo, un pensiero bizzarro e dittatore senza capo né coda che dialoga con Fraschenor Mazzini, gli si pone di fronte e prende il largo, si chiede se la Madonna avesse abortito cosa sarebbe successo: “non ci sarebbe stato tutto quel guazzabuglio di scontri, di balle, di guerre, non ci sarebbero stati i 76 Papi, no quelli sarebbero esistiti, forse non vestiti di bianco, ma pur di comandare avrebbero indossato un paio di calzoni blu e una camicia rossa, e forse ciò non è avvenuto per la semplice ragione che il soldato italiano si sarebbe confuso con quello vaticano”.
Giuseppe Gandini, che una quindicina d’anni fa portò a teatro Lettera semiseria di un comunista a signore Dio illustrissimo di Gian Pietro Testa, firma la prefazione di quest’ultima pubblicazione parlando di ballata, di uno scritto intriso di misticismo materialista. Gian Pietro Testa, che rimane uno dei giornalisti e degli intellettuali più lucidi del nostro tempo, va ancora una volta letto per quello che racconta e per come lo racconta.



Periscopio
Dai primi giorni di febbraio, in cima al “vecchio” ferraraitalia, vedete la testata periscopio, il nuovo nome del giornale. Nelle prossime settimane, nel sito troverete forse un po’ di confusione; infatti, per restare online, i nostri “lavori in corso” saranno alla luce del sole, visibili da tutti i lettori: piccoli e grandi cambiamenti, prove di colore, esperimenti e nuove idee grafiche. Cambiare nome e forma, è un lavoro delicato e complicato. Vi chiediamo perciò un po’ di pazienza. Solo a marzo (vi faremo sapere il giorno e l’ora) sarà pronta la nuova piattaforma e vedrete un giornale completamente rinnovato. Non per questo buttiamo via le cose che abbiamo imparato e scritto in questi anni. Non perdiamo il contatto con la nostra Ferrara: nella home di periscopio continuerà a vivere il nome ferraraitalia e i contenuti locali continueranno a essere implementati. Il grande archivio di articoli pubblicati nel corso degli anni sarà completamente consultabile sul nuovo quotidiano. In redazione abbiamo valutato tanti nomi prima di scegliere la testata “periscopio”: un occhio che cerca di guardare oltre il conformismo e la confusione mediatica in cui tutti siamo immersi. Con l’intenzione di diventare uno spazio ancora più visibile, una voce più forte e diffusa. Una proposta informativa sempre più qualificata, alternativa ai media mainstream e alla folla indistinta dei social media.Un giornale libero, senza padrini e padroni, di proprietà dei suoi redattori, collaboratori, lettori, sostenitori. Nei prossimi giorni i nostri collaboratori, i lettori più fedeli, le amiche e gli amici, riceveranno una mail molto importante.Contiene una proposta concreta per diventare insieme a noi protagonisti di questa nuova avventura. Versando una quota (anche modesta) e diventando comproprietari di periscopio, oppure partecipando all’impresa come lettori sostenitori. Intanto periscopio ha incominciato a scrutare… oltre il filo dell’orizzonte, o almeno un po’ più in là dal nostro naso. Buona navigazione a tutti.

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L’autore

Riccarda Dalbuoni

È addetto stampa del Comune di Occhiobello, laureata in Lettere classiche e in scienze della comunicazione all’Università di Ferrara, mamma di Elena.
Riccarda Dalbuoni

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