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    Federica Manzon presenta il suo ultimo romanzo: 3 marzo ore 18.00
Pubblicato il 3 Marzo 2021

Un padre, una figlia, un bosco, l’ex Jugoslavia
Federica Manzon presenta il suo ultimo romanzo: 3 marzo ore 18.00

Un padre, una figlia, un bosco, l’ex Jugoslavia
Federica Manzon presenta il suo ultimo romanzo: 3 marzo ore 18.00

Pubblicato il 3 Marzo 2021

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    Federica Manzon presenta il suo ultimo romanzo: 3 marzo ore 18.00

Le voci della natura che parla nel suo silenzio e le parole della guerra, combattuta poco più in là. Il bosco del confine, Aboca edizioni, di Federica Manzon è un libro che fa dialogare un padre e una figlia su cosa voglia dire andare oltre un confine e trovare qualcosa di diverso, ma anche uguale: altri uomini con cui potere legare, nonostante il confine, nonostante la guerra, che poi scoppierà, nella ex Jugoslavia.
È il 1979, padre e figlia camminano nel bosco, luogo senza appartenenza dove passeggiare senza bussola significa perdersi tra le macchie di colore e i profumi, ma è anche intravedere, dal binocolo, uomini con un altro passo, un’altra direzione, un’altra storia. Il bosco è un luogo dell’infanzia, libero, ispiratore di “un’intimità pratica” fra un padre pacifista che non risponde mai alle domande in modo diretto e non racconta di sé e una ragazzina che sarà libera di pensare e valicare tutti i confini del passato, della terra, del pensiero. È nel bosco che il padre porta la figlia Shatzi perché lei sappia che esistono posti in cui non è lecito dire questo è mio e dove il controllo degli altri non si può esercitare. Il bosco è il luogo della “riflessione astratta”, del passo che si accorda con il respiro. Non ci si sente minacciati nel bosco, mai, ci si scambia il sorriso con altri camminatori sconosciuti.
“Questi confini sono una sciocchezza (…), basta andare nel bosco per capirlo”, dice il padre, e Schatzi lo capirà, qualche anno dopo, quando potrà assistere alle olimpiadi di Sarajevo e conoscerà Luka da cui potrà prendere racconti “come una trasfusione, sangue altrui che diventa cosa mia”, un’amicizia che non si spegnerà negli anni, ma resterà viva grazie alle parole che i due si scriveranno.
Quel bosco, per Schatzi, sentiero di esplorazione e formazione dell’infanzia per mano del padre, rimane luogo da attraversare anche da adulta, assieme ad altri compagni, di cui è diventato semplice fidarsi.
Federica Manzon presenta Il bosco del confine mercoledì 3 marzo alle 18 per la rassegna in streaming Autori a corte. Dialoga con l’autrice Riccarda Dalbuoni.

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Riccarda Dalbuoni

È addetto stampa del Comune di Occhiobello, laureata in Lettere classiche e in scienze della comunicazione all’Università di Ferrara, mamma di Elena.
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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica dell’oggetto giornale [1], un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

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Nato quasi otto anni fa con il nome ferraraitalia [2], Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Conta oggi 300.000 lettori in ogni parte d’Italia e vuole crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma anche e soprattutto da chi lo legge e lo condivide con altri che ancora non lo conoscono. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Francesco Monini

[1] La storia del giornale è piuttosto lunga. Il primo quotidiano della storia uscì a Lipsia, grande centro culturale e commerciale della Germania, nel 1660, con il titolo Leipziger Zeitung e il sottotitolo: Notizie fresche degli affari, della guerra e del mondo. Da allora ha cambiato molte facce, ha aggiunto pagine, foto, colori, infine è asceso al cielo del web. In quasi 363 anni di storia non sono mancate novità ed esperimenti, ma senza esagerare, perché “un quotidiano si occupa di notizie, non può confondersi con la letteratura”.

[2] Non ci dimentichiamo di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno il giornale si confeziona. Così Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 


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